Non è facile trasmettere emozioni e rendere chiari e semplici concetti che sembrano alle volte così difficili da comprendere, eppure il prof. Leonardo Arena c’è riuscito ancora una volta. A Roma, nei giorni scorsi, c’è stato un doppio appuntamento con lui, in uno lo abbiamo ascoltato (all’IPad) con Raffaele Catà (al basso elettrico) nell’ Atman Sound Project, nell’altro lo abbiamo seguito in una serata dedicata a Giacinto Scelsi, uno dei più importanti compositori della cultura musicale contemporanea, noto per i suoi lavori di musica microtonale e il primo adepto della dodecafonia in Italia.
Entrambe le serate sono state ospitate in luoghi storici e molto suggestivi: la prima si è svolta a Libreria Museo del Louvre una wunderkammer dedicata alla cultura del Novecento, che oltre a libri, periodici e cataloghi d’arte, propone fotografie e manifesti originali, disegni, quadri e altre opere visive; l’altra ha avuto luogo al Museo Scelsi, dove risiede la Fondazione omonima dedicata al compositore.
Studioso, insegnante universitario, scrittore e musicista, Leonardo Vittorio Arena stupisce il pubblico, che alla fine di ogni sua performance, musicale e non, si mostra sempre interessato, riservandogli generosi applausi e ponendogli molte domande.
Per il Prof. Arena musica e filosofia si intersecano profondamente perchè entrambe sono mezzi di conoscenza e diventano terreno fertile per creare nuove e infinite possibilità di confronto. Quando la sua filosofia del nonsense incontra la musica nasce il non-suono e con questo l’ Atman Sound Project con la sua improvvisazione musicale radicale. Proprio questa improvvisazione consente il fluire dell’evento musicale in maniera spontanea, senza forme prefissate come l’aspetto melodico, armonico o ritmico che ingabbierebbero la purezza e la spontaneità dell’atto stesso in divenire. L’ascoltatore e il musicista si spogliano di tutte le aspettative, sembrano essere nudi di fronte a questa musica composta anche con il suono del silenzio, del rumore e del caso.
La musica nella sua totalità è una possibilità di trasformazione, sia per l’ascoltatore che per l’artista, proprio perché penetra nell’impalpabile e aiuta nell’evoluzione spirituale dell’essere, l’ascolto della musica ci aiuta a diventare noi stessi in libertà. La cosa più bella è proprio questa infatti, di tornare a casa e pensare e sentire quello che più ci piace.
Qui di seguito un esperimento di ICONOFONIA, un video realizzato dall’artista Benedetta Montini (Libreria Museo del Louvre) che incontra l’Atman Sound Project