Interviste

Silvia Mezzanotte, Intervista

“Da grande sarò una cantante”, parola di Silvia Mezzanotte

Silvia sei una cantante versatile, con un repertorio che spazia dalla musica pop al jazz e con una forte personalità musicale di indubbio valore artistico, e fin da bambina, sognavi ad occhi aperti diventare una cantante. Ti va di partire da qui?
Certo.. racconto volentieri la mia storia partendo dal presupposto che avevo solo 5 anni quando ho deciso solennemente che sarei diventata una cantante. Il vero problema è che ero afflitta da una timidezza quasi patologica. Questo mi ha impedito per molto tempo di esibirmi e tantomeno di considerare il canto come una valvola di sfogo o studio, non parliamo poi di ipotizzarlo come un vero e proprio lavoro… in realtà ho iniziato a cantare solo dopo parecchi anni comprendendo fin da subito come l’unica cura per la mia timidezza fosse liberare la mia voce e da quel momento non mi sono praticamente più fermata.

Il tuo percorso artistico ha ufficialmente inizio nel 1990, piazzandoti al quarto posto nella categoria giovani, a San Remo. Dopo di che sperimenti il tuo talento con collaborazioni importanti con altri big della musica italiana, tra i quali: Francesco De Gregori, Mia Martini, Laura Pausini, Andrea Bocelli. È da qui che inizia il tuo legame profondo con Mia Martini?
Diciamo che io ho avuto modo di collaborare con lei nell’ultimo suo disco che si chiamava “la musica che mi gira intorno” . Siamo state insieme con altri coristi e musicisti per alcuni giorni all’interno di uno studio di registrazione nel quale condividevamo il lavoro ma anche i pranzi le cene e il tempo libero e questo ha fatto sì che io potessi conoscerla in maniera un pochino più approfondita. La ricordo come una persona di grande talento, ovviamente di straordinaria sensibilità artistica e umana. Ma anche e soprattutto una persona molto divertente, molto autoironica perché sapeva prendersi in giro anche rispetto alle grandi difficoltà che la vita le aveva imposto.

Nel 1999 inizia un’importante svolta della tua vita: l’ingresso nel gruppo dei Matia Bazar! Immagino che tutto questo non te lo aspettavi, oppure quel richiamo che ti porti fin da bambina, ha fatto nascere questo desiderio trasformandolo in realtà?
Da bambina una delle prime canzoni che cantavo era “solo tu”…. magari era profetica.. ho sempre amato visceralmente Antonella Ruggiero e quindi l’idea di diventare frontwoman di un gruppo così importante mi ha inebriata fin da subito.. è stato certamente un periodo bellissimo della mia esistenza sia sotto il profilo umano che quello artistico e professionale e sono solita dire che il mondo Matia Bazar è per sempre.. È un tatuaggio sul cuore.. ecco perché continuo a cantare con rispetto e gratitudine 40 anni di straordinarie canzoni che sono ormai parte della storia della musica leggera italiana.

Immagino anche che il percorso fatto con i Matia Bazar ti abbia fatto crescere notevolmente, mettendoti in condizioni di misurarti anche con altre ricerche musicali più raffinate e più personali!
 Entrare nella dimensione Matia Bazar è stato per me come affrontare l’università: nell’arco di brevissimo tempo mi sono completamente immersa in quel mondo, facendomi carico anche di una eredità storica di canzoni meravigliose ma molto difficili, cercando di trovare soluzioni melodiche che potessero salvaguardare la tradizione musicale di questi brani ma anche fare percepire la mia personalità e la mia voglia di dare una svolta anni 2000 al gruppo. Vivevamo l’idea di gruppo in una dimensione totale. Ecco perché ci confrontavamo su tutto, dall’abbigliamento a ciò che intendevamo raccontare, dalle melodie ai testi alle scenografie… vivevamo di professionalità e rigore due qualità che in questo momento sono un po’ più difficili da incontrare, ma anche di grande goliardia e divertimento.

Dopo un periodo durato circa cinque anni, interrompi la collaborazione con il gruppo ritornando a cantare da sola. Immagino non sia stato facile, ma credo che tu sia un’artista, per come ho avuto modo di conoscere, molto attenta al tuo lavoro ma che deve avere sempre degli stimoli diversi. Come è nato il bellissimo progetto “le mie Regine”? Che ho avuto modo di vedere a teatro l’anno scorso!
Il progetto “Le mie regine” nasce dalla volontà di celebrare quelle straordinarie donne italiane e straniere che inconsapevolmente mi hanno aiutata a uscire dalla mia terribile timidezza che nella mia infanzia mi ha costretta a nascondere il mio talento. Mia Martini, Mina, Ornella Vanoni, Liza Minnelli, Ella Fitzgerald, Noa, Marilyn Monroe, Maria Callas, e tante altre! Loro non sanno quanto siano state fondamentali per me e per la mia crescita.. Ecco perché quando sono diventata adulta ho deciso che le volevo ringraziare: ho scelto le loro canzoni più belle e grazie a tre musicisti eccezionali Pino De Fazio Luca Cantelli e Claudio Bonora le ho trasformate per farle diventare abiti su misura per poter raccontare la mia e la loro vita. All’interno di questo spettacolo ci sono aneddoti di vita ed emozioni raccontate che mi permettono di far comprendere quanto le donne di spettacolo possano vivere momenti di grande successo professionale ma altrettanti di grande difficoltà nella vita personale.

Nel 2012 duetti con Al Jarreau nel memorabile “Speak softly love”, colonna sonora de “Il Padrino”. Una versione molto suggestiva, scambi continui del cantato, tra italiano e inglese. Cosa hai provato in quel momento trovarti a fianco di una delle voci più incredibili della storia musicale?
Ho provato qualcosa di unico e inspiegabile difficile anche da raccontare poiché sognavo di cantare con Al Jarreau ma mai avrei pensato che questo sogno si potesse realizzare. Quando ci siamo incontrati per fare le prove in albergo mi sono resa conto di quanto lui si sia messo a disposizione cercando melodie e parole che potessero in maniera complementare aiutare il brano a portare grandi emozioni. Si tratta di una di quelle performance che tengo nel cuore, insieme ai duetti con Massimo Ranieri, alla esibizione in Canada con Michael Bolton e al progetto con Dionne Warwick che vedrà la luce a breve.

Il 2015 diventa un anno molto particolare per te con la perdita improvvisa di un compagno di viaggio, nonché tuo grande amico: Giancarlo Golzi leader storico del gruppo. In quel momento eri lanciatissima sia con loro che con i tuoi progetti solisti. Ti va di ricordare quel periodo?
Ricordo un periodo di grande dolore… un dolore che ha quasi rischiato di fermarmi. Giancarlo era per me un fratello acquisito, e la sua scomparsa mi ha letteralmente fatto perdere l’equilibrio.
Fortunatamente due progetti professionali importanti per la mia vita mi hanno permesso di rialzarmi in piedi. Il primo è nato proprio verso la fine del 2015. Insieme al maestro Riccardo Russo ho aperto una Accademia di canto che si chiama The Vocal Academy che conta a oggi otto sedi sparse per l’Italia. Poi c’è la web academy che si è amplificata enormemente durante il periodo del lockdown e ci ha permesso di entrare nelle case di centinaia di allievi in Italia e all’estero e continuare a fare formazione per questi ragazzi che hanno vissuto il canto come unica valvola di sfogo. Molti di loro hanno scritto insieme a noi degli inediti che raccontano il loro disagio. Un modo sano e creativo per esorcizzare questo brutto periodo.
Il secondo progetto invece riguarda il 2016 quando Carlo Conti mi ha invitata a partecipare a Tale e Quale. Non ho mai fatto imitazioni in tutta la mia esistenza perciò sono entrata con la volontà di impegnarmi a fondo ma senza alcuna aspettativa. Inaspettatamente ho vinto il programma e questa cosa mi ha regalato una notorietà che ricordavo solo durante il periodo della Vittoria al Festival di Sanremo facendomi sentire di casa nelle case degli italiani.

Ma la vita prosegue. In tutto questo tempo, sei riuscita a rimetterti in pista, lanciando moltissimi progetti importanti. Nel gennaio 2018 inizi una collaborazione con Dionne Warwic e voli a New York per incidere con lei un duetto che sarà parte di un progetto internazionale che doveva uscire nel 2020. Dico bene? Che tipo di esperienza ti ha lasciato Donnie?
La progettualità con Dionne Warwick è piuttosto articolata e prevedeva una serie di concerti che Dionne avrebbe dovuto fare insieme a me qui in Italia durante i quali avremmo presentato insieme questo singolo.. è un brano dal respiro internazionale cantato a due voci in italiano e in inglese ma ce n’è anche una versione completamente in inglese. Quando ho conosciuto Dionne una volta di più mi sono resa conto che gli artisti più grandi sono anche i più rispettosi e i più umili. Si è messa completamente al servizio della progettualità. Mi ha aiutata consigliata, rincuorata e poi ospitata ad un suo concerto a Londra cui ho assistito con le lacrime agli occhi. Non appena possibile questo progetto vedrà la luce e non vedo l’ora di avere la possibilità di riabbracciarla e di intrecciare nuovamente la mia voce con la sua proprio durante i nostri concerti italiani.

Silvia, quali altri sogni nel cassetto?
Di sogni nel cassetto continuo ad averne tanti ma in questo momento sono piena di progettualità da mettere in atto. Per esempio ho incontrato dopo molti anni Carlo Marrale, leader storico dei Matia Bazar, nonché autore di alcune tra le più belle canzoni del gruppo: Solo tu, C’è tutto un mondo intorno, Vacanze romane, Ti sento, Mister Mandarino, Stasera che sera, Per un’ora d’amore, eccetera eccetera.
Ci siamo incontrati in maniera assolutamente casuale e abbiamo deciso di mettere insieme le nostre reciproche esperienze scoprendo una sorta di congiunzione astrale.. E nonostante le nostre strade all’interno del mondo Matia Bazar abbiano viaggiato in modo patallelo, è sufficiente ascoltare il nostro modo di cantare due capolavori come Stasera che sera e Per un’ora d’amore per capire quanto questo mix vocale sia qualcosa di miracoloso. Il covid ci ha fermato, ma lo spettacolo è pronto a partire. Si chiamerà “Da Carlo Marrale a Silvia Mezzanotte: La nostra storia nei Matia Bazar” Siamo pronti a portarlo in tutti i teatri e in tutte le piazze d’Italia non appena si potranno riaprire i concerti!!

Ad un professionista come te, vorrei chiedere come ultima cosa, che strada intravede per rilanciare bene, l’arte in generale dopo la batosta del 2020.
Purtroppo non ho la sfera di cristallo per poter capire cosa succederà. Mi limito a citare una frase detta da Renato Zero durante l’uscita del suo ultimo disco “amo chiunque decida di fare questo mestiere purché non prenda per il c*** la gente ” questo è esattamente quello che penso. Mi auguro che il covid abbia insegnato che per ripartire occorrono competenze, professionalità e buone intuizioni. Io non ha mai preso per il c*** la gente. Ecco perché sono pronta a ripartire alla grande.

Silvia, grazie mille di aver regalato un po’ del tuo prezioso tempo ai nostri lettori di Sound36. Ovviamente spero presto di rivederti, sempre più vera e sorridente che mai, sui palchi del nostro paeese.
Guarda io sono pronta a ripartire non con uno ma tre spettacoli teatrali. Mi manca incredibilmente il rapporto con il pubblico, mi manca salire sul palco e vedere le facce sorridenti o emozionate delle persone che vengono ad ascoltare i miei concerti, mi manca il momento degli abbracci sudati e accaldati e delle fotografie dopo due ore di spettacolo. Mi manca tutto questo in un modo difficile da spiegare perché un’ artista vive per il suo pubblico e il live, il vero confronto con chi ti segue.. O quantomeno un’artista che viene da una carriera e da una storia come la mia.. perciò aspetto con ansia questo momento! È il sogno più importante che desidero realizzare nel corso di questo 2021, ed è anche l’unico.

About the author

Alessandro Ettore Corona

Alessandro Corona nasce a Bassano del Grappa (VI) nel ’57. Dopo aver vissuto in varie zone del Veneto, si trasferisce a Bologna negli anni’70, seguendo tutto il movimento artistico di quel periodo; dai fumetti di A. Pazienza e N. Corona, alla musica rock britannica e americana, a quella elettronica di stampo tedesco, al cinema d’avanguardia tedesco e francese, per approdare poi alla scoperta della fotografia internazionale seguendo corsi di approfondimento e di ricerca.

Scatto per non perdere l’attimo.
Esistono delle cose dentro ognuno di noi, che vanno messe a fuoco.
Esistono cose che ci circondano e che non vanno mai perse, attimi che possono cambiare il nostro futuro; ognuno di noi ha un’anima interiore che ci spinge verso quello che più ci piace o ci interessa.
Io uso la macchina fotografica come un prolungamento del mio braccio, la ritengo un contenitore enorme per catturare tutti quei momenti che mi appartengono.
Passato e futuro si uniscono fondendosi insieme e per caratterizzare l’anima degli scatti creo una “sensazione di fatica” nella ricerca dell’immagine mettendo in condizione l’osservatore, di ragionare e scoprire sé stesso dentro l’immagine.
Trovo interessante scattare senza pensare esattamente a quello che faccio; quando scatto il mio cuore muove un’emozione diversa, sento che la mia mente si unisce con estrema facilità al pulsante di scatto della mia macchina, non esito a cercare quel momento, non tardo un solo secondo per scattare senza riflettere.
Il mio mondo fotografico è principalmente in bianco e nero, il colore non lo vedo quasi più, la trasformazione cromatica è immediata.
Non esito: vedo e scatto!
La riflessione per quello scatto, si trova in mezzo tra il vedere e lo scattare senza esitare sul risultato finale, senza perdere tempo in quel momento.
Diventa immediato per me capire se quello che vedo e che intendo scattare può essere perfetto,
non trovo difficile esprimere quello che voglio, la macchina fotografica sono io.
Ogni scatto, ogni momento, ha qualche cosa di magico, so che posso trasmettere una riflessione quindi scatto senza cercare la perfezione estetica perché nella fotografia la foto perfetta non esiste, esiste solo la propria foto.
Works:
Fotografo e grafico: Mantra Informatico (cover CD), Elicoide (cover LP)
Fotografo ufficiale: Star for one day (Facebook). Artisti Loto (Facebook)
Fotografo ufficiale: Bowie Dreams, Immigrant Songs, Roynoir, Le Sciance, Miss Pineda.
Shooting: Federico Poggipollini, Roynoir, Heide Holton, Chiara Mogavedo, Gianni Venturi, Double Power big band, Progetto ELLE, Star for one day, Calicò Vintage.
Radio: Conduttore su LookUp radio di un contenitore artistico, con la presenza di artisti.
Fotografo ufficiale: John Wesley Hardyn (Bo), Reelin’and Rocking’ (Bo), Fantateatro (Bo), Nero Factory (Bo), Valsamoggia Jazz club (Bazzano), Friday Night blues (Bo), Voice club (Bo), Stones (Vignola), il Torrione (Fe), L’officina del gusto (Bo), Anzola jazz, Castelfranco Emilia blues, Bubano blues, Mercatino verde del mondo (Bo), L’Altro Spazio (Bo), Ramona D’Agui, Teatro del Pratello (Bo), P.I.P.P.U Domenico Lannutti, Insegui L’Arte (Badolato CZ), Artedate (Mi), Paratissima Expo (To), Teatro Nuovo e club Giovane Italia(Pr), Teatro Comunale e Dehon (Bo), Teatro delle Passioni (Mo).

error: Sorry!! This Content is Protected !!

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Con questo sito acconsenti all’uso dei cookie, necessari per una migliore navigazione. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai su https://www.sound36.com/cookie-policy/

Chiudi