“Rising star” è stato definito così negli ultimi 5 anni dalla rivista Downbeat, Jeremy Pelt, conferma anche questa sera al Blue Note a Milano, il suo momento migliore. Questa sera mancava al gruppo la percussionista Acevedo che arricchiva i pezzi con la parte percussiva del quintetto. Ma niente paura, il quartetto rimasto ha dato prova di virtuosismo con preziosi assoli di Pelt alla tromba, di Mednard alla batteria, con un solo lunghissimo, perfetto, di Gould al piano che nei pezzi lenti accarezza la tastiera del pianoforte con una delicatezza che lascia estasiati e di Carter
al contrabbasso che esegue con velocità e maestria passaggi molto virtuosi.
Un po di funky serpeggia tra le note, ma non stona con il resto delle armonie più contemporanee, qualche acuto ben ricercato lascia al pubblico, molto attento, il biglietto da visita di un trombettista, tra i più acclamati sulla scena Newyorkese, che difficilmente si potrà dimenticare.
Ringraziamo il Blue Note, il suo ufficio stampa e gli artisti
Articolo e Fotografie di Erminio Garotta