Interviste

Pianista Indie

Si presenta con un look mascherato molto singolare, tuttavia è la musica il suo punto di forza

Il 18 febbraio è uscito “La Droga”, nuovo singolo di Pianista Indie, su etichetta Mescal. L’artista, in rapida ascesa, si presenta con un look mascherato molto singolare, tuttavia è la musica il suo punto di forza. Su questo aspetto ci concentreremo nell’intervista seguente.

Ti presenti mascherato ed anche il tuo nome è un po’ da supereroe. Mi racconti le origini di entrambe queste tue caratteristiche?
È nato tutto per scherzo. Ero solo in una casa nuova e avevo solo un pianoforte con me, quello dove compongo la mia musica. Pensare di chiamarmi “Pianista” mi è venuto naturale, inoltre non avevo più nessuno che credeva in me, nemmeno i miei amici, ero davvero solo, indipendente, abbandonato da tutti e allora ho deciso di aggiungere la parola “indie”. I primi 4 singoli li ho pubblicati da me e come scelta artistica ho deciso di utilizzare sempre cover astratte, poi è arrivata la mia casa discografica ed insieme abbiamo scelto di continuare così senza mostrare il mio viso. Poi sono iniziati i live: era troppo complicato cantare con una maschera e alla fine l’ho tolta. La maschera rimane un gioco. Per altri è diventata un simbolo. Interessante questa cosa.

Il tuo ultimo singolo ha un titolo apparentemente forte, ma in realtà cosa nasconde una canzone come La Droga?
“La Droga” parla di passioni e del decadentismo dell’individualità. Se leggi il testo capisci subito che non parlo di stupefacenti, ma di vita… che poi anche la vita è uno stupefacente.

Tempo addietro hai collaborato con i Legno nel brano “Lucio Dalla”. Ci sono artisti con cui sogni dei featuring?
Se proprio devo sognare ti rispondo Brian Wilson. Se parliamo invece di collaborazioni, ci sono così tanti artisti italiani con i quali sarebbe interessante scambiarsi musica che la lista sarebbe troppo lunga. Preferirei artisti che prediligono la ricerca e la sperimentazione.

Da dove deriva il tuo background artistico? Quali sono le tue principali ispirazioni compositive?
È tutto un grande mix di roba che ho incamerato negli anni. La musica che prediligo come ascolti passa da Chet Faker a Damon Albarn, da McCartney al già citato Brian Wilson, da Morricone a Ivan Graziani. Poi un ruolo importante lo ricopre la letteratura: mia mamma è una professoressa di Lettere e vivo immerso in questa cosa da sempre. Infine il cinema: Kubrick e Tarantino su tutti.

Tu che sei indie per eccellenza come vedi l’avanzare di questa scena anche grazie a contributi prettamente mainstream come il Festival di Sanremo? Calcheresti quel palco un giorno se ce ne fosse la possibilità?
Sanremo è un amplificatore e quindi ben venga. Sarebbe bello immaginare il suono che passa nella tua testa quando pronunci la parola indie, forse quello che esce dalla mia musica è diverso da quello che sta nella tua testa, ma il nome fa il suo gioco. Quindi ben venga anche la tua domanda.

Cosa accadrà dopo La Droga? Stai progettando un tour o magari un full length?
Il 23 marzo ho  avuto una data a Parigi, poi un tour in Italia organizzato dalla Mescal. Continuerò a scrivere e pubblicare musica. Sto vivendo un buon periodo, mi sento a mio agio ed in buona compagnia.

Giovanni Panebianco

Pianista Indie
Conza Ufficio Stampa
Mescal Music

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