Recensioni

IL Teatro degli Orrori – Il Mondo Nuovo

Scritto da Claudio Donatelli

La ferocia di Capovilla si abbatte sulla realtà crudele e infierisce con ironia sul potere, l’ignoranza, l’intolleranza. Raccontare i nostri giorni immaginando un mondo futuristico cupo, orrendo, indesiderabile, come una grande coreografia dove viene ambientata la perfetta satira della realtà che viviamo.

Anno 2012 in tutte le nostre città in questi giorni è possibile trovare il nuovo disco de Il Teatro Degli Orrori. Il Mondo Nuovo è pubblicato per l’etichetta La Tempesta e vede i paladini del rock italiano tornare a prendersi il posto sulle scene che meritano. Si perché quelli che oggi si chiamano con nomignoli snob come: circoli, club; cioè tutti quei luoghi che prima si chiamavano locali, grazie al Il Teatro Degli Orrori sono tornati ad essere luoghi di cultura musicale con tanta gente all’interno.
Il Teatro Degli Orrori sono una band eccezionale, che riesce a conciliare con maestria e immensa originalità l’aggressività dell’Hardcore made in USA con l’emotività di grandi artisti italiani. Parlare della realtà non è cosa difficile, soprattutto ai nostri tempi dove tutto è cronaca, realismo oltre il reale e le persone esistono solo se appaiono. Il Teatro Degli Orrori in questo disco riescono a dare, come non mai, dignità alle persone che quotidianamente vivono, salvandole dalla fredda e spicciola cronaca e raccontando le loro storie con umanità e passione. La ferocia di Capovilla si abbatte sulla realtà crudele e infierisce con ironia sul potere, l’ignoranza, l’intolleranza.
La distopia è l’arma che la band ama usare per costruire i loro intrecci. Raccontare i nostri giorni immaginando un mondo futuristico cupo, orrendo, indesiderabile, come una grande coreografia dove viene ambientata la perfetta satira della realtà che viviamo.
La matematica del hard rock di ultima generazione si dimena canzone dopo canzone, i suoni metallici delle chitarre si raggrovigliano come dei fili e la rivoluzione sonica viene capeggiata dalle poesie di Capovilla.
Il disco per suoni, arrangiamenti e sporadici inserti è più vario ed eterogeneo rispetto ai precedenti. Molta più aria indie pop soffia sul quartetto, ma rimane intatta la drammaticità di alcune canzoni, come è loro tradizione. Veramente un bel disco che aggiunge un capitolo al bellissimo libro che questa band sta scrivendo e che rimarrà per sempre nella libreria musicale italiana.

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Claudio Donatelli

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