Per sfuggire al clima di caccia alle streghe, Keith, Brian, Anita ed un altro personaggio, Tom Keylock, che avrà una certa importanza negli ultimi mesi di vita di Brian e persino dopo, partono verso il Marocco in auto. Al confine tra Francia e Spagna però Brian va in overdose e viene ricoverato in un ospedale spagnolo. Una volta fuori pericolo, invita premurosamente gli amici a continuare il viaggio, lui li raggiungerà in un secondo tempo. Anita non se lo lascia ripetere due volte e se ne va col resto della comitiva, lasciando Brian da solo in ospedale. Lontano da lui a dai suoi eccessi, apprezza le attenzioni che il più quieto Richards le aveva sempre riservato e tra i due nasce una relazione.
Quando finalmente Brian raggiunge il gruppo a Tangeri, si accorge facilmente della loro intesa sentimentale e per tutta risposta si fa trovare strafatto a letto con due prostitute berbere. Il violento litigio che ne segue spinge il gruppo ad andarsene e a lasciare Brian di nuovo da solo.
Brion Gysin, un artista che conosceva molto bene il Marocco perché aveva vissuto stabilmente a Tangeri e che aveva accompagnato il gruppo durante la permanenza, nel suo Moroccan Mishap with the Strolling Ruins riporta che Tom Keylock lo incarica di portare Brian in giro per allontanarlo dagli altri perché un mucchio di cronisti sono atterrati a Tangeri e ha paura che quello che oramai è considerato l’anello debole del gruppo si dia a dichiarazioni inopportune. È evidentemente un diversivo. Dopo essere rientrato in hotel, Brian chiama Gysin al telefono, piange. Gli chiede di andare da lui perché se ne sono andati via tutti, lo hanno lasciato solo, senza nemmeno lasciargli un messaggio.
Il fatto che Anita si legherà stabilmente a Richards impedirà ancora di più alla band di funzionare come prima, perché i due diventeranno l’incarnazione dell’abbandono, del tradimento e del rifiuto.
I processi, il carcere e la perizia psichiatrica
Il ritorno in Inghilterra è segnato dal processo a Jagger e Richards, ma ora l’obiettivo degli agenti e della stampa è Jones, gli stanno col fiato sul collo. Tom Keylock era stato incaricato dagli Stones di tenere Brian lontano dai guai e di controllare che rimanesse pulito, tuttavia, a maggio del ‘67, la polizia perquisisce casa di Brian e trova una piccola quantità di marijuana e una fialetta al cui interno vi sono tracce di cocaina. Un personaggio vicino agli Stones ammette che per tutto il ‘67 e buona parte del ‘68 Brian fu oggetto di una vera e propria persecuzione da parte della polizia e della stampa. Secondo lui, qualcuno all’interno della band che lo voleva fuori e anche gli autisti in cambio di un po’ di soldi, facevano soffiate alla polizia perché fosse incastrato.
La sua inesorabile discesa lo vede sempre più in preda ai timori di nuove irruzioni e perquisizioni, vagare di casa in casa di amici, intellettuali e artisti dove si sconvolge sempre di più. Alla fine, Jagger verrà assolto e Richard condannato alla libertà condizionata, invece Jones viene condannato a nove mesi nella prigione di Wormwood Scrubs, mentre il pubblicitario della band dichiara che ad ogni modo gli Stones andranno avanti. Passerà qualche giorno in prigione prima di essere rilasciato sulla base di una perizia psichiatrica che ne evidenzia la grande fragilità ed il pericolo di suicidio se rimarrà in carcere.
La stampa speculerà anche sulla perizia psichiatrica, pubblicando articoli sulla condizione mentale della rockstar. Una volta fuori, l’incubo continua. Alcuni poliziotti corrotti gli chiedono del denaro per lasciarlo in pace, ma le perquisizioni continuano con frequenza finché nel maggio del ‘68, sulla base di una nemmeno troppo abile montatura, Brian viene nuovamente arrestato. In un gomitolo trovato nella casa che a quell’epoca condivide con Suki Poitier viene ritrovato un pezzo di hashish. Lui si difenderà dicendo che non sa niente di quel gomitolo, che né lui, né la ragazza che frequenta fanno la calza, ma non c’è modo di provarlo. Prima del processo, vola di nuovo in Marocco, dove registra i flauti suonati da una tribù durante i riti dedicati alla primavera. L’album che ne deriva verrà pubblicato postumo col titolo: Brian Jones Presents the Pipes of Pan at Joujouka il primo album di musica etnica mai commercializzato. Anche in questo Brian Jones ha anticipato le mode di almeno trent’anni. Al suo ritorno dal Marocco, subisce una condanna. Il giudice però è clemente e la commuta in una cospicua pena pecuniaria e nella libertà condizionata.
Nonostante le difficoltà giudiziarie e personali, partecipa alla registrazione del film di Godard One Plus One, un docufilm sulla registrazione in studio del brano Sympathy for the Devil inserito nell’album Their Satanic Majesties Request che esce a dicembre del ‘67, un tripudio di psichedelia dettato dalla competizione col beatlesiano Sgt. Pepper’s. Qui, Brian appare isolato, circondato da un alone di tristezza densa e palpabile, privo di vitalità e di energia. Suona, con le cuffie sulle orecchie e sembra stare altrove.