E che cavolo, finalmente del buon vecchio rock come si deve! Quasi quasi si era dimenticato cosa volesse dire e come mai fosse riuscito a scatenare una rivoluzione culturale. D’altronde la tendenza al minimalismo epurato dei nostri giorni certo non ci aiuta a ricordare. Ed ecco che qui un buon riff di chitarra diventa come una boccata di ossigeno musicale. Due vere chitarre elettriche come dio comanda con un suono grintoso e godurioso, una batteria piena di ritmo e un cantante in osmosi con i suoi musicisti, magro come un chiodo, che saltella e si contorce sensualmente sulla scena dando veramente il massimo. Per ordine si tratta di: Keith Richards ed il suo braccio destro e compare Ronnie Woods, lo stoico e taciturno Charlie Watts che sopporta con carisma questa banda di matti e, ovviamente, lo scatenato frontman Mick Jagger.
Ecco Shine a light (titolo di un’omonima canzone degli Stones), film evento in cui Scorsese riprende durante un concerto i “nonnetti” del rock. Tra il look gitano e lo sguardo perso ed ispirato di Richards, l’energia monellesca di Woods, il tempismo di Watts e la sensualità di Jagger, stretto in un paio di jeans quasi aderenti, e letteralmente posseduto dalle sue canzoni, c’è una vera sintonia in scena tra questi quattro monumenti del rock. Si tratta qui, in effetti, di due pesi massimi: The Rolling Stones vs Martin Scorsese. Il celeberrimo regista, la cui meticolosità nel preparare il film è stravolta dall’ondata del rock made in Stones appare soprattutto all’inizio del film, dove scopriamo la preparazione di tale progetto. Scorsese e la sua equipe filmano un piccolo concerto dato dalla band americana nel 2006, durante la tournée mondiale A Bigger Bang, al Beacon Theater di New York. Sedici telecamere maneggiate dai migliori cameraman internazionali offrono delle inquadrature da vero e proprio film e non da semplice ripresa di un concerto. La scelta dei pezzi vuole adattarsi ad un’atmosfera più intima, i titoli suonati sono quelli più rari ed il tutto è condito da tre duetti inediti: con Jack White III (dei White Stripes), con Christina Aguilera e con il notevole Buddy Guy.
Inoltre, le riprese del concerto sono interrotte da spezzoni di interviste esilaranti realizzate negli anni passati che testimoniano di come gli Stones non hanno perso nulla della loro insolente essenza rock.
A questa performance live assistono anche Bill e Hillary Clinton (e pure sua madre!) insieme ad altri 30 ospiti di prestigio. D’altronde è un concerto dove regna un’atmosfera decisamente poco rock e questo certo non a causa dei Rolling Stones che dispiegano sul palco un’energia che ben traduce il puro piacere di un riff di chitarra rock allo stato grezzo. Il pubblico, pur composto di una platea di giovani, sembra quasi mummificato in confronto a Jagger ed i suoi scatenati compari. Tutti i componenti della band non smettono di correre sul palco, di saltare, e Jagger interpreta le canzoni come invaso dallo spirito del rock. Di fronte a questa frenesia musicale il pubblico di baldi giovani non entra in comunione con la musica e al meglio batte le mani, tentennando il capo e sorridendo beato. Mah…viene quasi da pensare che a questo evento speciale non abbiano partecipato i veri fan, ma solo gente venuta lì, sicuramente per sentire un po’ di buona musica, ma soprattutto per il glamour della serata. Certo, anche loro, i mitici Stones, da giovani ribelli irriverenti ed eccentrici, sono diventati delle mature icone del rock a paillettes…legittimati però dal fatto fondamentale che non hanno perso il senso del rock, né la forza contagiosa della loro musica.
Lidia Falcucci