Dopo avervi proposto molte canzoni che contengono delle vere e proprie storie, con dei personaggi e una trama che via via si dipana, in questa puntata di Rock Story abbiamo deciso di proporvi un pezzo diverso. Zero Landmine è stato scritta da David Sylvian del 2001 per una campagna assolutamente meritevole di lode e attenzione contro le mine antiuomo. Fra i tanti brani contro la guerra e il disarmo, questo è certamente fra i meno noti e difficilmente reperibile su disco, perfino a da parte di molti fan dell’artista inglese. Nel progetto fu coinvolto anche Ryuichi Sakamoto (da sempre collaboratore di Sylvian sin dai tempi dei Japan e successivamente per i suoi primi dischi solisti).
Il testo non parla in modo esplicito della guerra, ma lo fa in modo poetico ed è questo, oltre alla melodia stupenda, il segreto della sua grandezza. Il narratore è un bambino, che parla della terra della sua famiglia dove può giocare con i suoi fratelli. Quel posto fatto di alberi ben radicati nel terreno, è purtroppo in pericolo e anche se Sylvian non urla quando recita: “Portate via la violenza e ridate pace alla Terra”, la sua voce risuona come una lacerante preghiera.
This Is My Home
The Land Of My Mother
The Place I Play
With Sisters And Brothers
The Trees Are Rooted
In The Ground Beneath
Take Away The Violence
Give The Earth Back Its Peace
La descrizione del mondo, che sembra uscita dalla penna del Lennon di Imagine è utopistica eppure ogni uomo vorrebbe che fosse così: senza confini, né nazioni e soprattutto non al servizio dei paesi più potenti. In fondo il sole illumina ogni uomo allo stesso modo.
This Is Our World
Our Common Salvation
It Knows No Borders
It Serves No Nation
The Same Sun Shines Equally
On Those Beneath
Take Away The Violence
Give The Earth Back Its Peace
Ecco che arriva la parte oscura del brano e il canto si fa inquietante: il fuoco è ovunque, colma gli spazi fra gli alberi, fra le foreste, nei campi, nei sentieri e purtroppo perfino nei sogni.
There’s Fire In The Ground
In The Space Between The Trees
In The Forests and Fields
On Pathways, In Dreams
Eppure, il cielo stellato con la sua bellezza sussurra alla terra: “Togliete l’oscurità, ridate alla terra la sua pace”.
The Stars Are Whispering
To The Ground Beneath
Take Away The Darkness
Give The Earth Back Its Peace
I versi successivi rappresentano delle domande che suonano come una sentenza di condanna e sono quelli che spaccano il cuore: “Chi ha dipinto l’erba verde di rosso (sangue) con il pericolo? Chi ha colorato il cielo azzurro con la tristezza? Il vento forte della guerra che porta paura e rabbia è arrivato, poi se ne è andato via rubando il domani.
Who Painted The Green Grass Red
With Danger?
Who Coloured The Big Sky Blue
With Sorrow?
A Strong Wind Carrying Fear
And Anger
Came And Went And Stole Tomorrow
Come in un cerchio la canzone torna sui versi precedenti ma nel finale richiama quegli alberi radicati nel terreno e poi infuocati e distrutti, con una similitudine: quegli alberi siamo noi, ridate la pace alla terra scacciando via la violenza
This Is My Home
The Land Of My Mother
The Place I Play
With Sisters And Brothers
The Trees Are Rooted
In the Ground Beneath
Take Away The Violence
Give the Earth Back Its Peace
The Same Sun Shines Equally
On Those Beneath
Take Away The Darkness
Give The Earth Back Its Peace
Like Trees We’re Rooted
In the Ground Beneath
Take Away the Violence
Give the Earth Back Its Peace