Sound&Vision

Omar Pedrini @ Fabrique

Scritto da Gigi Fratus

“Sto aspettando perennemente e per sempre una rinascita di meraviglia” Lawrence Ferlinghetti

Serata in qualche modo storica quella vissuta il 2 dicembre al Fabrique di Milano per celebrare l’ultima data del Tour celebrativo del 25° compleanno de Viaggio Senza Vento l’album per eccellenza dei Timoria, nonchè una delle pietre miliari della musica italiana. Alle 19,30 si aprono le porte del locale milanese ed il popolo di Omar si riversa nella platea in attesa dell’amico che verrà.
Si comincia con la proiezione del docu-film riguardante la vita di Lawrence Ferlinghetti (Lawrence. A Life in Poetry di Giada Diano ed Elisa Polimeni), padre della Beat Generation, seguito poi dal dj set di Dj Joao e Dj Duli. Ef il pubblico gradisce l’intrattenimento che, diversamente da quanto ci si aspetta solitamente, Omar regala loro.
Tutto questo fino alle 21,30 circa, quando le luci sul palco si spengono e comincia a compiersi, per l’ultima volta, il destino di Joe.
Si parte, per questo ultimo viaggio con Senza Vento ed il popolo di Omar inizia a cantare, senza perdere una sillaba, da qui sino alla fine. Accompagnano, carichi d’amore, il rocker bresciano lungo tutto il percorso della serata, si caricano ulteriormente con Sangue Impazzito e quindi il palco si prepara ad accogliere Ensi che interpreta con Omar Lasciami in Down. Siamo solo ai primi tre pezzi e giu’ sotto al palco è la bolgia! La Festa continua quando dopo un altro paio di brani, a salire sul palco è una vera e propria icona ovvero il Maestro Mauro Pagani con il suo violino che, sulle note di Lombardia ci regala momenti di vero godimento musicale; e si va, spediti, Verso Oriente e questa volta ad accompagnare il Guerriero è una leggenda come Eugenio Finardi per una versione carica di pathos di uno dei brani piu’ rappresentativi dell’album.
Il Maestro Pagani, anzichè salutare decide di regalarci il suo violino ed accompagna il duo anche in questa performance. A questo punto, Pedrini, chiama a sè una rappresentanza piuttosto nutrita di rappresentanti delle varie tribute band sparse sull’italico suolo ed insieme, accompagnati dalle tastiere di Mr. Octopus aka Carlo Poddighe ed insieme intonano Freedom. Piccola pausa durante la quale l’artista Matteo Guarnaccia (che ha preparato un poster commemorativo per la data odierna, andato a ruba), rimarca l’importanza del rock nella cultura popolare, sottolineando come questi non morirà mai!
E si riparte, collegandosi all’intervento del visionario artista, con Il Mercante dei Sogni proseguendo fino al nuovo ospite, Davide Apollo, front-man della tribute band ufficiale dei Timoria, ovvero i Precious Time &Timoria tribute band. La meraviglia è vedere come Omar ceda il palco a Davide, mettendosi al suo servizio con la sua amata Gibson. La canzone prescelta è Piove e, vi assicuro, non ha nulla da invidiare alla versione originale. Altra piccola sosta, che vede l’intervento di Nicolai Lilin.
L’autore di Educazione Siberiana ci parla dell’immane distruzione della foresta siberiana, taciuta dalle autorità russe fino a quando non è piu’ stato possibile farlo. Ci narra pure di quando, ascoltare rock in U.R.S.S. equivaleva ad essere pestati ed arrestati dalla polizia russa e di come, tramite il suo pusher musicale, scoprì il rock italiano dei Timoria.
Si riparte, avvinghiati Come Serpenti in Amore, per per poi farci trasportare, attraverso Frankenstein e Freiheit fino a Il Guerriero, un poker d’assi intenso e coinvolgente come pochi.
Sul palco ora appare quel Fedrico Scarioni, co-autore di Cane Sciolto (la biografia di Omar Pedrini), e ci introduce a Sole Spento, attraverso la lettura della genesi della canzone e delle sensazioni che, il protagonista della stessa visse ascoltandola, tra le sbarre del carcere, la prima volta. Sole Spento è, probabilmente, l’apice artistico dello Zio Rock. L’intensità poetica racchiusa dal testo vergato da Omar racchiude una forza emotiva difficilmente replicabile. Ed ogni volta che la sento cantare questo pensiero si rafforza in me.
Si viaggia ora verso il gran finale, con Il Cielo Sopra Milano e con l’inno rock del mito Neil Young Hey Hey My My che Omar non smetterebbe mai di interpretare omaggiando il cantautore statunitense, ma, le sorprese non sono ancora finite… Riparte il riff di Sangue Impazzito e sul palco irrompono Francesco Sarcina e Alessandro Deidda (Le Vibrazione) oltre ad Enrico Ghedi (presenza assolutamente inaspettata), mitico tastierista dei Timoria che furono. Inutile dire che la versione è qualcosa che ci porteremo nel cuore a lungo insieme al ricordo di questa grande festa. La festa che ci porta a salutare Joe ed il suo viaggio introspettivo che, per piu’ di due ore, è stato anche il nostro. Un viaggio che durava da venticinque anni.
Grazie Zio Omar, per questo magnifico, ultimo regalo.

Articolo e Foto di Gigi Fratus

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About the author

Gigi Fratus

Nato a Seriate (Bg) nel 1969, due grandi Amori, mio figlio Mattia e la mia Morgana, un’Aprilia RSV del 2003.

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