Niccolò Fabi @ Teatro Gran Morato

Sono trascorsi solamente due giorni dalla prima data in terra lombarda ed ancora non ho elaborato il pieno di emozioni che Nicc mi ha lasciato in dote, che è già il momento di tornare sottopalco.
A Brescia l’accoglienza del pubblico è, ancora una volta entusiasta e lo svolgere della scaletta conferma una volta di più la bontà della proposta del cantautore romano.
La prima parte, al solito, vede il buon Fabi, solo, al centro di un cerchio. E non per smania di protagonismo, anzi. E’ invito ad entrare nello stesso e condividere con lui, pensieri, parole, emozioni,
E’ dire: Eccomi, sono qui, solo e nudo dinnanzi a voi. Se volete c’è posto.
Una chitarra, una pianola, Lui…via così non serve altro.
Ma di carne al fuoco ce n’è molta, moltissima.
Enrico Melozzi e la sua Orchestra Notturna Clandestina, si palesano nella seconda parte dello spettacolo. E come già successe a Verona ed ora, nelle prime date (e poi nel proseguo) del tour. Sarà magia.
Nella prima parte Niccolò si spoglia di ogni fronzolo, porta in scena l’essenziale, la sua musica, le sue parole, spogliate da ogni distrazione. Dirette.
CosÏ come è lui. Poche frasi, asciutte, ma ricche, ricchissime di significati. Accogliendoci nella sua straordinaria visione del quotidiano.
E ci vuole una incredibile empatia ed umiltà, nell’affidare al maestro Melozzi le proprie creature più amate. Le riveste, Enrico, di nuova luce e riesce a renderle proprie, senza snaturarle, donando loro non una nuova veste ma una che Nicc aveva già preparata e lasciata a decantare in un angolo buoi della propria memoria. Quell’angolo dal quale Melozzi le ha ripescate, reinventate, rivisitate ma non riscritte. Portando alla luce quei dettagli che hanno la capacità di riportarle in vita con un tocco nuovo, più arioso; quel tocco in più che Fabi aveva già immaginato ma che non era riuscito ad esprimere appieno, forse. L’empatia tra Nicc e l’orchestra è totale. E tutti noi in platea, ne traiamo vantaggio… nuovi sorrisi, nuove lacrime, nuovi tutti al cuore ed estrazioni emotive dell’anima.
Di questo, anche e non solo, saremo sempre grati al cantautore di Roma, a Niccolò Fabi, semplicemente Nicc. Il saper fare, il saper dire, il saper essere, prima di tutto, uno di noi.