Il primo aggettivo che ho trovato per loro è stato: sfacciati. Non ci girano attorno, la loro musica è questa e non hanno intenzione di addolcirti la pillola o di infiocchettarti la melodia, se non ti sta bene è un problema tuo. Smarrimento invece è la prima sensazione che ho provato, ti catapultano in un mondo che non ti appartiene, nel quale probabilmente non ti sentirai neanche a tuo agio e non è loro premura fartici sentire, forse la forza dei brani sta proprio lì, nel disagio dell’ascoltatore.
Ascoltare Freakin’ Monsters significa aggirarsi guardinghi in uno scenario di un poliziesco anni ‘90, fuori moda, fuori tempo, inopportuno ma indubbiamente efficace. Riesci a vedere la scena, i “piedi piatti” con la cintura sbottonata e le mani sporche di ketchup mentre addentano un panino di Mc Donald’s che si lanciano goffi e lenti verso un improvviso inseguimento per le strade assolate di una mattina d’estate, che gli appiccica la camicia addosso, evidenziando ancora di più le loro pance che poco hanno a che vedere con il fascino della divisa.
Ma i Thomas non sono solo questo, a volte ti viene da pensare che stanno scivolando nella monotonia, ma non fai in tempo a formularlo il concetto che ti hanno già stupito con un cambio repentino di mood che ti costringe a rivisitare la tua opinione da capo, come se fino a quel momento non li avessi mai ascoltati.
Mr Thomas’ s Travelogue Fantastic va sentito a ripetizione, senza pause, senza inframezzi, senza distrazioni, con un armadio accanto carico di vestiti di scena e la consapevolezza che non sarai lo stesso personaggio per più di un paio di minuti a canzone. Pensi di poterlo fare?
a cura di Serena Zavatta
AUTOMATIC Records
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