Agli irlandesi Therapy? va riconosciuto il merito di essersi fatti apprezzare negli anni sia dai fan del punk che da quelli del metal, grazie a un sound che non è mai variato nel tempo ed ha saputo fondere sapientemente queste due correnti.
Hard Cold Fire è il sedicesimo album di una band che raramente ha mostrato il fianco ai favori della massa e che negli anni novanta ha scritto una pagina importante della musica underground con quel capolavoro irraggiungibile che fu un disco come Troublegum.
E’ raro vedere come un gruppo con un’attività di oltre trent’anni abbia ancora così tanto da dire come testimonia una killer track come l’opener “They Shoot The Terrible Master”, una bordata sonora dove risalta la consueta voce aspra di Andy Cairns, che, come il buon vivo, migliora con l’avanzare dell’età.
Il ritornello di “Woe” è studiato per essere cantato a perdifiato in ambito live, mentre “Joy”, primo singolo estratto dall’album, è una classica punk song bella tirata, dove nel bridge emerge il lavoro dietro le pelli di Neil Cooper, batterista dei Therapy? dal 2003.
Il caos la fa da padrone in “Bewildered Herd”, dove il terzetto da’ sfogo ad ogni loro pulsione noise tenuta nascosta finora, così come sembra riaffaciarsi l’oscurità degli esordi in un brano vertiginoso come “To Disappear”.
Dopo un paio di piacevoli cavalcate punk (“Monger” e “Poundlands Of Hope And Glory”), Andy e soci ripescano da album sottovalutati come Semi-Detatched e Shameless quell’attitudine rabbiosa che era venuta a mancare nei loro ultimissimi lavori (“Ugly”). E’ forse questo il plus principale di Hard Cold Fire: riuscire dove album come Disquiet e Cleave avevano fallito. Prendete e godetene tutti.
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