Quando apre un nuovo spazio dedicato all’arte, è sempre una notizia di grande interesse che porta nuovo ossigeno e bellezza, indipendentemente da quale sia la città che lo ospita.
Venezia è un “luogo di bellezza” a prescindere, ma l’inaugurazione de Le stanze della Fotografia presso l’isola di San Giorgio Maggiore non può che far ulteriormente bene all’anima oltre che, naturalmente, agli occhi.
Ad inaugurare il nuovo centro espositivo e di ricerca nelle Sale del Convitto all’interno della Fondazione Giorgio Cini è la mostra dedicata al grande fotografo italiano Ugo Mulas che si intitola L’operazione fotografica. Il notevole lavoro di riqualificazione e allestimento delle ampie sale permette ai visitatori di godere di uno spazio di circa 1850 metri quadrati su due livelli, con pareti leggere e movibili che, come quinte teatrali, permettono la migliore esposizione delle opere fotografiche.
Incuriositi, abbiamo visitato la mostra inaugurale che è un itinerario affascinante attraverso l’opera del fotografo celebre, fra l’altro, per i suoi ritratti in bianco e nero di grande intensità, come ad esempio quelli famosissimi di Eugenio Montale con l’upupa, di Giorgio De Chirico, di Lucio Fontana nell’atto di tagliare la tela, o il profilo di Pierpaolo Pasolini in ombra.
L’ampia esposizione conta più di 300 immagini (tra le quali una trentina non sono mai state esposte prima d’ora) che, insieme a video e pubblicazioni, costituiscono un itinerario appassionante attraverso l’opera di Ugo Mulas, del quale proprio nel 2023 ricorre il cinquantesimo anniversario della morte.
Tra le figure più importanti della fotografia internazionale del secondo dopoguerra, Mulas con la sua opera restituisce una testimonianza critica della società. Dai suoi primi reportage dalla periferia milanese presenti in questa esposizione, fino agli scatti a stretto contatto con gli artisti italiani ed internazionali, in particolare con gli esponenti della pop art americana durante il suo soggiorno a New York ma anche con figure di grande importanza dell’arte italiana frequentate a Milano, Ugo Mulas ha voluto porre la fotografia a stretto contatto con vari aspetti della vita, mettendo sempre la persona in primo piano e raccontando attraverso il procedimento fotografico il lavoro dell’uomo. Per fare un esempio, gli scatti che ritraggono gli artisti sono colti sempre durante la loro azione creativa, riproducendo quindi attraverso l’obiettivo fotografico un’operazione artistica e culturale amplificata di notevole interesse.
Fotografo “trasversale” e interessato a tutti i generi, Mulas con il suo lavoro si è imposto in diversi ambiti, dalla moda alla pubblicità, dal teatro (notevole la sua collaborazione con Giorgio Strehler) alla letteratura del Novecento, oltre alla sua costante attenzione verso la produzione artistica, che in questa esposizione sono ampiamente documentati.
Il percorso espositivo si snoda in una serie di “stanze” aperte, sovrastate da pannelli che riproducono gigantografie aeree di alcune opere esposte, sospese sulle teste dei visitatori, attraverso 14 sezioni che ripercorrono tutti i campi di interesse del fotografo. Dal teatro alla moda, sono qui esposti i ritratti di amici artisti e inoltre personaggi della letteratura, del cinema, dell’architettura, della pittura e della scultura. Inoltre, un’ampia sezione della mostra, quella iniziale, è dedicata al processo fotografico stesso con alcuni interessanti esperimenti. Vi sono poi immagini di attività quali negozi storici, e in particolare, scatti eseguiti all’interno del Bar Jamaica, centro artistico e culturale di Milano negli anni ’50 e ’60 dal quale presero vita i più importanti movimenti artistici italiani del secondo dopoguerra.
Una grande mostra splendidamente allestita, questa che qui abbiamo cercato di raccontare, che appassiona e coinvolge i visitatori e che rende onore a un’arte spesso considerata “meno importante” delle tradizionali pittura e scultura, ma che attraverso il proprio personale linguaggio e il particolare punto di vista del fotografo permette di restituire allo spettatore quella parte di realtà che spesso gli sfugge.
L’esposizione è curata da Denis Curti e Alberto Salvadori, in collaborazione con l’archivio Mulas. Inaugurata lo scorso 29 marzo è visibile fino al 6 agosto 2023 a Venezia, Isola di San Giorgio maggiore, presso Le stanze della fotografia, Fondazione Giorgio Cini (catalogo a cura di Marsilio editore).