La band Spiral69 nasce come progetto solista che vede all’opera nella duplice figura di musicista e compositore Riccardo Sabetti. Nel 2009, dopo aver abbandonato precedenti percorsi di musica industrial e synth pop, Riccardo con il nome Spiral69 pubblica il disco A Filthy Lesson For Lovers.
Questo debutto gli dà la possibilità di iniziare una buona attività live e proprio durante il girovagare insieme ad altri musicisti che lo porta a scrivere il nuovo materiale.
Le nuove canzoni sono il frutto di un lavoro di squadra che induce il progetto ad un naturale cambiamento, ad un’evoluzione del loro sound. Nel 2010 la band viene notata da Steven Hewitt (storico batterista dei Placebo) che li invita ad aprire le date live del suo nuovo progetto musicale.
No Paint On The Wall raccoglie le atmosfere più scure dei primi anni ’80, aggiungendovi l’energia della nuova new wave internazionale dei Placebo.
Spiral69 è anche una buona alchimia di umori e sentimenti dei musicisti che hanno composto e suonato queste 11 canzoni. La potenza ritmica del basso di Riccardo che batte per tutto il lavoro viene ammorbidito dalle chitarre di Enzo Russo.
Gli intrecci cupi e pop dell’album sono arricchiti dal pianoforte di Licia Missori, brava nell’accompagnare la voce di Riccardo e nel dare nuove idee melodiche al lavoro degli Spiral69.
Il cantato tormentato di Riccardo affronta i temi dell’amore come sofferenza e della vita e della morte come divise da una sottilissima linea. Il progetto va avanti e sicuramente si prende gli applausi dei tanti appassionati di new wave e dark.
Spiral69 – No Paint On The Wall
Il cantato tormentato di Riccardo affronta i temi dell’amore come sofferenza e della vita e della morte come divise da una sottilissima linea. Il progetto va avanti e sicuramente si prende gli applausi dei tanti appassionati di new wave e dark.