Recensioni

La Rappresentante Di Lista – My Mamma

La rappresentante di Lista sforna un disco maturo, mai fuori fase, che ci protegge e rassicura come solo una mamma sa fare.

Sono stati la mina vagante dell’ultimo Festival di Sanremo. La travolgente “Amare” ha saputo stupire sia chi li segue da tempo sia chi si è accostato a loro per la prima volta. Merito della scrittura geniale di Dario Mangiaracina e della voce mutevole di Veronica Lucchesi. Con il nuovo disco My Mamma, La Rappresentante Di Lista punta ad ampliare maggiormente il proprio target di estimatori.
“Religiosamente”, primo tassello di quest’ultima fatica, è un flusso di emozioni incerte convogliate in un tappeto cromatico di art pop elettronico. La nostra sensibilità è stimolata ulteriormente con “Oh Ma Oh Pa”, un limpido salmo di riconciliazione, mentre “Alieno” è un brano fatto di tutt’altra pasta: un basso rindondante ci scava intimamente, facendo crollare ogni nostra resistenza. Il ritornello altamente radiofonico ci dà il colpo di grazia e siamo felici di poter partecipare a questa danza caotica. “Sarà” pone le sue radici nell’inquietudine, sfruttando a loop un ritmo esasperato con a capo le percussioni di Marta Cannuscio.
La canzone che hanno portato a Sanremo, “Amare”, parla di un sentimento libero che battezza una rinascita personale e per questo va vissuto senza tabù o barriere.
La produzione di Dario Faini, in arte Dardust, è più di una garanzia. L’affermazione esistenziale passa anche da “V.G.G.G. (Very Good Glenn Gould)”, una dedica al pianista degli anni 50 da sempre simbolo di modernità e raffinatezza. La composizione stessa incarna questi due aspetti, messi in rilievo da parole sprezzanti scagliate come frecce estratte da una faretra realizzata con milioni di pregiudizi disattesi.
La toccante “Paesaggi Stranieri” lacera incessantemente il nostro spirito fiaccato da tante convinzioni malriposte. Il messaggio contro la violenza è cristallino in “Resistere”, ma Veronica ci tiene a scandirlo usando un timbro vocale affine al rap, che si colora di una melodia trascinante solo nel chorus.
La musica svanisce, il dolore rimane. La fragorosa collisione tra il noise dei Sick Tamburo e le ostentate sonorità techno di Cosmo generano un ibrido intitolato “Mai Mamma”, degno epilogo per un disco maturo, mai fuori fase, che ci protegge e rassicura come solo una mamma sa fare.

La Rappresentante Di Lista
Woodowrm Label
Locusta Booking

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Giovanni Panebianco

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