Recensioni

AC/DC – Power Up

Scritto da Gigi Fratus

1973. Inizia la Storia di una della band capostipite dell’hard rock.
47 anni dopo esce, finalmente, la loro ultima fatica.

Album nr. 17, uscito venerdì 13 A.D. 2020… ai Kangaroos non manca di certo il coraggio!
Come premessa diciamo subito una cosa: non dobbiamo aspettarci nulla di nuovo da chi nulla ha da dimostrare, anche se un pizzico di novità si intravede.
D’altronde, ad ogni uscita i commenti sono quasi sempre unanimi: “Ac/Dc? Sempre in quattro quarti e sempre quei tre accordi…” eh già! Il problema è che i cinque rockers da quasi mezzo secolo icone, con quel groove 4/4 e quei 3 accordi ha fatto, fa e farà divertire almeno un’altra generazione ancora. Senza contare che tutti i tentativi di imitazione sono miseramente falliti. Perchè quei 3 c@##o di accordi bisogna saperli fare! E come scartavetra con la voce il buon vecchio Brian... va beh.
Un album,“Power Up” che certamente non diverrà una pietra miliare nella discografia degli inossidabili australiani, ma che di certo segnerà un passaggio importante, fondamentale anche.
É il primo disco senza che alla chitarra pompi il ritmo Malcom Young e questo sicuramente è stato uno degli aspetti che più hanno dato da pensare. Il sostituto non poteva che essere di famiglia, ed infatti alla ritmica si è presentato, e alla grande, Stevie Young nipote di Malcom e Angus in quanto figlio del maggiore dei fratelli Young, ovvero Alex. Certo, non ha lo spessore dello zio ma bisogna riconoscere che di sostanza ne ha.
Dopo questa lunga introduzione iniziamo l’analisi dei brani che compongono “Power Up”.
Il disco si apre con “Realize”, che in 3’e 37” mette in chiaro una cosa..
Noi siamo il Rock e siamo tornati… Fate largo agli AC/DC !!! Angus sferza la sua SG e Brian graffia come ai bei tempi, i cori sono homemade Ac/Dc come non mai. L’inizio del ritorno promette bene.
“Rejection” appare quasi come il naturale proseguimento del brano precedente quasi come fosse una pt.2. Potente e costruito su di un impianto granitico, il pezzo acquista “corpo” man mano che la voce di Brian si fa più roca.
Il primo singolo estratto è “Shot in the Dark” ed è la classica bomba del quintetto australiano. Chitarre su chitarre, base in 4/4 che non fa una piega, chorus accattivante ed una voce stentorea. E la ricetta AC/DC è servita!
Through the Mist of Time è la perla del disco. Ritmo blueseggaiante, intro da paura con la batteria in syncopation che spiazza, Brian che entra come un rasoio i cori sono da pelle d’oca ed Angus prorompe in un assolo da goduria… brano fantastico.
L’intro di “Kick you when you’re down” è geniale, il sound è geniale, il riff che lega tutto è geniale, e quel genio vestito da scolaretto si esibisce in un solo tanto breve quanto incisivo e… geniale! I cori sono come dire… come? Geniali? Ma sì, dai, ci potrebbe stare come definizione!
Due brani che riscaldano il cuore, “Witch’ Spell” ci riporta sulla route 66 del combo. Voce scartavetrata, incisi della mitica Solid Guitar preparati a puntino, base ritmica solida e una ritmica precisa ci fanno rientrare dalla porta principale nel sound tanto semplice quanto efficace del quintetto di Sidney.
“Demon Fire” mi fa sobbalzare dalla poltrona, sono gli Ac/Dc o i Megadeth? Il richiamo a “Symphony of Destruction” e la voce quasi diabolica dell’ ex Geordie hanno fatte certamente presa sul vostro affezionato cicerone. Un brano epico!
“Wild Reputation” prosegue nel solco tracciato nei decenni, senza aggiungere o togliere nulla, se non, forse , l’accento su di una venatura southern, come un buon vecchio bourbon che ci scalda lo stomaco; mentre “No Man’s Land” si adagia su di un tappeto blues bello carico, spigoloso, la voce ruggisce e sputa fuori tutta la sua carica, tra i ricami di Angus ed i botta e risposta tra vocalist e chorus.
Un mid tempo che stacca dal resto del disco con una cascata di chitarre (e qui si vede anche il lavoro, prezioso del giovane Young) a riempire l’aria. Potremmo anche definirla una pausa “relax” prima del gran finale.
Il trittico di chiusura infatti esprime al massimo sia l’Io più profondo,verace e sanguigno della band. Con un pizzico (“Code Red”) di sguardo verso quello che potrebbe essere un nuovo sound. “Systems Down” è un pezzo al fulmicotone, grande coesione tra tutti i membri della band, suoni spettacolari, l’energia che prorompe dalla Gibson dello scolaretto, qui più indiavolato che mai, è elettrizzante. Un buon modo di iniziare l’ultima parte del disco.
Si prosegue con “Money Shot” che ci riporta alla mente, almeno nel titolo, uno dei loro recenti (si fa per dire) successi, ovvero “Moneytalks”.
“Money Shot” è un pugno nello stomaco in pieno kangaroos style, una sorta di ricostituente/medicina, con la quale la famiglia Young e soci ci rianimano ogni volta. È la loro storia, la loro identità piaccia o no, loro sono questi da quasi cinquant’anni. E va bene così! Però… c’è sempre un però da qualche parte.
Il però in questione risponde al nome di “Code Red”, un pezzo sorprendente. La prima cosa che ho pensato è stata: “devo essere passato al disco successivo”. Perlomeno fino al chorus, li siamo un po’ rientrati nei binari canonici, per deragliare non appena la melodia torna in mano a Brian. E’ lui che regge il gioco in questa fase. Lui e le chitarre, mai sovraesposte ma ben integrate nella trama del brano. Anche l’assolo di Angus si appoggia morbidamente sulla ritmica di Stevie. Un pezzo che forse indica un percorso diverso per il futuro.
Non si tratta certo di un disco che certifichi un nuovo corso, anzi, ma di certo è un album che, ancora una volta dimostra come a dar per spacciati dei vecchi marpioni come loro si cada quasi sempre in errore.
Qualcuno decreterà la ripetitività cronica nella stesura dei brani, io sottolineo invece la coerenza di chi sa cosa fare, come lo deve fare ed il perchè farlo. Per il loro ed il nostro divertimento. Perchè il rock’n’roll, in fondo è essenzialmente questo.

Ac/Dc line-up:

Angus Young: Chitarra
Stevie Young: Chitarra
Brian Johnson:Voce
Cliff Williams: Basso elettrico
Phil Rudd: Batteria

Tracklist:

1. Realize
2. Rejection
3. Shot In The Dark
4. Through The Mists Of Time
5. Kick You When You’re Down
6. Witch’s Spell
7. Demon Fire
8. Wild Reputation
9. No Man’s Land
10. Systems Down
11. Money Shot
12. Code Red

Titolo: Power Up
Artista: AC/DC
Etichetta: Sony Music
Anno: 2020
Genere: Hard Rock

https://www.facebook.com/acdc
https://pwrup.acdc.com/

About the author

Gigi Fratus

Nato a Seriate (Bg) nel 1969, due grandi Amori, mio figlio Mattia e la mia Morgana, un’Aprilia RSV del 2003.

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