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Perché Sanremo è sempre Sanremo

Scritto da Lucia Castagna

Arrivato all’edizione numero 74, il Festival è più vitale, più atteso e più attuale di sempre. Anche nei ricordi e nelle confidenze di quelli ne hanno fatto la storia, e che si raccontano nel libro “Ho vinto il Festival di Sanremo”

Sono i giorni più caldi della vigilia del Festival che la prossima settimana catturerà l’attenzione di tutti, quelli appassionati già pronti a seguire canzoni e cantanti e conduttori e look e emozioni sul grande palco dell’Ariston, e quelli che ne prenderanno le distanze, i detrattori che ne parleranno comunque, magari criticandolo solo per principio, per superiorità, per snobismo, e l’unico argomento sarà questa kermesse che è l’anima del nostro Paese, perché Sanremo è Sanremo, e non ci saranno più critiche al governo, opposizioni politiche, guerre vicine e lontane, prezzi che aumentano, ansie da campionato di calcio, giudizi su influencer, distrazioni sui social. Tutto sarà lì, su quel teatrino delle meraviglie, in una realtà distonica che sarà quasi un mondo a parte, virtuale eppure reale, nei colori e nel profumo dei fiori.
E in questi giorni di attesa, già di scommesse sul vincitore e su chi si aggiudicherà i premi delle varie giurie e i consensi del pubblico spesso in contrasto con la classifica ufficiale, c’è chi ricorda di aver alzato quella coppa, e si racconta sulle pagine del libro “Ho vinto il Festival di Sanremo”, con le stesse emozioni di quel momento magico. Un affresco vivido delle vite di alcuni degli artisti vincitori, e di giornalisti, critici e addetti ai lavori che hanno vissuto quegli anni. Una raccolta di storie, dove i protagonisti si sono aperti con generosità, permettendo di esplorare le pieghe cruciali delle loro carriere, e ogni nota, ogni parola, diventa il tassello di un mosaico che riflette la vita, i sogni e le speranze di questi talenti.
Scritto da due firme sul campo che hanno avuto l’idea di questo viaggio nel tempo e nelle canzoni: Marco Rettani, compositore e discografico, che ha firmato successi di Patty Pravo, Laura Pausini, Biagio Antonacci, Noemi e tanti altri, e Nico Donvito, giornalista e critico musicale, e già autore di altri libri nati proprio dalla sua passione per la musica. Insieme, hanno ritrovato i vincitori, e percorso il cammino lungo, affettuoso, romantico e nostalgico di una manifestazione ormai diventata un evento internazionale, riflesso vibrante di una nazione che canta la propria storia attraverso le canzoni.
Dice Donvito: Siamo andati alla ricerca dei vincitori, delle loro storie e delle loro differenti visioni. Abbiamo raccolto testimonianze, empatizzato con ogni singolo artista che ci ha affidato parte del proprio vissuto, quasi che i capitoli del libro siano stati scritti in simbiosi con ciascun protagonista. E ci inorgoglisce il fatto di essere riusciti a portare tra le nostre pagine i più grandi esperti del settore, il cosiddetto gotha sanremese, personalità di spicco della musica italiana e del Festival, riuniti in forma corale in questo racconto storico ed emotivo.
Con l’introduzione di Amadeus, il grande affabulatore e mago degli ascolti, e i commenti di Vincenzo Mollica, Paolo Bonolis, Mal, Teo Teocoli, Carlo Conti, Gino Castaldo, Sergio Cammariere, Pino Strabioli, ognuno a raccontare le loro sensazioni legate a quei giorni, ritroviamo i protagonisti delle hit parade nella Riviera dei fiori, rivivendo con loro i ricordi che sono anche un po’ i nostri ricordi.

Diodato foto di Valeria Bissacco


Diodato
confida: Il Festival rappresenta un’importante vetrina, perché la gente che ti ha visto in tv ti riconosce e ti ferma per strada. Vincerlo, poi, ti permette di entrare a far parte del DNA del Paese. In quel mio 2020, però, nessuno, poteva realmente immaginare quello che sarebbe accaduto di lì a poco per quella “polmonite di causa sconosciuta” che, soltanto tre giorni dopo la conclusione del Festival avrebbe assunto ufficialmente il nome di Covid 19. Con quella vittoria ero convinto di aver raggiunto il mio apice emotivo. In realtà un’emozione ancora più forte sarebbe arrivata poco dopo, quando durante il lockdown erano frequenti le immagini di persone che cantavano “Fai rumore” sui balconi.

Marco Masini foto di Stefano Ciccarelli

Per Marco Masini, la sua prima volta a Sanremo nel 1990 è stata un’esperienza quasi traumatica: Ero fra le Nuove Proposte con la canzone “Disperato”, e ci fu il primo episodio di censura nella mia carriera. Nella commissione selezionatrice c’era anche lo scrittore Alberto Bevilacqua, che giudicò eccessive alcune frasi. Nello specifico, non gli piacevano “spacco la città” e “ago disperato in me”, che diventarono di conseguenza “asciugo la città” e “fuoco disperato in me”. Inviammo la nuova versione, ci presero all’ultimo minuto e venni ammesso. E arrivai primo in quella categoria dei Giovani. Ma il testo modificato lo cantai soltanto in quell’occasione, perché nel disco e nei concerti ho sempre proposto la versione originale.

Simone Cristicchi foto di Giovanni Panebianco

Simone Cristicchi vinse nel 2007 con “Ti porterò una rosa”, un testo toccante, profondo, che graffiò il cuore già al primo ascolto. Lui ricorda: Fui sopraffatto dalla commozione, non solo perché avevo vinto, ma perché mi era capitato in quel modo, con una canzone che al suo interno conteneva tante vite e tante voci, un’alchimia che credo non sia mai più capitata all’interno della mia carriera.

Riccardo Cocciante nel 1991 vince con “Se stiamo insieme”, e oggi dice: I vincitori sono la storia di Sanremo, così come tutti i protagonisti che si sono avvicendati in questi sette decenni. Il futuro della musica e del Festival è nelle mani della nuova generazione, in loro ripongo la mia fiducia e le mie speranze. Mentre Enrico Ruggeri afferma: Sanremo è un mezzo, non è mai un fine. È uno strumento piacevole e interessante dal punto di vista antropologico, molti dei miei momenti migliori sono passati attraverso questa manifestazione. La mia stessa carriera è partita proprio dal Festival.

Gaetano Curreri degli Stadio sorride ricordando la loro “Un giorno mi dirai”: Dopo la vittoria del Festival sei praticamente come Miss Italia, tutti ti voglio e tutti ti cercano. Tutti desiderano parlarti, intervistarti e farti sapere che loro lo avevano sempre detto che eri il più bravo… Bobby Solo nel lontano 1965, quando le immagini della tv erano in bianco e nero, vinse con Se piangi se ridi, quasi un risarcimento per l’anno precedente, quando aveva debuttato con Una lacrima sul viso e, a causa di una laringite fortissima, aveva dovuto cantare in playback perché non aveva voce. E pur essendo il grande favorito, venne squalificato. Ma il disco vendette oltre tre milioni di copie in tutto il mondo. Oggi lui ricorda: Il Festival rappresenta un po’ il sogno di tutti i cantanti italiani, vincere è sempre stato quasi impossibile, oggi come ieri. A me è accaduto due volte, ma non è una questione agonistica, c’è molto di più dietro un riconoscimento così importante, vale a dire l’affetto del pubblico.

Statuto Foto di Gigi Fratus
E fra tutti i protagonisti che hanno sfilato su quel palco canoro, ricordiamo anche gli
Statuto, la band torinese che nel 1992 si era presentata fra le nuove proposte con “Abbiamo vinto il Festival di Sanremo”: non vinsero, ma quel testo ironico già indicava le speranze e l’incanto di chi ha vinto veramente. Mentre fra ricordi, emozioni, curiosità, rivelazioni, sorprese, scontenti, trionfi, questo Sanremo 2024 è arrivato è arrivato al suo traguardo numero 74. Inarrestabile, invincibile, nonostante tutto. Forse più di tutti i suoi vincitori.

About the author

Lucia Castagna

Lucia Castagna, innamorata da sempre della parola e delle cose da raccontare, giornalista professionista, è arrivata alle testate
di maggiore prestigio come inviata, capo redattore e direttore. Autore televisivo e docente di comunicazione, sta scrivendo il
suo primo romanzo.

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