Recensioni

Troye Sivan – Blue Neighborhood

Scritto da Marco Restelli

Troye Sivan è il nuovo prodigio australiano

Scrivendo di musica ormai da diversi anni (questa è la prima volta per questa rivista, la cui redazione ringrazio, per la sua calda accoglienza), più volte mi è capitato di pormi la seguente domanda: la musica POP può essere credibile come musica dell’anima?
Questo perché a ben vedere, anche nell’immaginario collettivo, spesso si considera questo genere come troppo superficiale. Per lo più lo si identifica con la musica dal ritornello facile, da cantare sotto la doccia, o magari da ballare su una pista. A volte si parla semplicemente di mainstream radiofonico, magari pieno di strumenti considerati “finti” (leggasi tastiere e campionamenti) e sembra quasi che non gli sia concesso di potere andare realmente oltre, di avere dei testi profondi. Questa premessa – a cui tenterò di dare una personalissima risposta solo in coda a questa recensione – la considero necessaria prima di presentare Troye Sivan e il suo primo disco che ho già ascoltato tantissimo, fino quasi alla possibile noia. Noia che, per fortuna, non è mai arrivata.
L’artista in questione è giovanissimo, originario del Sud Africa ma trapiantato sin da piccolo a Perth, in Australia. A un certo punto il ragazzo crea un suo canale You Tube e si mette a postare cover di artisti top e come si dice in gergo “fa il botto” (241 milioni di total views). Avendo una serie di pezzi propri da incidere, escono 2 EP nientemeno che per la Universal, il primo dei quali contenente “Happy Little Pill”. Si tratta di un brano magnifico che lascia intravedere un talento non solo interpretativo, ma anche nella capacità compositiva. Il pezzo parla della vita notturna di una star, perso in una grande città, con tutte le sue luci e le sue tentazioni, i lussi sfrenati e le attrazioni di ogni genere, comprese le droghe. Raramente una canzone pop mi ha trasportato con le sue immagini in modo così intenso in un’altra dimensione, facendomi quasi vivere e sentire sotto pelle le sensazioni che descrive.
Verso la fine del 2015, viene pubblicato il suo primo album (che stranamente non contiene la bellissima traccia citata) la cui edizione deluxe ha ben 15 canzoni, più il remix di uno dei singoli migliori:“Wild”. Questo episodio, insieme a “Youth” e “Talk Me Down”, di altrettanta qualità estetica, fa parte di una trilogia video in cui, con una delicatezza cinematografica senza pari, Troye Sivan sbandiera in maniera molto esplicita al suo pubblico tutto il suo orgoglio omosessuale. I suoi fan più accaniti, in realtà, non ne saranno rimasti molto stupiti, visto che proprio su You Tube aveva già fatto outing qualche tempo prima. Di “Youth” girerà anche un nuovo video, ambientato in una festa, e di “Wild” in versione duetto, con Alessia Cara.

Per quanto riguarda la musica, quello che stupisce ascoltando l’album Blue Neighborhood, è la straordinaria facilità con la quale l’autore racconta le proprie sensazioni di teenager, su base elettronica e sempre con melodie da sogno. La sua voce angelica fa sì che anche dal vivo, o con un vestito più acustico, i suoi pezzi risultino sempre all’altezza e capaci di emozionare ad ogni strofa o ritornello. Basterebbe ascoltare “Heaven” o “Lost boy”, fra le tante, per capire di cosa sto parlando.
In conclusione, anche per rispondere al “dilemma iniziale”, direi che anche se di rado – penso, fra gli esempi più eclatanti e di successo, alla carriera di George Michael e a pochi altri – la musica pop è capace di superare la sua proverbiale leggerezza per andare oltre e arrivare dritta al cuore. Quando questo accade, come nel caso di questo nuovo prodigio australiano, è innegabile che si tratti di una vera delizia per le orecchie, da non lasciarsi scappare.
Ascoltare per credere.

About the author

Marco Restelli

Originario di Latina, ma trapiantato ormai stabilmente a Bruxelles. Collaboro con diversi siti musicali. Collezionista di dischi dai primi anni '80, ascolto praticamente ogni tipo di musica, distinguendo solo quella che mi emoziona da tutto il resto.
In progetto: l'attività di promoter di eventi live di artisti emergenti nel Benelux. Sono orgogliosamente cattolico, ma ritengo che la tolleranza sia alla base delle relazioni umane. Se dovessi salvare un solo disco, fra i miei 3500, sceglierei "Older" di George Michael. La mia più grande passione, oltre alla musica: la mia famiglia e i miei tre bambini.

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