La maggior parte dei libri scritti sulla storia della musica reggae ruotano spesso intorno alla figura di Bob Marley (la star sicuramente più riconosciuta internazionalmente ma non in patria!) e si concentrano troppo sulla scena inglese piuttosto che su quella giamaicana, vista e analizzata solo in termini di opposizione. Solid Foundation il libro che porta la firma di David Katz, famoso giornalista musicale e uno tra i più importanti esperti di reggae in tutto il mondo, è fortunatamente diverso. Libro scritto qualche anno fa e sbarcato in Italia grazie a Stampa Alternativa, è un racconto corale che lascia parlare i musicisti (scelti tra i più noti e meno noti), i tecnici del suono, i produttori e gli innumerevoli dj dei dancehall che parlano della loro esperienza, portano la loro testimonianza e il loro punto di vista e raccontano gli aneddoti del periodo. Katz raccoglie le storie di tutti quelli che hanno fondato il reggae fornendo al lettore uno spaccato sociale e politico del momento nel quale questa musica è nata e si è evoluta. Pagina dopo pagina il lettore scoprirà la straordinaria ricchezza della musica reggae e la sua storia complessa nata in una piccola isola dei Caraibi, segnata dal colonialismo, dalla schiavitù, dalla violenza e dalla povertà come ricordano queste parole di Yabby You: “Quando i miei avi erano qui prima di me, hanno cercato di usare questa musica reggae come affermazione, per affermare la nostra dignità e far affermare una musica che raggiungesse il resto del mondo e così tutto il mondo ci avrebbe dovuto riconoscere come nazione”. La crescita di questa musica, con i suoi diversi stili, va di pari passo con gli sviluppi storici e i problemi legati ad una nazione in via di sviluppo, ricordiamo che nel 1962 l’isola ottenne l’indipendenza dal Regno Unito e che festeggiò l’evento con una creazione tutta giamaicana che fece poi il giro del mondo: lo ska che con i suoi pezzi in levare rifletteva l’ottimismo dell’indipendenza appena ottenuta. “La musica ska, è da lì che siamo partiti. Abbiamo sentito l’energia e abbiamo incominciato a fare ska, poi abbiamo sentito l’energia cambiare e abbiamo fatto rock steady e poi l’energia è cambiata di nuovo…Siamo cambiati e abbiamo detto che volevamo il reggae” questa frase di Lee Perry mostra come la musica reggae e i suoi stili si siano evoluti grazie a cicli di rinnovamento continui attraverso la sperimentazione di sonorità nuove (roots, dub, dance hall per esempio) e grazie alla creatività dei suoi molteplici musicisti che di volta in volta hanno cercato di adattarsi ai nuovi cambiamenti.
Il messaggio liberatorio del reggae ha unito, e continuerà a farlo, una moltitudine di gente comune che ha ballato il suo ritmo in ogni continente a dimostrazione della universalità del suo messaggio che dà voce a tutte le lotte perché il reggae nasce per aiutare la gente, tutti attraverso il suo ritmo del cuore diventano uguali nei diritti e nella giustizia.
Godiamoci dunque questo bellissimo viaggio nella musica giamaicana.
Annalisa Nicastro (6.9.09)
Solid Foundation
David Katz
Stampa Alternativa