Recensioni

Viadellironia – Le Radici Sul Soffitto

Dieci canzoni che mostrano una band sempre in palla, affiatata, con delle skills compositive fuori dal comune e non facile da omologare, nel senso positivo del termine

Galeotto fu Blu Moderno, il primo EP della band tutta al femminille Viadellironia che arrivò dritto tra le mani di Cesareo, storico chitarrista di Elio E Le Storie Tese, che decise di produrre, con l’ausilio della Hukapan Srl, Le Radici Sul Soffitto, opera prima del gruppo bresciano.
La traccia di apertura “Bernhardt” si poggia su una base Pop Rock, privata della foga a vantaggio di un testo beffardo. Già da qui si possono notare le indubbie doti del quartetto, soprattutto sul versante ritmico, con la batteria di Marialaura Savoldi e il basso di Giada Lembo a interagire su tempi dispari.
L’arpeggio della chitarra di Greta Frera dà il via al singolo “Ho La Febbre”, che vanta la partecipazione di Edda: qui ci troviamo di fronte sicuramente ad una delle canzoni più memorabili del plot, grazie a un chorus impossibile da dimenticare, uno di quelli che ci si ritrova a cantare anche dopo un ascolto fugace e distratto.
La voce di Maria Mirani è molto vicina a quella di Irene Grandi in “La Mia Stanza”, con quel distintivo tono potente e spensierato al tempo stesso. “Canzone Introduttiva” dura sei minuti, ma volano in un baleno. Le atmosfere sono molto più soffuse, il sarcasmo sfuma e tutto si fa più oscuro. La sezione ritmica fa da contorno alle estensioni vocali di Maria e agli assoli delle chitarre di Greta e di Cesareo, che sveste i panni del produttore per indossare quelli del musicista.
Si continua con il funky di “Come Vene Del Marmo”, che sgorga in un barile di miele nel quale è affogata la rabbia punk di “Architetto”. L’inaspettato cambio reggae la rende sicuramente più consona alle caratteristiche del disco ed è un ennesimo episodio che non sa di riempitivo.
Il congedo è affidato a “Simile A Un Morente”, con quei battiti di mano eccentrici e funzionali, e a “Figli Della Storia”, le cui parole amare si incastrano con una nuova melodia riuscitissima.
Ed è questa la forza di Le Radici Sul Soffitto: dieci canzoni che mostrano una band sempre in palla, affiatata, con delle skills compositive fuori dal comune e non facile da omologare, nel senso positivo del termine. Comprendo cosa ci abbia trovato Cesareo in queste quattro ragazze e convengo che, da vecchia volpe, ci ha indubbiamente visto lungo.

Viadellironia
Hukapan Srl
Fleisch Ufficio Stampa

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Giovanni Panebianco

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