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50 pagine al giorno- Un buon posto in cui fermarsi di Matteo Bussola

Scritto da Giulia Carlucci

Cosa fa di un uomo, un uomo? Ecco l’interrogativo alla base di tutto il romanzo. In una società che scandisce nettamente stereotipi maschili densi dì virilità millantate, lo scrittore e abile fumettista ci racconta di uomini disegnati abilmente attraverso le loro fragilità.

“Che la vita non è una montagna da scalare, un treno da non perdere, un obiettivo da centrare, ma è una piccola stanza da arredare con cura. Non è una cima da raggiungere a tutti i costi. È la scelta di un buon posto in cui fermarsi.” Cit. Matteo Bussola

Dopo aver raccontato la forza delle donne ne ” Il rosmarino non capisce l’inverno”- storie di donne che resistono, che amano e odiano con tutte loro stesse, donne che cadono ma si rialzano così come il rosmarino che sfida il gelo dell’inverno e rinasce con tutte le sue cicatrici in primavera- Matteo Bussola si dedica al “maschio” della specie con “Un buon posto in cui fermarsi”.
Un insieme di racconti con protagonisti maschili tenuti insieme da un sottile filo narrativo, le donne ci sono ma satellite questa volta. Storie in cui è davvero facile identificarsi: uomini feriti, sconfitti, piegati da contesti sociali che nonostante tutto respirano, si guardano dentro e trovano sincere risposte alla domanda più scomoda di tutte.
Cosa fa di un uomo, un uomo? Ecco l’interrogativo alla base di tutto il romanzo. In una società che scandisce nettamente stereotipi maschili densi dì virilità millantate, lo scrittore e abile fumettista ci racconta di uomini disegnati abilmente attraverso le loro fragilità.
In barba a tutte le costruzioni e costrizioni sociali per cui devono essere forti, insuperabili esempi di machismo di vivere, ma soprattutto in contrapposizione con tutta la letteratura che lo precede, i suoi personaggi trovano nella propria debole umanità la forza di perdere tutto per vincere davvero. Cadere e guardare il mondo da quella prospettiva, è la resa che dona loro un’ inaspettata felicità.
Così un uomo con una vita ben socialmente delineata trova il coraggio di abbandonare ogni certezza e inseguire un sogno, un padre impara ad accogliere la ferita del figlio, un anziano marito -prendendosi cura della moglie malata di Alzheimer – si domanda cosa rimane di un amore quando chi amiamo sparisce anche se resta con noi fisicamente, un hikikomori vive il dramma di voler uscire dal proprio isolamento per incontrare chi lo ha fatto innamorare online, o un bambino scopre la bellezza inattesa di deludere ogni aspettativa.
Perché un uomo- ci insegna Bussola– è tale quando non mantiene una promessa… quando fuori fuoco in una fotografia sociale trova il senso in una deviazione dalla vita… quando cade e resta a terra, rifiutando l’imperativo di rialzarsi subito.
Un uomo è tale quando sceglie “di non aver alcun potere in un mondo in cui il potere è maschile per definizione”, ma principalmente quando accetta la propria fragilità e l’abbraccia invece di soffocarla. Perché come scrive lo stesso Bussola: “Quello che soprattutto non ti diranno è che a volte vinci proprio quando perdi. Non ti diranno che ci addestrano alle vette, mentre ci sono vallate meravigliose.”
Fili d’erba, piccole stanze da arredare con cura e vallate meravigliose da abitare… un buon posto in cui fermarsi.

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Giulia Carlucci

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