SOund36 è una sorta di grande Atelier delle idee che nascono, come funghi, dalla passione comune per la Musica. Con questo numero abbiamo deciso di inaugurare, quindi, una nuova rubrica dal titolo Rock Story nella quale vorremmo presentarvi ogni volta una canzone – sia essa celebre oppure sconosciuta ai più – che però abbia “qualcosa da raccontare”. Potrà trattarsi di brani che parlano di personaggi inventati, o di storie di vita vissute dall’artista di turno, ma in qualche modo cercheremo di privilegiare quei pezzi che abbiano un taglio cinematografico, o affrontino temi forti come la nascita di un figlio, la morte o la separazione con un approccio artistico originale.
La Musica è emozione e il nostro scopo e di descriverla – senza preclusione di un genere rispetto all’altro – per dilatare al massimo questa sua prerogativa unica e speciale.
Il primo episodio scelto è Unknown legend, che apre il bellissimo album Harvest Moon (del 1992) di uno “storyteller di professione” quale è sempre stato Neil Young. Si tratta di una malinconica ballata, che descrive in modo quasi epico la dura vita di una donna che vive in una piccola cittadina della provincia americana. Il personaggio è tratteggiato col pennello da un narratore che l’osserva, proprio come farebbe il regista di un film.
Possiamo quasi vederla con i nostri occhi, mentre lavora come cameriera, sgusciando fra un tavolo e l’altro per servire velocemente i clienti del ristorante. E poi, una vita da nomade senza mai prendere impegni sentimentali, come da tradizione di famiglia.
She used to work in a diner
Never saw a woman look finer
I used to order just to watch
her float across the floor
She grew up in a small town
Never put her roots down
Daddy always kept movin’,
so she did too.
Andando avanti, si scopre poi che non si tratta di una donna come tutte le altre, ma di una di quelle “toste”, che va in giro orgogliosa su di una Harley cromata e scintillante. Ancora una volta, è bellissima l’immagine della sua chioma bionda che prende il vento sull’autostrada a tutta velocità, come in una scena di Easy Rider. Diventa così una vera e propria “leggenda sconosciuta”.
Somewhere on a desert highway
She rides a Harley-Davidson
Her long blonde hair
flyin’ in the wind
She’s been runnin’ half her life
The chrome and steel she rides
Ma nel finale si capisce che ormai la sua vita si è fatta ancora più complicata, sta tirando su da sola due marmocchi, aspettando di trovare l’amore della vita ma il suo sguardo non tradisce, è di quelli che guardano lontano come se fosse ancora sulla sua moto.
She was an unknown legend
in her time
Now she’s dressin’ two kids
Lookin’ for a magic kiss
She gets the far-away look
in her eyes.
Questo il fascino misterioso che una canzone – in 4 minuti e mezzo – può trasmettere a un ascoltatore attento: tele-trasportarlo, già solo col suono delle chitarre e di un’armonica, dall’altra parte dell’oceano e poi fargli vivere con pochi versi la vita di qualcun altro, trasformando le sue giornate ordinarie in qualcosa di eterno, lontano dallo spazio e dal tempo.
https://youtu.be/PJNYjaZ_29k