La forlivese Sara Piolanti e Marco Vignazia sono due splendide persone e due artisti coraggiosi perché da tempo stanno conducendo una specie di “battaglia artistica del blues”; questo per fare conoscere un periodo storico molto importante dove si racconta di pochi filantropi dell’epoca che pagavano delle cauzioni per far uscire i musicisti dalle prigioni per un giorno perché potessero registrare le loro opere, senza le quali la musica, per come la conosciamo e apprezziamo oggi, non esisterebbe.
Una serata particolare, molto semplice, due sedie, due chitarre e una specie di tavola percussiva suonata da Sara, dove per il brano No more my Lord ha usato delle vere catene, sbattendole a tempo di marcia. Posso garantire che l’effetto sonoro è stato a dir poco sconvolgente per il continuo rumore freddo che ricorda i carcerati con le gambe legate dalle catene trascinanti sui pavimenti dei cortili delle prigioni. Le voci di questi artisti sconosciuti sono tantissime, da Bakka White a Son House solo per citarne alcuni.
Nel corrente periodo storico Prison Sonbook è tremendamente attuale; il blues ha sempre raccontato la perdita di dignità e di libertà, di razzismo e schiavitù con arresti e privazioni di ogni genere mettendo in luce il delicato rapporto tra arte e diritti umani e il valore della musica come riscatto personale e storico.
Sara e Marco stanno facendo un grande lavoro di ricerca, un impegno da dietro le quinte e non solo musicalmente parlando, ma cercando di trovare il contatto emotivo diretto con lo spettatore che non ha mai letto trasversalmente questo genere di musica. Un grazie a “Castelfranco Blues” per averci donato quest’ascolto e queste emozioni vissute intensamente.
Live 25 6 2022 Castelfranco Emilia (MO)
Sara Piolanti: tavola sonora e voce
Marco Vignazia: chitarre