Sound&Vision

U&J winter: John Coltrane – Un amore supremo – Una Musica tra Terra e Cielo

Scritto da Erminio Garotta

Al Teatro Palamostre di Udine, Valerio Marchi presenta, nell’ambito di Udin&Jazz, una serata di grande valore artistico su Coltrane con l’aiuto di molti scritti tratti dal suo libro “Un amore supremo”

«All praise to God. Questo album è la mia umile offerta a Lui. Un tentativo di dire “Grazie Dio” attraverso il nostro lavoro, come facciamo nei nostri cuori e con le nostre lingue. Che Lui possa aiutare e rafforzare tutti gli uomini in ogni buona impresa». Questo è quello che John Coltrane scrive nelle note di copertina di quello che, per moltissimi, non è solo il disco più famoso, più venduto e più importante della sua carriera, ma uno dei più importanti lavori musicali mai incisi.
Nella vita di Coltrane le donne hanno un ruolo importantissimo, sempre all’ombra di quel ragazzo che non riusciva a sfondare, che per tenere a bada il mal di denti entra nel tunnel dell’eroina. Non le vediamo, ma loro sono importantissime per Coltrane, Mamma Cecile che lo sostiene sempre e che lo prende in giro anche quando dopo il periodo di disintossicazione dice al figlio “hai tolto dalla tua vita eroina e alcool, ma sigarette e dolci sono sempre con te”; Cousin Mary l’adorata cugina di John tanto che nel 1960 le dedica un brano, appunto “Cousin Mary” inserito album “Giant Steps”; La prima moglie Naima, bellissimo e intenso il pezzo che Coltrane scrisse nel 1959 e le dedicò; la seconda moglie Alice, che suonerà con lui e che le malelingue consideravano colpevole di aver mandato a rotoli il quartetto di “A love supreme”.
Un ragazzo che riesce a farsi licenziare dal gruppo di Miles Davis proprio per questo motivo. Miles conosce molto bene quel tunnel, ne è uscito e cerca di portare con se Coltrane. Gli riesce. Coltrane, da solo, si chiude in casa e si disintossica. Ricomincia a suonare è più forte e brillante lavora a Kind Of Blue con Miles Davis.
Poi una svolta, la ricerca, la religiosità, lo portano sulla strada del free jazz, Giant Steps , My Favorite Things, inanella una serie di trionfi, sino ad arrivare a A Love Supreme trenta minuti che rappresentano la sua anima attraverso la musica. «La mia musica è l’espressione spirituale di quello che sono, di quello che è la mia Fede, la mia conoscenza, il mio essere. So che ci sono forze negative che portano miserie e dolore al mondo. Io voglio essere una forza opposta, la forza del bene».
Coltrane morirà nel 1967 per un tumore fulminante .
Al Teatro Palamostre di Udine, Valerio Marchi (più sotto vi lasciamo qualche nota su Marchi per poterlo conoscere), imposta una serata di grande valore artistico su Coltrane con l’aiuto di molti scritti tratti dal suo libro “un amore supremo” che insieme a Nicoletta Oscuro, voci recitanti, ci conducono nella vita di Coltrane con una visione particolare, la vita di un uomo, di un artista vista dalle donne della sua vita. Un lavoro toccante a volte impressionante per quanto riesca a toccare l’anima degli spettatori. Ma questa “enorme” serata di jazz ha un secondo grande pilastro che la sostiene, il trio con Francesco Bearzatti, sax tenore / Gianpaolo Rinaldi, pianoforte / Luca Colussi, batteria, che ripercorrono, sulle parole di Marchi, la strada di Coltrane in musica.
E’ vero che lo spettacolo si regge bene in piedi per la misura di parole e musica che vengono presentate al pubblico, ma il sax di Francesco Bearzatti mette i brividi quando i suoni cominciano a diventare graffianti, quasi fastidiosi all’orecchio, che conoscono molto bene gli amanti di Coltrane (“molto di più le mogli!” racconta Marchi). E’ energia pura. E non potevamo aspettarci di meno da uno dei migliori sassofonisti Italiani.
Ancora una volta Euritmica, con la produzione dello spettacolo, non ha sbagliato nulla. Grazie, uno spettacolo meraviglioso.
Non possiamo dimenticare e non citare la mostra fotografica “jazz portrait 30 anni di Udin&jazz in 30 scatti d’autore” curata da Luca A. d’Agostino che ha aperto questa prima edizione di Udin&jazz winter, allestita all’interno del teatro Palamostre di Udine.

Vi lasciamo qualche immagine per farvi entrare nel mood della serata e ringraziamo Euritmica,il suo ufficio stampa e in special modo Marina Tuni e il direttore artistico di Udin&Jazz winter Giancarlo Velliscig che ci danno sempre la possibilità di seguire la loro prolifica associazione musicale e ci accolgono con molta disponibilità.

Articolo e Foto di Erminio Garotta

Valerio Marchi
Nato a Roma nel 1960, vive in Friuli dal 1968. Laureato sia in Giurisprudenza sia in Storia all’Università di Trieste, ha conseguito il Dottorato in Storia all’Università di Udine ed è stato nominato tre volte Cultore della materia (Storia della Chiesa, Storia dell’ebraismo, Storia delle religioni) in entrambi gli Atenei. Insegna Storia e Filosofia al Liceo scientifico “Giovanni Marinelli” di Udine. Ha pubblicato dieci libri e numerosi saggi e articoli di argomento storico (con particolare attenzione alla storia delle presenze ebraiche in Friuli) e sette sillogi poetiche. Si occupa anche di studi biblici, collabora con le pagine culturali del Messaggero Veneto e da qualche anno scrive testi teatrali e organizza spettacoli, salendo anche sul palco. Ultimamente ha curato due racconti sceneggiati per Radio Rai del Fvg.

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