Sound&Vision

Sullivan Fortner @ La Tenda

“Sullivan Fortner nouvelle vague del piano solo”

Avete presente quel capolavoro suonato da Keith Jarret per solo pianoforte, chiamato The Koln concert?
Parlare di Sullivan non è per niente scontato e non così facile descriverne il suo immenso talento esibito a La Tenda di Modena con solo il pianoforte a coda, al centro del palco, sovrastato da luci color rosso fuoco.
Sullivan dopo tanti anni di sperimentazioni con vari gruppi ha finalmente deciso di fare tutto da solo, mettendo a frutto la sua esperienza passata rendendosi ancor di più individualista del suo strumento. Per arrivare a fare tutto ciò ha prima suonato con Dee Dee Bridgewater e Peter Bernstein, per citare alcuni nomi di spicco, tracciando una linea di demarcazione ben precisa, senza però snaturare se stesso. Ha imposto a sé delle bellissime armonie e idee ritmiche attraversando con la chiarezza del suono emesso e scrivendo frasi cosi diverse tra loro, quindi è riuscito a trovare ascoltatori nuovi. La forza dei soli di Sullivan è la commozione ogni qual volta termina un brano, girando la testa dalla parte opposta del pubblico, o chinandosi sopra i tasti del pianoforte.
Il concerto è durato circa un’ora e mezza, a metà serata guardando il suo orologio, il pianista di New Orleans con il microfono in mano e una buona dose di commozione, ha spiegato con molta cura e calma al pubblico, i suoi brani e tutto ciò che sente ogni qual volta appoggia le dita sui tasti. In tutto questo, Sullivan collega con molta attenzione vari stili musicali da lui stesso attraversati, questa volta la sfida era molto importante perché bisognava anche convincere il pubblico più scettico. Nessuna stanchezza pervenuta dal pubblico numeroso, l’attenzione è stata altissima fino alla fine, e per non essere di meno dal pianista, non si è chiesto il bis, perché andava bene così.

 

Sullivan Fortner pianoforte solo
27 11 2023 La Tenda (Mo)
https://www.sullivanfortnermusic.com/new-page

About the author

Alessandro Ettore Corona

Alessandro Corona nasce a Bassano del Grappa (VI) nel ’57. Dopo aver vissuto in varie zone del Veneto, si trasferisce a Bologna negli anni’70, seguendo tutto il movimento artistico di quel periodo; dai fumetti di A. Pazienza e N. Corona, alla musica rock britannica e americana, a quella elettronica di stampo tedesco, al cinema d’avanguardia tedesco e francese, per approdare poi alla scoperta della fotografia internazionale seguendo corsi di approfondimento e di ricerca.

Scatto per non perdere l’attimo.
Esistono delle cose dentro ognuno di noi, che vanno messe a fuoco.
Esistono cose che ci circondano e che non vanno mai perse, attimi che possono cambiare il nostro futuro; ognuno di noi ha un’anima interiore che ci spinge verso quello che più ci piace o ci interessa.
Io uso la macchina fotografica come un prolungamento del mio braccio, la ritengo un contenitore enorme per catturare tutti quei momenti che mi appartengono.
Passato e futuro si uniscono fondendosi insieme e per caratterizzare l’anima degli scatti creo una “sensazione di fatica” nella ricerca dell’immagine mettendo in condizione l’osservatore, di ragionare e scoprire sé stesso dentro l’immagine.
Trovo interessante scattare senza pensare esattamente a quello che faccio; quando scatto il mio cuore muove un’emozione diversa, sento che la mia mente si unisce con estrema facilità al pulsante di scatto della mia macchina, non esito a cercare quel momento, non tardo un solo secondo per scattare senza riflettere.
Il mio mondo fotografico è principalmente in bianco e nero, il colore non lo vedo quasi più, la trasformazione cromatica è immediata.
Non esito: vedo e scatto!
La riflessione per quello scatto, si trova in mezzo tra il vedere e lo scattare senza esitare sul risultato finale, senza perdere tempo in quel momento.
Diventa immediato per me capire se quello che vedo e che intendo scattare può essere perfetto,
non trovo difficile esprimere quello che voglio, la macchina fotografica sono io.
Ogni scatto, ogni momento, ha qualche cosa di magico, so che posso trasmettere una riflessione quindi scatto senza cercare la perfezione estetica perché nella fotografia la foto perfetta non esiste, esiste solo la propria foto.
Works:
Fotografo e grafico: Mantra Informatico (cover CD), Elicoide (cover LP)
Fotografo ufficiale: Star for one day (Facebook). Artisti Loto (Facebook)
Fotografo ufficiale: Bowie Dreams, Immigrant Songs, Roynoir, Le Sciance, Miss Pineda.
Shooting: Federico Poggipollini, Roynoir, Heide Holton, Chiara Mogavedo, Gianni Venturi, Double Power big band, Progetto ELLE, Star for one day, Calicò Vintage.
Radio: Conduttore su LookUp radio di un contenitore artistico, con la presenza di artisti.
Fotografo ufficiale: John Wesley Hardyn (Bo), Reelin’and Rocking’ (Bo), Fantateatro (Bo), Nero Factory (Bo), Valsamoggia Jazz club (Bazzano), Friday Night blues (Bo), Voice club (Bo), Stones (Vignola), il Torrione (Fe), L’officina del gusto (Bo), Anzola jazz, Castelfranco Emilia blues, Bubano blues, Mercatino verde del mondo (Bo), L’Altro Spazio (Bo), Ramona D’Agui, Teatro del Pratello (Bo), P.I.P.P.U Domenico Lannutti, Insegui L’Arte (Badolato CZ), Artedate (Mi), Paratissima Expo (To), Teatro Nuovo e club Giovane Italia(Pr), Teatro Comunale e Dehon (Bo), Teatro delle Passioni (Mo).

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