Siete sulla scena musicale già da molti anni con alcuni cambi di line-up interni al gruppo, ma fuori di voi quali sono stati i cambiamenti più importanti che vi hanno scosso musicalmente parlando?
Ascoltare e riascoltare cose passate è un atteggiamento che con il tempo ci tocca sempre di più.
La musica migliore è quella che ascoltavi a sedici anni – almeno così si dice – e i nostri riferimenti di oggi, in fondo, provengono più o meno consapevolmente da quella stagione: la musica dei cantautori, vecchi e nuovi. Poi più di recente i Valentina Dorme, i Massimo Volume, i dEUS… ma sono solo i primi tre nomi che ci vengono in mente.
Con il vostro album omonimo avete voluto comunicare qualcosa di preciso ai vostri ascoltatori?
Non abbiamo l’ambizione di pensare che la nostra musica debba per forza comunicare qualcosa di preciso, ognuno ci trova quel che vuole. Facciamo canzoni perché ci piace farlo, è un modo per dire a chi ci ascolta come viviamo le cose che ci capitano. Poi ad esempio, se in una canzone si parla di due persone che si lasciano, è facile rivolgersi direttamente a chi ti ascolta, anche solo per statistica.
Cerchiamo di essere sinceri e forse è anche per questo che il nostro primo disco non poteva che essere omonimo. Lunghe discussioni e un buon numero di titoli provvisori ci hanno permesso di capire che Là-bas sarebbe stata l’espressione più adatta per raccogliere queste canzoni, nate da un percorso che – in circa dieci anni – ha coinvolto diverse persone e ha attraversato età differenti.
Per concludere potremmo dire che non vogliamo giudicare la realtà da una certa distanza, ma ci piace piuttosto raccontare le cose che vediamo da vicino. Tutto qui.
Che ruolo riveste la parola nella vostra musica?
Il ruolo che riveste la parola nella nostra musica è legato al tempo che impieghiamo per trovare quella parola. Tantissimo tempo. Le parole sono quindi molto ingombranti, ma cerchiamo di farle accomodare nella musica (non senza qualche incidente di percorso, tipo avere diverse versioni del testo per ogni canzone) perché siamo sempre alla ricerca della “parola”, quella giusta. È una questione di rispetto per chi ascolta… e anche per noi stessi! Pensiamo sia importante contare fino a dieci prima di dire una cosa, per un testo è più o meno lo stesso.
Quali sono le fonti di ispirazione, musicali (e non) dei Là-bas?
In ordine sparso: i lunghi discorsi nei film di Rohmer, la pausa pranzo dei gruppi di colleghi che ci capita di sentire mentre sediamo al tavolo vicino, le canzoni che vengono bene chitarra e voce, i traslochi, i R.E.M. di Fables of the Reconstruction, il grunge quando era grunge, i pomeriggi al parco, le opere di Paolo Leonardo, il primo disco dei Van Pelt, Dry the Rain della Beta Band. Prendere un volo low cost.
Annalisa Nicastro