Sound&Vision

Paolo Fresu e Omar Sosa @ Crossroads 2024

Scritto da Gabriele Lugli

Il legame tra cibo e musica infatti è molto stretto, perché si parla di gusto e il gusto accomuna sia l’ascolto della musica che l’assaporare il cibo.

“La storia, la cultura e l’essenza stessa della musica è contaminazione, meticciato e condivisione.
Lo stesso vale per il cibo. Una volta apprese capacità e la giusta sapienzialità, cuochi e musicisti operano nella composizione dei più variegati e colorati mosaici. Più autentiche e preziose saranno le tessere e più si arriva a toccare le corde dell’amore e dell’anima.” Carlo Petrini (Slow Food)
Questa citazione presente sull’album Food introduce all’ascolto dello stesso, emerge infatti in ogni brano la diversità culturale dei due artisti che fondono in un tutt’uno le matrici mediterranee di Fresu e quelle caraibiche di Sosa in modo magistrale.
Food è il terzo album del duo Fresu-Sosa che segue il successo dei precedenti “Alma” ed “Eros”. Nella realizzazione dell’album, sono stati utilizzati suoni di sottofondo registrati in cucine di ristoranti, suoni di attrezzi da cucina, l’olio che frigge, coltelli che tagliano ortaggi, e suoni provenienti da cantine come il tintinnio di calici e di vino versato nei bicchieri.
Il legame tra cibo e musica infatti è molto stretto, perché si parla di gusto e il gusto accomuna sia l’ascolto della musica che l’assaporare il cibo.
Food vuole indagare sul piacere del gusto, della convivialità, della scoperta e del dialogo ma anche sull’importanza di una sana alimentazione oltre che riflettere sulla situazione globale del cibo nel Pianeta, dalla sostenibilità alla povertà alimentare.
Il concerto inizia con Father Yambu, una preghiera di ringraziamento per il cibo disponibile, con una voce profonda che apre il dialogo tra la tromba di Fresu e il piano di Sosa.
Poi un pezzo tutto “sardo” di Paolo Fresu, S’inguldu (L’ingordo).
Con la cover di di un brano di Peter Gabriel “What Lies Ahead” Paolo e Omar hanno incantato il pubblico del Carani in un’ interpretazione intima e carica di emozioni, per poi tornare al tema dell’album, il cibo con la ricetta della zuppa berchiddese (il paese sardo di origine di Fresu), le preghiere delle religioni cubane di Sosa e uno splendido omaggio a Fabrizio De Andre con  çimma, un brano che parla di un cuoco che prepara un piatto povero della cucina genovese.
Il finale vede il coinvolgimento del publico che accompagna l’ultimo pezzo trascinato dalla travolgente simpatia e dalla stupenda musica del duo, e alla fine è standing ovation!

Crossroads 2024
Paolo Fresu e Omar Sosa in “Food”
al Teatro Carani di Sassuolo (MO)

www.crossroads-it.org/
www.teatrocarani.it
www.paolofresu.it
www.omarsosa.com
www.pannonica.it

About the author

Gabriele Lugli

Emiliano di origine, da anni residente nel mantovano Gabriele Lugli sin dall’età di 16 anni si interessa all’arte fotografica.
Inizialmente appassionato alla paesaggistica, si dedica in seguito a reportage di viaggio e a foto di concerti Rock e Prog per poi approdare, al jazz.
Dal 2016 la passione per questo genere musicale lo porta ad essere presente a festival, jazz club e teatri di molte città italiane.
Tra i suoi ispiratori, grandi maestri quali William Claxton, Larry Fink, Herman Leonard e l’italiano Giuseppe Pino.
È abitualmente accreditato nei più importanti festival di musica jazz come Umbria Jazz, Mantova Jazz, Locomotive Jazz, Bologna Jazz, JazzMi, Novara jazz e Padova Jazz Festival, dove nel 2019 ha esposto durante il festival una sua mostra personale allo storico Caffè Pedrocchi.
Accreditato dal 2018 a Time in Jazz nel 2020 è stato fotografo ufficiale.
Con l’Associazione Fotografi Italiani di Jazz, ha preso parte a mostre collettive come il Festival Internazionale di fotografia di Trapani, al Photofestival Milano e alla mostra presso l’Istituto Italiano di Cultura di Edimburgo. Recentemente ha esposto sue foto Jazz in mostre personali in Jazz Club emiliani come ad esempio Cantina Bentivoglio a Bologna, al Centro Candiani di Mestre e al Teatro Ristori di Verona.
Dal 2017 fa parte dei fotografi de “Il Jazz italiano per le terre del sisma” all’Aquila, progetto che ha portato alla pubblicazione di 5 libri fotografici i cui protagonisti sono esclusivamente musicisti jazz italiani.
Nel 2021 e 2022 è stato tra i 30 finalisti del concorso Jazz World Photo.

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