Finalmente Joe Locke è arrivato nel nostro paese per l’unica data prevista, da Londra a San Giovanni in Persiceto per poi il giorno dopo andare a New York.
Joe ha regalato quasi due ore di un jazz stilisticamente perfetto ma soprattutto leggero; sì perché il suo vibrafono suona come il volo di una farfalla che ondeggia qua e là senza mai, e dico mai, invadere la sensibilità uditiva dell’ascoltatore. Anche come si è presentato al pubblico (numeroso) del teatro, sembrava che tutto volasse senza fare rumore. Attento osservatore ma soprattutto un vero artigiano dello strumento, con la sua grande dote di rispetto per la natura degli spazi sonori, mantiene i piedi ben saldi a terra tra passato e futuro.
Joe apre ogni brano da solo per poi, con un cenno impercettibile, far entrare tutto il Quartetto in maniera “sfumata”. Una serata sostenuta melodicamente e ritmicamente dal Quartetto, ormai riconosciuto per la professionalità e musicalità con scambi continui di sorrisi e leggerezze tra tutti i membri. Momento particolare della serata quando Joe ha reso omaggio alla professionalità di tutto il quartetto spiegando che in Italia difficilmente si riesce a suonare con tanto affiatamento e senza perdere la pazienza!
Aggiungo che l’intesa con Andrea Ferrario, noto per aver scritto e suonato le parti dei fiati dell’ultimo disco di Vasco, era perfetta. Joe l’ho apprezzato come vero professionista, severo ma consapevole che quando si fanno serate come questa tutto diventa più facile.
Articolo e foto: Alessandro Ettore Corona
Teatro Fanin San Giovanni in Persiceto (Bo)
15. 11. 2021
Joe Locke vibrafono
Andrea Ferrario Sax tenore.
Marcello Molinari batteria,
Claudio Vignali pianoforte,
Giannicola Spezzigu contrabbasso