Un omaggio raffinato e colmo di grazia ha inaugurato il nuovo corso del Festival d’Autunno 2025. Il 2 ottobre, nella preziosa Sala Concerti di Palazzo De Nobili a Catanzaro, il pubblico è stato trasportato in un’altra epoca: quella della Jane Austen più intima e sociale, tra melodie ottocentesche e riflessi di modernità. Un appuntamento che ha unito il fascino del passato al respiro del presente, restituendo la voce di una scrittrice ancora capace di parlare al cuore del nostro tempo.
Un festival che racconta il cambiamento
Con l’evento “Danzando con Jane (Austen) si è alzato ufficialmente il sipario sulla XXII edizione del Festival, intitolata “Cambiamenti. Linguaggi senza tempo”. Come ha sottolineato la direttrice artistica Antonietta Santacroce, l’obiettivo è creare un dialogo tra le trasformazioni della contemporaneità e ciò che, nell’arte, resta immutabile.
«Questa edizione — ha spiegato — vuole essere uno spazio aperto, dove le diverse forme espressive si intrecciano e la comunità ritrova un luogo di incontro e visione condivisa. Dieci prime nazionali, produzioni originali e protagonisti di spicco della scena italiana renderanno il programma ricco e variegato, spaziando dal teatro musicale alla lirica, dal jazz al pop, fino alla comicità».
Tra gli appuntamenti più attesi, la prima assoluta dell’opera lirica “Cleopatra”, in programma l’11 ottobre e commissionata dal Festival stesso. Lo spettacolo dedicato a Jane Austen ha rappresentato il primo preludio della stagione, cui seguirà il 10 ottobre la performance della Cornelia Dance Company, “To my Skin”.
Jane Austen, una voce che continua a interrogarci
La serata è stata pensata per celebrare i 250 anni dalla nascita della scrittrice inglese, offrendo una riflessione sulla forza e sull’attualità del suo sguardo.
«Con questo tributo – hanno raccontato gli organizzatori – abbiamo voluto restituire una Austen che supera i confini del romanzo elegante, capace di svelare ingiustizie sociali, contraddizioni di classe e i vincoli imposti alle donne. La sua scrittura rimane una lente nitida sulla condizione umana, ancora oggi sorprendentemente viva».
Musica, danza e sentimento
La musica ha guidato lo spettatore in un itinerario emotivo fatto di danze, incontri e separazioni, proprio come nei romanzi di Austen, dove ogni passo di ballo diventa una metafora di scelta e destino. Tra ironia e grazia, il ballo è divenuto linguaggio, rito di passaggio e strumento di autodeterminazione.
Il repertorio ha attraversato le atmosfere delle sale da ballo inglesi e dei primi salotti borghesi europei, con pagine tratte da The English Dancing Master di John Playford (Grimstock, Parson’s Farewell, The Hole in the Wall, Bath Carnival, Zephyrs and Flora, The Corporation or Fête champêtre, All in a Garden Green, Greensleeves and Yellow Laces) e dalla Abdelazer Suite di Henry Purcell (Minuetto, Jig, Queen’s Jig).
Non sono mancati brani tratti da Priscilla Bunbury’s Virginal Book (The White Ribbon, Churton’s Farewell) e composizioni di Ignace Pleyel, W. Campbell, Mozart, M. P. Corri, Beethoven, Haydn, insieme a due anonimi autori di Jig e Braw Sailing, quest’ultimo simbolico per la sua eco di libertà femminile.
A suggellare la serata, un omaggio cinematografico: due brani legati alla colonna sonora di Pride and Prejudice (2005), il celebre Rondeau di Purcell e Dawn di Dario Marianelli, in un incontro poetico tra storia e contemporaneità.
L’incanto degli strumenti e la voce della parola
Il concerto è stato anche un percorso sonoro attraverso l’evoluzione degli strumenti musicali, grazie all’uso di cornamusa, tin whistle, flauti, spinetta, violino e pianoforte, capaci di evocare atmosfere d’altri tempi con sorprendente autenticità.
La violinista e cantante Maria Maddalena Scagnelli ha guidato l’ascolto, introducendo ogni brano con note storiche e curiose osservazioni musicali. Con lei si sono esibiti Daorsa Dervishi (flauto traversiere e traverso), Silvia Sesenna (spinetta e pianoforte) e Carlo Gandolfi (cornamusa e tin whistle), in un intreccio armonico di grande finezza.
Momento di particolare suggestione è stata la lettura di alcune pagine di “Orgoglio e Pregiudizio”, in lingua originale e in italiano, affidata a una rappresentanza del Liceo Classico Galluppi di Catanzaro (sezione Cambridge). Le parole di Austen, pronunciate da giovani voci, hanno restituito la vitalità di una scrittura che attraversa i secoli, rinnovandosi a ogni ascolto.
Tra note, emozioni e tempo sospeso
Un’occasione per danzare nel tempo, accanto a Jane Austen e alle sue protagoniste, riscoprendo il potere trasformativo dell’arte e la sua capacità di unire ciò che muta con ciò che resta, in un dialogo continuo tra memoria e presente.
Per le immagini e le informazioni si ringrazia l’Ufficio Stampa del Festival — Giuseppe Panella e Claudia Fisciletti — e la social media manager Anna Trapasso.

