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Mìcol Mei – Il richiamo del dirupo

Scritto da Red

“Chiunque si fosse trovato a passare per quella costa scoscesa e selvaggia, avrebbe certamente gettato l’occhio su quella bizzarra costruzione color verde pisello, ribattezzata “Pallido Rifugio”.
Essa troneggiava su un promontorio a picco sul mare, proprio dove molti secoli prima si narrava che venissero decapitati i più vigliacchi e pusillanimi cavalieri del signorotto di turno.
La casa, a due piani, era ridicolmente posta a filo con le rocce sgretolate dal vento e dall’erosione del tempo, come se desiderasse lanciarsi giù dalla scogliera da un momento all’altro ma attendesse un attimo preciso e ignoto per decidere di farlo. Nessuna persona ragionevole avrebbe mai comprato quel terreno per costruirci un edificio così imponente e dall’aspetto d’altra epoca, così possente e fragile allo stesso tempo. La casa, in stile vittoriano, era stata pensata per una famiglia numerosa, aveva vetrate aranciate incastonate nelle sue forme arrotondate, completamente in legno e pietra; era come uscita da un lezioso ed eccentrico racconto ottocentesco, e rubava la visuale dell’intero picco…”

Esordisce così il romanzo dell’autrice torinese Mìcol Mei, ll richiamo del dirupo, in libreria per Miraggi Edizioni. Redattrice cinematografica, modella d’arte, interprete e traduttrice letteraria, fin dalla sua biografia, Mei lascia intravedere ottime speranze di incappare in un buon libro, il suo, e infine a non disattenderle. Di base c’è l’amore e lo studio della cultura a tutto tondo: dalla musica, all’arte visiva, alla letteratura e al cinema, Mìcol Mei non tralascia nessuna forma artistica e sotto la sua penna tutto si trasforma in ammaliante poesia in prosa.
Quattro personaggi rispondono a un annuncio singolare: soggiornare in un’antica residenza su un dirupo, ormai crollata e quasi ridotta in macerie. In cambio, l’unica cosa richiesta loro è di tenere un diario delle proprie giornate. Centrale è la tematica della speranza, spesso vista come motore della vita, e qui riproposta in una chiave differente: non è forse questo sentimento a spingere le persone oltre le proprie capacità? A non fare i conti davanti ai propri limiti e debolezze?
La lettura, guidata dalle pagine di diario che si sovrappongono le une alle altre, procede rapida ma in apnea, perché a chi legge sembra sempre di non avere tutti gli elementi per comprendere la storia fino in fondo. Questo, già di per sé, non può che essere il messaggio sottinteso a tutta la narrazione: occorre scandagliare dentro l’interiorità di ogni singolo essere umano per comprendere realmente la sua storia, i suoi dolori. Perciò, anche il lettore che si troverà a convincersi di aver compreso tutto prima ancora di aver cominciato il libro, finirà lo stesso errore di cui sono vittima gli stessi protagonisti: il pregiudizio e il peso di una società che non riesce a farsi carico della loro sofferenza.

Titolo: Il richiamo del dirupo
Autrice: Mìcol Mei
Editore: Miraggi Edizioni

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Red

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