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Marco Mengoni Live al Cirque Royal (Bruxelles)

Scritto da Marco Restelli

Mengoni viaggia sereno fra le stelle del pop nazionale e internazionale.
Ne è la prova l’accoglienza che gli riserva il pubblico di Bruxelles.

Marco Mengoni sta attraversando un momento magico. Considerando che solo nel 2009 era sostanzialmente uno sconosciuto, la sua carriera potrebbe essere paragonata a quella di un missile che è stato lanciato nello spazio e ora sta già viaggiando, sereno, fra le stelle del pop nazionale e internazionale.
Ne è la prova l’accoglienza che gli riserva il pubblico di Bruxelles, in questa seconda data del suo tour europeo che prevede altre tappe importanti come Amsterdam, Parigi e Vienna. La sala del Cirque Royal, teatro del centro, è piena di trentenni e quarantenni, prevalentemente italiani ma non solo, visto che ci sono anche numerosi francofoni. Il concerto è praticamente sold out, l’ambiente è piuttosto caldo e la grande attesa di vedere Marco salire sul palco è palpabile.
Quando si spengono le luci e inizia l’intro strumentale, con l’ingresso di coriste e musicisti che si intravedono sullo sfondo, si capisce già che sarà una serata emotivamente intensa. Quando Mengoni fa il suo ingresso tradisce subito un po’ di emozione ma la voce è quella che tutti conosciamo: chiara, forte e senza sbavature. Il pezzo scelto per sciogliere il ghiaccio è l’uptempo “Non me ne accorgo” – a differenza di quello scelto per il breve tour italiano, appena terminato, che era invece una ballata – pescata dal fortunatissimo disco “Pronto a correre” (del 2013) e la cui title track viene subito sparata dopo un breve saluto, anche in francese, alla folla già in delirio.
Della sinuosa “Ad occhi chiusi” (già presente in “Le cose che non ho” del 2015) viene presentata la nuova versione inglese, in duetto con una delle coriste di colore dall’invidiabile voce soul, ma è quando iniziano le note di “Parole in circolo” che si capisce come la gente si immedesimi fortemente in quel brano che urla al mondo intero la voglia di sentirsi liberi da ogni condizionamento esterno, provando magari un po’ di compassione per chi continua a vivere una vita arida e piena di superbia. Lo stesso può dirsi per la seguente ballata “Esseri umani” che è la sua canzone più esplicitamente “sociale” e alla quale, a quanto detto dallo stesso Mengoni, si sente particolarmente legato.
La sorpresa della serata, quello che proprio non ti aspetti, succede durante l’esecuzione della canzone che a mio avviso è la più bella del suo repertorio: “Ti ho voluto bene veramente” (51 milioni di visioni su You Tube).  L’emozione, infatti, gli gioca un brutto scherzo e mentre accenna al ritornello scoppia in un pianto dal quale tenta in qualche modo di recuperare, senza riuscirci praticamente fino alla fine del brano, portato avanti solo dalle coriste. Nell’ormai manifesto scivolone emotivo, il pubblico – incredulo almeno quanto lui e al quale chiede umilmente scusa per l’accaduto – gli trasmette tutto l’affetto che forse neanche si aspettava, con una standing ovation degna delle esibizioni più importanti. Una volta rimessosi in sesto, procede con la scaletta programmata senza altri cedimenti, ma il feeling con i presenti ha ormai raggiunto livelli altissimi e quando parte con una coppia di suoi pezzi dance in inglese “Tonight” e “I got the fear” il teatro diventa quasi una pista da ballo.
Ci saranno altri momenti intensi però, come quando canta la nuovissima e malinconica “Sai che”, storia di un amore finito che proprio non riesce ad archiviare, oppure il brano col quale vinse Sanremo “L’essenziale” che forse resterà sempre un suo cavallo di battaglia anche in futuro.
Il finale pirotecnico con un medely dance ispirato a Moroder e l’inevitabile bis, con un medley reggae (belle le versioni di “Jamming” e “Could you be loved” di Bob Marley leggermente accelerate) dimostra la versatilità di Marco Mengoni e la sua estensione vocale da far invidia ai migliori crooner in circolazione. Quando tutta la band saluta e le luci si riaccendono, la soddisfazione sul viso delle persone è la prova evidente che le premesse per un’ulteriore ascesa di questo cantante, sulla scia dei numeri 1 come Tiziano Ferro, ci sono tutte.
Sinceramente glielo auguro di cuore, a dispetto di chi lo considera erroneamente solo uno dei tanti “prodotti in serie” uscito dai talent show.

Ringraziamo Gianluca Talento per averci fornito la sua foto di repertorio di Marco Mengoni

About the author

Marco Restelli

Originario di Latina, ma trapiantato ormai stabilmente a Bruxelles. Collaboro con diversi siti musicali. Collezionista di dischi dai primi anni '80, ascolto praticamente ogni tipo di musica, distinguendo solo quella che mi emoziona da tutto il resto.
In progetto: l'attività di promoter di eventi live di artisti emergenti nel Benelux. Sono orgogliosamente cattolico, ma ritengo che la tolleranza sia alla base delle relazioni umane. Se dovessi salvare un solo disco, fra i miei 3500, sceglierei "Older" di George Michael. La mia più grande passione, oltre alla musica: la mia famiglia e i miei tre bambini.

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