Recensioni

TesseracT – Portals

Provate a fare un giro sull’altalena emozionale dei TesseracT con il loro prog metal

Per capire appieno Portals dobbiamo tornare indietro di un anno, a quando ogni attività live era bandita. Proprio con l’obiettivo di cementificare il rapporto con i loro fan durante il lockdown, i TerresacT hanno pensato di fare un omaggio ai propri sostenitori. Da questo fondamento nasce quella che a tutti gli effetti è una duplice rappresentazione di un concerto dal vivo, un’esperienza, quindi, che oltre alla componente audio, premia anche quella cinematografica, mostrandoci un live in studio di oltre due ore filate la cui scaletta ripercorre le tappe più significative della band britannica. Unico effetto di non poco conto è la defezione del batterista Jay Postones, rimasto in Texas per evitare ogni rischio di trasmissione del COVID, qui sostituito al meglio da Mike Malyan dei Monuments.
Il disco è aperto da “Of Matter”, quindici minuti di technical prog in cui emerge la voce di Daniel Tompkins, perfettamente a suo agio in un brano originariamente cantato da Ashe O’Hara, la cui dipartita è avvenuta nel 2014. Le algide sfumature di “King” fanno da intermezzo ad un’altra suite lunghissima: le tre parti di “Concealing Fate”, contenute in One, il primo album del gruppo inglese.
Superati indenni questi diciotto minuti, si interrompe l’apnea con le fiammate dark-wave di “Torniquet”, per poi perdersi nuovamente nei cambi di tempo serrati di “Juno”. Nuovi sbocchi djent rimpolpano il sound di “Dystopia” la cui melodia arabeggiante richiama band come Skyharbor e My Sleeping Karma.
L’ultimo brano a sfiorare il quarto d’ora è “Of Energy”, estratta da quella pietra miliare che è Altered State, diviso in due segmenti: “Singularity” ricca di dissonanze e momenti riflessivi, ed “Embers”, diverticolo nevrastenico che chiude il lavoro insieme a “Seven Names”, scelta nel 2015 anche come ultima traccia di Polaris, un album emblematico, in quanto segnava il ritorno in formazione dello stesso Tompkins.
I TesseracT ci regalano uno spettacolo audiovisivo impeccabile, terreno fertile anche per chi non si è mai avvicinato ad una musica non esattamente di facile ascolto come il prog metal. A parer mio l’arte è arte e basta solo un po’ di cuore per farsi conquistare da questa sensualissima altalena emozionale.

TesseracT
A Buzz Supreme
Kscope

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Giovanni Panebianco

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