Sono arrivati anche a Milano, hanno sfoderato il loro folk etnico, hanno sparso la sabbia del deserto su una Milano calda e umida che li ha accolti con molto calore qualche sera fa (15 giugno ndr) al giardino della Triennale di Milano. Impossibile resistere ai ritmi ipnotici e ripetitivi dei loro brani, a volte portano l’ascoltatore in una sorta di trance. Avvolti nei loro abiti, che non lasciano nessun dubbio sulla loro provenienza, i Tinariwen ci stupiscono, ci avvolgono, ci portano nel loro mondo.
Difficile resistere a questo suono, il pubblico “serpeggia” istintivamente seguendo il ritmo delle chitarre. Una sorta di mano calcata sulla testa del pubblico diffonde il calore ed il colore della terra nativa dei Tinariwen.
Ottima, secondo noi, la scelta di usare il giardino della Triennale per questa esibizione, un confronto forte tra le forme imponenti e “inscatolate” e la musica “polverosa” e libera.
Ringraziamo Ponderosa per averci dato la possibilità di assistere a questo bellissimo concerto, gli artisti, i lavoratori dello spettacolo e la Triennale di Milano.
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