Sound&Vision

Marcello Molinari quintet feat. Joe Locke @ Bologna Jazz Festival

Joe ha regalato quasi due ore di un jazz stilisticamente perfetto ma soprattutto leggero; sì perché il suo vibrafono ha suonato come il volo di una farfalla che ondeggia qua e là

Finalmente Joe Locke è arrivato nel nostro paese per l’unica data prevista, da Londra a San Giovanni in Persiceto per poi il giorno dopo andare a New York.
Joe ha regalato quasi due ore di un jazz stilisticamente perfetto ma soprattutto leggero; sì perché il suo vibrafono suona come il volo di una farfalla che ondeggia qua e là senza mai, e dico mai, invadere la sensibilità uditiva dell’ascoltatore. Anche come si è presentato al pubblico (numeroso) del teatro, sembrava che tutto volasse senza fare rumore. Attento osservatore ma soprattutto un vero artigiano dello strumento, con la sua grande dote di rispetto per la natura degli spazi sonori, mantiene i piedi ben saldi a terra tra passato e futuro. 
Joe apre ogni brano da solo per poi, con un cenno impercettibile, far entrare tutto il Quartetto in maniera “sfumata”. Una serata sostenuta melodicamente e ritmicamente dal Quartetto, ormai riconosciuto per la professionalità e musicalità con scambi continui di sorrisi e leggerezze tra tutti i membri. Momento particolare della serata quando Joe ha reso omaggio alla professionalità di tutto il quartetto spiegando che in Italia difficilmente si riesce a suonare con tanto affiatamento e senza perdere la pazienza!
Aggiungo che l’intesa con Andrea Ferrario, noto per aver scritto e suonato le parti dei fiati dell’ultimo disco di Vasco, era perfetta. Joe l’ho apprezzato come vero professionista, severo ma consapevole che quando si fanno serate come questa tutto diventa più facile.

Articolo e foto: Alessandro Ettore Corona

 

Teatro Fanin San Giovanni in Persiceto (Bo)
15. 11. 2021
Joe Locke vibrafono
Andrea Ferrario Sax tenore.
Marcello Molinari batteria,
Claudio Vignali pianoforte,
Giannicola Spezzigu contrabbasso

 

About the author

Alessandro Ettore Corona

Alessandro Corona nasce a Bassano del Grappa (VI) nel ’57. Dopo aver vissuto in varie zone del Veneto, si trasferisce a Bologna negli anni’70, seguendo tutto il movimento artistico di quel periodo; dai fumetti di A. Pazienza e N. Corona, alla musica rock britannica e americana, a quella elettronica di stampo tedesco, al cinema d’avanguardia tedesco e francese, per approdare poi alla scoperta della fotografia internazionale seguendo corsi di approfondimento e di ricerca.

Scatto per non perdere l’attimo.
Esistono delle cose dentro ognuno di noi, che vanno messe a fuoco.
Esistono cose che ci circondano e che non vanno mai perse, attimi che possono cambiare il nostro futuro; ognuno di noi ha un’anima interiore che ci spinge verso quello che più ci piace o ci interessa.
Io uso la macchina fotografica come un prolungamento del mio braccio, la ritengo un contenitore enorme per catturare tutti quei momenti che mi appartengono.
Passato e futuro si uniscono fondendosi insieme e per caratterizzare l’anima degli scatti creo una “sensazione di fatica” nella ricerca dell’immagine mettendo in condizione l’osservatore, di ragionare e scoprire sé stesso dentro l’immagine.
Trovo interessante scattare senza pensare esattamente a quello che faccio; quando scatto il mio cuore muove un’emozione diversa, sento che la mia mente si unisce con estrema facilità al pulsante di scatto della mia macchina, non esito a cercare quel momento, non tardo un solo secondo per scattare senza riflettere.
Il mio mondo fotografico è principalmente in bianco e nero, il colore non lo vedo quasi più, la trasformazione cromatica è immediata.
Non esito: vedo e scatto!
La riflessione per quello scatto, si trova in mezzo tra il vedere e lo scattare senza esitare sul risultato finale, senza perdere tempo in quel momento.
Diventa immediato per me capire se quello che vedo e che intendo scattare può essere perfetto,
non trovo difficile esprimere quello che voglio, la macchina fotografica sono io.
Ogni scatto, ogni momento, ha qualche cosa di magico, so che posso trasmettere una riflessione quindi scatto senza cercare la perfezione estetica perché nella fotografia la foto perfetta non esiste, esiste solo la propria foto.
Works:
Fotografo e grafico: Mantra Informatico (cover CD), Elicoide (cover LP)
Fotografo ufficiale: Star for one day (Facebook). Artisti Loto (Facebook)
Fotografo ufficiale: Bowie Dreams, Immigrant Songs, Roynoir, Le Sciance, Miss Pineda.
Shooting: Federico Poggipollini, Roynoir, Heide Holton, Chiara Mogavedo, Gianni Venturi, Double Power big band, Progetto ELLE, Star for one day, Calicò Vintage.
Radio: Conduttore su LookUp radio di un contenitore artistico, con la presenza di artisti.
Fotografo ufficiale: John Wesley Hardyn (Bo), Reelin’and Rocking’ (Bo), Fantateatro (Bo), Nero Factory (Bo), Valsamoggia Jazz club (Bazzano), Friday Night blues (Bo), Voice club (Bo), Stones (Vignola), il Torrione (Fe), L’officina del gusto (Bo), Anzola jazz, Castelfranco Emilia blues, Bubano blues, Mercatino verde del mondo (Bo), L’Altro Spazio (Bo), Ramona D’Agui, Teatro del Pratello (Bo), P.I.P.P.U Domenico Lannutti, Insegui L’Arte (Badolato CZ), Artedate (Mi), Paratissima Expo (To), Teatro Nuovo e club Giovane Italia(Pr), Teatro Comunale e Dehon (Bo), Teatro delle Passioni (Mo).

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