Da cinque anni Goran Kuzminac manca alla musica e al mondo. Oltre che uno splendido musicista, innovatore della chitarra e cantautore eclettico aperto a collaborazioni e contaminazioni, Kuzminac era persona cordiale, simpatica e generosa.
Di origine serba, Goran era medico e faceva il musicista, occupandosi anche di musicoterapia. Era un piacere starlo ad ascoltare, non solo in tv (non appariva spessissimo, per la verità) o nei dischi, ma dal vivo sul palco di un teatro come in un piccolo locale, quando regalava canzoni e aneddoti magari sorseggiando del buon vino rosso.
Era un gigante buono Goran, non solo nel fisico, ma come persona e musicista. Ha dato tanto alla musica italiana (sviluppò la particolare e raffinata tecnica del finger-picking che divenne una caratteristica peculiare del suo modo di suonare la chitarra facendo scuola in Italia) e forse non ha avuto in cambio abbastanza.
Dice bene infatti il maestro Diego Basso in apertura di serata che Kuzminac, dopo il grande successo dei suoi primi dischi (Ehi, ci stai? e Stasera l’aria è fresca) e le collaborazioni con grandi nomi come Francesco De Gregori, Ivan Graziani, Ron, Mario Castelnuovo e Grazia di Michele, è stato dimenticato troppo a lungo finché era in vita. “Riscoperto” negli ultimi suoi anni anche grazie all’amicizia con Roberto Ceron e L’Art Voice Academy, tornato sulle scene e sui palchi con alcuni bellissimi concerti, è andato via troppo presto per potersi godere appieno il secondo tempo della sua carriera. Anche per questo ora è straordinariamente bello ed emozionante ricordare la sua figura di poeta e musicista qual era ed è, in serate come questa del 29 settembre scorso, in cui amici musicisti si sono ritrovati a suonare e cantare con tutto il pubblico che da sempre ama le sue canzoni.
Nella splendida cornice dell’ottocentesco Teatro Sociale di Cittadella, provincia di Padova, al cantautore ed amico Goran Kuzminac è stato dedicato Il Viaggio, un concerto-tributo sotto la direzione artistica e musicale del maestro Diego Basso, condotto con garbo e professionalità da Claudia Ferronato.
Sul palco, a far da padrone di casa il cantante e amico Roberto Ceron, voce storica dell’Art Voice Academy di Castelfranco Veneto, affiancato magistralmente dal Quartetto Archimia, da Giacomo Lelli (già flautista di Kuzminac per ben 26 anni) e da cinque maestri dell’Orchestra Ritmico Sinfonica Italiana, tra cui Sergio Borgo alla chitarra e Francesco Signorini alle tastiere.
Una carrellata di ricordi e aneddoti hanno accompagnato splendidi brani della storia musicale di Kuzminac, dai più noti e già citati successi degli esordi ad altri che tornano alla mente appena si sente partire l’intro di chitarra, come Stella del Nord, Mordi la vita, E mi sorprende, senza dimenticare quelli meno famosi ma forse ancor più intensi, come Dietro un respiro (proposta in un inedito arrangiamento voce ed archi), Sogno, Fantasia, Le ragazze di domani.
A chiudere la serata, tra gli applausi affettuosi di un pubblico attento e partecipe, non poteva che essere la struggente Il viaggio, una sorta di inconsapevole saluto di commiato.
Si ringraziano i musicisti e il personale del Teatro Sociale di Cittadella (PD) per la cortesia e la disponibilità.
Roberto Ceron
Giacomo Lelli
Quartetto Archimia
Band dell’Orchestra Ritmico Sinfonica Italiana
Direzione artistica M° Diego Basso