Sound&Vision

Jerry Joseph @ Ca’ Berti

La bella follia di Jerry Joseph

Jerry Joseph è un musicista che vive a Portland nell’Oregon, ma è anche un grande viaggiatore e ama portare in giro per il mondo la sua musica e la sua rabbia. È stato inserito nell’Oregon Music Hall of Fame ma nessuno lo sa, come nessuno sa che suona in più di 150 concerti all’anno in tutta l’America, a volte anche in Messico e America centrale. Si è esibito inoltre in Libano, Israele, India e Iraq curdo, spingendosi fino in zone di guerra e campi profughi, senza però dimenticare l’Europa e in questo caso l’ Italia, in un posticino piccolo ma accogliente, tra i cipressi e il silenzio totale delle prime alture del modenese.
Jerry non ha bisogno di palchi enormi e tantomeno di fan sfegatati, lui deve trasmettere quello che la gente non ascolta, a lui piace creare un’atmosfera diversa dove chi ascolta, non può dire di no. Non a caso oltre ai tour continui, ha creato una no-profit chiamata Nomad Music Foundation che agisce come una sorta di School of Rock per gli adolescenti sfollati nelle aree di conflitto, richiamando all’attenzione Rolling Stone, Relix e PBS New Hour.
Durante il periodo della pandemia, Jerry ha trasmesso ogni giovedì da casa sua, un concerto virtuale per paura di non essere abbastanza presente con i suoi fan!
La sua musica ha anche avuto un debole per il punk rock pur mantenendo questo stile inconfondibile cantando a squarcia gola e battendo in maniera ripetuta le corde come fossero continue frustate sulle schiene dei prigionieri sparsi in tutto il mondo. Jerry non ha un vero confine, tutte le volte lo scavalca, va oltre la ricerca umana, se ne appropria e la semina in giro per i palchi. È consapevole di quello che porta, ecco perché tutti lo seguono da ogni angolo del pianeta.
Il nuovo disco “The beautiful madness” è un po’ il riassunto di tutto questo, ha avuto la forza di chiudere con le dipendenze per continuare il suo percorso intrapreso scommettendo sulla vita e non sulla morte. Lo trovo affascinante se pur pieno di curve, però non demorde mai, e questo modo ripaga sicuramente degli sforzi da lui stesso sostenuti.

Ca’ Berti Castelvetro (Mo) 27 4 2023
Jerry Joseph chitarra e voce

About the author

Alessandro Ettore Corona

Alessandro Corona nasce a Bassano del Grappa (VI) nel ’57. Dopo aver vissuto in varie zone del Veneto, si trasferisce a Bologna negli anni’70, seguendo tutto il movimento artistico di quel periodo; dai fumetti di A. Pazienza e N. Corona, alla musica rock britannica e americana, a quella elettronica di stampo tedesco, al cinema d’avanguardia tedesco e francese, per approdare poi alla scoperta della fotografia internazionale seguendo corsi di approfondimento e di ricerca.

Scatto per non perdere l’attimo.
Esistono delle cose dentro ognuno di noi, che vanno messe a fuoco.
Esistono cose che ci circondano e che non vanno mai perse, attimi che possono cambiare il nostro futuro; ognuno di noi ha un’anima interiore che ci spinge verso quello che più ci piace o ci interessa.
Io uso la macchina fotografica come un prolungamento del mio braccio, la ritengo un contenitore enorme per catturare tutti quei momenti che mi appartengono.
Passato e futuro si uniscono fondendosi insieme e per caratterizzare l’anima degli scatti creo una “sensazione di fatica” nella ricerca dell’immagine mettendo in condizione l’osservatore, di ragionare e scoprire sé stesso dentro l’immagine.
Trovo interessante scattare senza pensare esattamente a quello che faccio; quando scatto il mio cuore muove un’emozione diversa, sento che la mia mente si unisce con estrema facilità al pulsante di scatto della mia macchina, non esito a cercare quel momento, non tardo un solo secondo per scattare senza riflettere.
Il mio mondo fotografico è principalmente in bianco e nero, il colore non lo vedo quasi più, la trasformazione cromatica è immediata.
Non esito: vedo e scatto!
La riflessione per quello scatto, si trova in mezzo tra il vedere e lo scattare senza esitare sul risultato finale, senza perdere tempo in quel momento.
Diventa immediato per me capire se quello che vedo e che intendo scattare può essere perfetto,
non trovo difficile esprimere quello che voglio, la macchina fotografica sono io.
Ogni scatto, ogni momento, ha qualche cosa di magico, so che posso trasmettere una riflessione quindi scatto senza cercare la perfezione estetica perché nella fotografia la foto perfetta non esiste, esiste solo la propria foto.
Works:
Fotografo e grafico: Mantra Informatico (cover CD), Elicoide (cover LP)
Fotografo ufficiale: Star for one day (Facebook). Artisti Loto (Facebook)
Fotografo ufficiale: Bowie Dreams, Immigrant Songs, Roynoir, Le Sciance, Miss Pineda.
Shooting: Federico Poggipollini, Roynoir, Heide Holton, Chiara Mogavedo, Gianni Venturi, Double Power big band, Progetto ELLE, Star for one day, Calicò Vintage.
Radio: Conduttore su LookUp radio di un contenitore artistico, con la presenza di artisti.
Fotografo ufficiale: John Wesley Hardyn (Bo), Reelin’and Rocking’ (Bo), Fantateatro (Bo), Nero Factory (Bo), Valsamoggia Jazz club (Bazzano), Friday Night blues (Bo), Voice club (Bo), Stones (Vignola), il Torrione (Fe), L’officina del gusto (Bo), Anzola jazz, Castelfranco Emilia blues, Bubano blues, Mercatino verde del mondo (Bo), L’Altro Spazio (Bo), Ramona D’Agui, Teatro del Pratello (Bo), P.I.P.P.U Domenico Lannutti, Insegui L’Arte (Badolato CZ), Artedate (Mi), Paratissima Expo (To), Teatro Nuovo e club Giovane Italia(Pr), Teatro Comunale e Dehon (Bo), Teatro delle Passioni (Mo).

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