1) Teho Teardo – Grief is the thing with feathers – Specula records
Nel 2017 Teho Teardo legge Il dolore è una cosa con le piume, opera prima di Max Porter. Il musicista rimane soggiogato dalla lettura del libro stillante dolore, intriso di quella sofferenza fisica che deriva dalla perdita della persona amata. In men che non si dica queste suggestioni letterarie, nella mente acutissima di Teardo, assumono sembianze musicali.
Smarrimento, incredulità, rifiuto, disperazione, angoscia, vuoto…Gli otto brani che compongono l’album riescono a tinteggiare magistralmente la policromia del dolore. Le otto tracce dipingono minuziosamente la dissonanza emozionale che assale chi è orbato di una persona cara.
Un disco cupo, immaginifico, evocativo, notturno.
Archi ora rabbiosi, ora struggenti; strumenti in crescendo fino a raggiungere il parossismo emotivo e sonoro per poi affievolirsi e dileguarsi.
Disco complesso, in cui ogni pezzo richiama sensazioni, immagini, ricordi.
Un capolavoro!
2) Echo Collective- Jóhann Jóhannsson- 12 Conversations with Thilo Heinzmann – Deutsche Grammophon
Artefice di Echo collective plays Amnesiac, uno degli album più belli e coraggiosi del 2018, il quartetto d’archi belga torna con 12 Conversations with Thilo Heinzmann, nato dalla collaborazione con il geniale compositore islandese Jóhann Jóhannsson, morto prematuramente, prima che il disco vedesse la luce. Gli Echo Collective sono quattro superbi musicisti dotati non solo di tecnica inappuntabile, ma anche di passione, fisicità, slancio. Questo è un album profondamente dolente, pervaso da, per citare lo scrittore giapponese Yasushi Ynoue, “Un che di struggente che penetra nel cuore”. Si ha quasi paura a parlare di questo lavoro, perché le parole difficilmente riusciranno a rendere giustizia a una bellezza tale da lasciare ammutoliti e ammirati.
3) Evi Vine – Black Light White Dark – Solemn Wave Records
La musica, quella bella, possiede innumerevoli poteri, tra cui la capacità di evocare immagini, materializzare paesaggi, concretizzare suggestioni. L’ascolto di Black Light White Dark rimanda a scenari apocalittici, a lande deserte, suggerisce atmosfere di desolazione, abbandono, solitudine. La voce vitrea, delicata, quasi sussurrata di questa straordinaria artista, canta l’angoscia in tutte le sue sfumature, celebra il dolore sia personale, sia cosmico. La musica potente e, al tempo stesso, essenziale raggiunge ora la violenza di una vera e propria deflagrazione, ora si fa intensamente evocativa, nel segno della migliore darkwave che si possa immaginare. Questo album, di suggestiva bellezza, possiede un fascino oscuro e dolente che conquista fin dal primo ascolto.
4) Bob Mould – Sunshine Rock – Merge Records
A tre anni dall’ultimo album il ritorno, in grandissimo stile, di Bob Mould, nome leggendario del panorama musicale internazionale che, insieme agli Hüsker Dü, ha scritto alcune delle pagine più belle dell’hardcore punk. Il tempo non ha minimamente scalfito né l’estro creativo, né la splendida voce di Mould. I dodici brani che compongono Sunshine Rock sono tirati, irruenti, dirompenti, diretti, potenti, rapidi, ripieni di energia violenta e sanguigna. Nessuna caduta di tono, perfezione dalla prima all’ultima canzone. Una sola citazione, a titolo puramente esemplificativo, I fought, travolgente e fulminea, con uno splendido testo, nel migliore stile di Mould “You’re in my memory/You’re in my history/You’re in my everything/I fought for you and I fought with you/I fought for everything you told me to”
5) The Dream Syndicate – These Times – ANTI Records
Calcare le scene da quarant’anni e continuare a suonare con l’entusiasmo dirompente di ragazzini per la prima volta sul palcoscenico. I Dream Syndicate tornano dopo due anni con un album perfettamente riuscito. Non una nostalgica e bieca operazione commerciale, ma un disco ispirato, appassionato, che ha molto da dire. Un rock psichedelico robusto ed energico, in cui le corrosive chitarre di Wynn e Victor, lo spietato basso di Walton, e l’energica batteria di Duck dilagano come un fiume in piena. Dieci brani dai quali traspare pienamente il gusto e la voglia di fare musica per divertirsi e divertire.