Recensioni

Simone Graziano – Embracing the future

Scritto da Giovanna Musolino

L’album di Simone Graziano è figlio del desiderio di esplorazione sonora, del gusto per la sperimentazione, della voglia di abbandonare percorsi confortevoli

Caso volle…potrebbe essere l’incipit della genesi di Embracing the future, nuova fatica discografica di Simone Graziano.
Caso volle, infatti, che un giorno il musicista abbia aperto il coperchio del suo pianoforte, vi abbia buttato dentro il suo telefono, dopo aver premuto il tasto di registrazione, abbia richiuso il coperchio e abbia cominciato a suonare!
Un accidente, un evento fortuito, una mera casualità…o, forse, no: non è l’imprevisto a determinare l’opera d’arte. Degas sosteneva che lo stesso soggetto andasse rifatto centinaia di volte perché niente apparisse dovuto al caso.
Embracing the future è figlio del desiderio di esplorazione sonora, del gusto per la sperimentazione, della voglia di abbandonare percorsi confortevoli e consueti alla volta di sentieri inusuali e poco battuti: è una sfida alla convenzionalità splendida, ma, talvolta, angusta, dei tasti del pianoforte che, con la loro cromia così netta, definita e sempre uguale, sembrano quasi costringere entro certi limiti.
Simone Graziano è un compositore e pianista con una formazione solida alle spalle: gli studi al conservatorio, la passione per il jazz, importantissime collaborazioni, innumerevoli concerti. Insegna pianoforte presso la Siena Jazz University, ha pubblicato una manciata di album alla guida del quintetto jazz Frontal, è apprezzato dal pubblico, acclamato dalla critica: Embracing the future è la sua prima opera da solista.
Un piano, due soli microfoni inseriti dentro la tastiera, quasi a contatto con la martelliera e qualche inimmaginabile artificio: filtri di sigarette, gomme per cancellare, carta igienica collocati, abilmente, tra le corde del piano. E un gioco, apparentemente fine a sé stesso, si traduce in un universo denso di umori, sensazioni, emozioni: la grazia e la delicatezza di When the party’s over (cover di Billie Eilish), lo struggimento intenso di Dora et les adieux, il garbo soave di Tancredi, la lieve malinconia di We will hug again e di Stars behind me.
I dieci brani che compongono il disco sono contrassegnati da un suono corposo, tangibile, avvolgente che trasporta quasi all’interno dello strumento.
È possibile cogliere ogni fruscio, ogni scricchiolio, ogni minuzioso, inafferrabile dettaglio: e la maestria di Simone Graziano riesce a rendere percettibile ciò che, abitualmente, tale non è.

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Giovanna Musolino

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