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Ornella Vanoni @ Tuscany Hall

Scritto da Stefania Pucci

Tutto questo è Ornella. Tutto e qualcosa di più. È un mondo lontano che accarezza l’oggi, è il ricordo di un’epoca, è l’infinita bellezza donata a un mondo che non sa più vederla. È tutto qui Ornella. Nient’altro che te.

Sabato 28 gennaio 2023, in una delle notti più gelide dell’anno, ho fatto un regalo. Un regalo alle donne della mia famiglia. Donne belle, bellissime, donne libere, intensamente donne e capaci di enorme amore e infinito odio. Tutte loro, negli ultimi 60 anni, hanno amato Ornella Vanoni, la sua libertà, il suo carisma, la sua sprezzante ironia, la sua feroce capacità di amare. Nessuna di loro è più qui oggi. Il mio racconto è per loro.
Vedere Ornella Vanoni sul palco oggi, 88enne reduce da un incidente che l’ha costretta a uno stop forzato durato alcuni mesi, è quasi un miracolo. Il miracolo creato da questa donna-bambina, ancora così ferocemente ancorata ai piaceri della vita e ormai così lontana dalle miserie e povertà della stessa.
Donna amata da tanti Ornella. Il primo fu Giorgio Strehler, nel lontano 1953. Lui 32enne regista di teatro affermato (e sposato), lei allieva 19enne dell’Accademia del Piccolo Teatro di Milano. La relazione, ovviamente, fa scandalo nell’Italia bigotta dell’epoca. I genitori di lei (famiglia borghese della Milano antesignana della Milano da Bere che verrà poi) sono affranti “Mia madre si lamentava, piangeva: ‘Così ti rovini, ti devi sposare’ ”.
Sarà lei a lasciarlo “Strehler è stato compagno, amico, padre, Maestro. Forse troppe cose assieme, e cose che avvenivano troppo velocemente. Un rapporto così ti leva la leggerezza. Mi sentivo bambina in un cappotto troppo grande. E poi forse Giorgio mi amava più di quanto io amassi lui”.
Si innamorerà poi di Gino Paoli. Un grande amore, grandissimo. Lui per lei scriverà Senza Fine, una delle più belle canzoni di sempre, un inno all’amore, un ritratto, denso e intenso di una donna infinitamente amata. Ma, nel 1960, Ornella sposa un altro “Quel matrimonio fu un errore. Io volevo ancora bene a Gino e lui mi ha sconsigliata fino all’ultimo, minacciando persino di venire alla cerimonia a cantare Senza Fine. (Il giorno del matrimonio) ero ancora innamorata di Paoli. Il giorno delle nozze non mi sarei dovuta presentare, avrei dovuto dire la verità, sarebbe stato più leale”.
Si sposerà vestita di giallo Ornella. Si sposerà, forse, per dimenticare, per cambiare, per stanchezza e per il bisogno di diventare “una donna onesta”.
Il matrimonio non dura. Naufragherà pochi anni dopo lasciandole un figlio amatissimo e una consapevolezza. La consapevolezza che il matrimonio non fa per lei. É da lì, da quelle ceneri, che nasce la Fenice che ieri ha incantato Firenze. La sua voce, le mani che tradiscono la stanchezza e, forse, l’emozione, mentre si muovono sullo splendido Dior Vintage indossato per l’occasione, gli occhi che brillano quando guarda la platea gremita, l’orgoglio nel presentare la sua “band”, cinque eccezionali musiciste di matrice jazz, scelte “Perchè sono tutte bravissime (…) E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io’ ”.
Tutto questo è Ornella. Tutto e qualcosa di più. È un mondo lontano che accarezza l’oggi, è il ricordo di un’epoca, è, nonostante gli anni e gli acciacchi, una ventata infinita di freschezza e novità. Una musicista immensa che si piega con ironia alle richieste di oggi (Toy-boy di Colapesce e Di Martino vi dice qualcosa?), è l’infinita bellezza donata a un mondo che non sa più vederla. È tutto qui Ornella. Nient’altro che te.

Ornella Vanoni
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Stefania Pucci

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