Potreste fare una panoramica del vostro percorso musicale e parlarci della nascita di questo progetto?
Il progetto the Singer is Dead nasce nell’estate del 2012 a Milano, con l’idea di suonare senza limiti di struttura, genere o durata e farlo senza voci avendo come unica linea guida le sonorità vicine al post/math rock. Dopo un anno e mezzo passato a comporre, nel 2014 pubblichiamo il nostro primo ep. Presto arrivano i primi riscontri positivi da webzine, testate online e cartacee, community legate al post-rock e simili. Nel frattempo l’attività dal vivo cresce e riusciamo ad aprire concerti per band come Ufomammut, Radar Men From the Moon, Tides From Nebula, Zeuss. I nostri concerti sono caratterizzati da una forte presenza scenica e da un grande intensità e crediamo siano la dimensione in cui farci apprezzare al meglio. Nel 2017 dopo un cambio di formazione al basso, esce il nostro secondo album intitolato // e prodotto da Voice Of The Unheard (FR), Vollmer Industries, I Dischi del Minollo, Edison Box, e Backwater Transmission. Rappresenta per noi un’evoluzione e una maturazione netta rispetto al sound del primo ep. I riscontri positivi arrivano questa volta anche dalle pagine di testate autorevoli come Rumore e Rockerilla e nel 2018 riusciamo a portare la nostra musica anche oltralpe e suonare in Francia. A fine 2022 siamo entrati in studio per registrare il terzo album. Dopo lunghissime e travagliate sessioni in sala prove, grazie anche alla produzione di Mattia Stancioiu, realizziamo quello che riteniamo il nostro disco più omogeneo e strutturato. Un disco che è il risultato di un processo di creazione organico, che per la prima volta ha coinvolto tutti i componenti della band in egual misura, portando a un album dove si possono sentire tutte le influenze portate in dote da tutti e quattro: per questo motivo, nonostante il disco sia il terzo della band, si intitola: IIII (quattro).
Quali sono le vostre rispettive influenze musicali, letterarie e artistiche e quanto incidono sui vostri pezzi?
Le nostre influenze musicali sono molto variegate. Al di là di alcuni ascolti comuni, si va dall’emo al post-hardcore, passando dall’ elettronica e la techno, con una spruzzatina anche di black e death metal. Siamo un gruppo abituato a scrivere lasciandosi trascinare dall’improvvisazione, lavoriamo sempre tutti e 4 insieme per cui le nostre influenze entrano nelle nostre canzoni in maniera molto naturale.
Com’è la scena musicale della vostra zona e come organizzate solitamente i vostri live?
La scena milanese è molto attiva grazie a diverse realtà che lavorano e si sbattono per produrre cose di qualità. Nonostante lo stop imposto dal covid che ha portato anche alla chiusura di alcune bellissime realtà si può dire che ormai il tutto è ripartito in maniera molto positiva con nuovi locali e nuove possibilità e una community sempre attiva. Vediamo che in generale, in tutta Italia ci sono tante piccole realtà che portano avanti progetti interessanti e con questo nuovo disco speriamo di riuscire a muoverci il più possibile anche fuori dai nostri confini. I nostri live sono strutturati per avere un forte impatto sul pubblico che cerchiamo di trasportare in un viaggio attraverso i nostri brani.
C’è/ ci sono posti dei sogni dove vorreste suonare dal vivo? (Italia e estero).
Un posto dei sogni in cui ci piacerebbe suonare è sicuramente il Vittoriale degli Italiani sul lago di Garda, un palco dove il lago fa da scenografia e lascia il pubblico senza fiato.
Discografia:
2014 – s/t
2017 – \\
2023 – IIII
The Singer is Dead sono:
Luca Doldi: Chitarra
Dario Doldi: Chitarra
Francesco Veirana: Basso
Dario La Guardia: Batteria