Sound&Vision

Sara Piolanti e Marco Vignazia @ Castelfranco Blues

La voce umana e lo spirito non si possono chiudere dentro una gabbia. Prison Songbook

La forlivese Sara Piolanti e Marco Vignazia sono due splendide persone e due artisti coraggiosi perché da tempo stanno conducendo una specie di “battaglia artistica del blues”; questo per fare conoscere un periodo storico molto importante dove si racconta di pochi filantropi dell’epoca che pagavano delle cauzioni per far uscire i musicisti dalle prigioni per un giorno perché potessero registrare le loro opere, senza le quali la musica, per come la conosciamo e apprezziamo oggi, non esisterebbe.
Una serata particolare, molto semplice, due sedie, due chitarre e una specie di tavola percussiva suonata da Sara, dove per il brano No more my Lord ha usato delle vere catene, sbattendole a tempo di marcia. Posso garantire che l’effetto sonoro è stato a dir poco sconvolgente per il continuo rumore freddo che ricorda i carcerati con le gambe legate dalle catene trascinanti sui pavimenti dei cortili delle prigioni. Le voci di questi artisti sconosciuti sono tantissime, da Bakka White a Son House solo per citarne alcuni.
Nel corrente periodo storico Prison Sonbook è tremendamente attuale; il blues ha sempre raccontato la perdita di dignità e di libertà, di razzismo e schiavitù con arresti e privazioni di ogni genere mettendo in luce il delicato rapporto tra arte e diritti umani e il valore della musica come riscatto personale e storico.
Sara e Marco stanno facendo un grande lavoro di ricerca, un impegno da dietro le quinte e non solo musicalmente parlando, ma cercando di trovare il contatto emotivo diretto con lo spettatore che non ha mai letto trasversalmente questo genere di musica. Un grazie a “Castelfranco Blues” per averci donato quest’ascolto e queste emozioni vissute intensamente.

Live 25 6 2022 Castelfranco Emilia (MO)
Sara Piolanti: tavola sonora e voce
Marco Vignazia: chitarre

 

About the author

Alessandro Ettore Corona

Alessandro Corona nasce a Bassano del Grappa (VI) nel ’57. Dopo aver vissuto in varie zone del Veneto, si trasferisce a Bologna negli anni’70, seguendo tutto il movimento artistico di quel periodo; dai fumetti di A. Pazienza e N. Corona, alla musica rock britannica e americana, a quella elettronica di stampo tedesco, al cinema d’avanguardia tedesco e francese, per approdare poi alla scoperta della fotografia internazionale seguendo corsi di approfondimento e di ricerca.

Scatto per non perdere l’attimo.
Esistono delle cose dentro ognuno di noi, che vanno messe a fuoco.
Esistono cose che ci circondano e che non vanno mai perse, attimi che possono cambiare il nostro futuro; ognuno di noi ha un’anima interiore che ci spinge verso quello che più ci piace o ci interessa.
Io uso la macchina fotografica come un prolungamento del mio braccio, la ritengo un contenitore enorme per catturare tutti quei momenti che mi appartengono.
Passato e futuro si uniscono fondendosi insieme e per caratterizzare l’anima degli scatti creo una “sensazione di fatica” nella ricerca dell’immagine mettendo in condizione l’osservatore, di ragionare e scoprire sé stesso dentro l’immagine.
Trovo interessante scattare senza pensare esattamente a quello che faccio; quando scatto il mio cuore muove un’emozione diversa, sento che la mia mente si unisce con estrema facilità al pulsante di scatto della mia macchina, non esito a cercare quel momento, non tardo un solo secondo per scattare senza riflettere.
Il mio mondo fotografico è principalmente in bianco e nero, il colore non lo vedo quasi più, la trasformazione cromatica è immediata.
Non esito: vedo e scatto!
La riflessione per quello scatto, si trova in mezzo tra il vedere e lo scattare senza esitare sul risultato finale, senza perdere tempo in quel momento.
Diventa immediato per me capire se quello che vedo e che intendo scattare può essere perfetto,
non trovo difficile esprimere quello che voglio, la macchina fotografica sono io.
Ogni scatto, ogni momento, ha qualche cosa di magico, so che posso trasmettere una riflessione quindi scatto senza cercare la perfezione estetica perché nella fotografia la foto perfetta non esiste, esiste solo la propria foto.
Works:
Fotografo e grafico: Mantra Informatico (cover CD), Elicoide (cover LP)
Fotografo ufficiale: Star for one day (Facebook). Artisti Loto (Facebook)
Fotografo ufficiale: Bowie Dreams, Immigrant Songs, Roynoir, Le Sciance, Miss Pineda.
Shooting: Federico Poggipollini, Roynoir, Heide Holton, Chiara Mogavedo, Gianni Venturi, Double Power big band, Progetto ELLE, Star for one day, Calicò Vintage.
Radio: Conduttore su LookUp radio di un contenitore artistico, con la presenza di artisti.
Fotografo ufficiale: John Wesley Hardyn (Bo), Reelin’and Rocking’ (Bo), Fantateatro (Bo), Nero Factory (Bo), Valsamoggia Jazz club (Bazzano), Friday Night blues (Bo), Voice club (Bo), Stones (Vignola), il Torrione (Fe), L’officina del gusto (Bo), Anzola jazz, Castelfranco Emilia blues, Bubano blues, Mercatino verde del mondo (Bo), L’Altro Spazio (Bo), Ramona D’Agui, Teatro del Pratello (Bo), P.I.P.P.U Domenico Lannutti, Insegui L’Arte (Badolato CZ), Artedate (Mi), Paratissima Expo (To), Teatro Nuovo e club Giovane Italia(Pr), Teatro Comunale e Dehon (Bo), Teatro delle Passioni (Mo).

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