Musicofilia è l’ultimo libro di Oliver Sacks che esplora il misterioso e affascinante rapporto tra musica e cervello attraverso 29 racconti/saggi presi da casi studiati nel tempo dal celebre neurologo (dal suo libro Risvegli è stato tratto il film Awakenings con Robin Williams e Robert De Niro). Insieme a storie completamente nuove i lettori più affezionati troveranno storie già conosciute, alcune, infatti, sono contenute nei suoi precedenti libri come L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello e un Antropologo su Marte.
La straordinarietà del libro sta nel parlare di persone normali e di prendere in considerazione fatti che noi spesso ignoriamo.
Sacks, come sempre, riesce a partire da situazioni patologiche per arrivare poi a conclusioni di segno opposto, si parla, infatti, di orecchio assoluto, memoria e immaginazione musicale insieme ad allucinazioni musicali, “tarli” e amusia, in cui le note non sono percepite nella loro diversità causando così una percezione compromessa o del ritmo o dell’altezza dei suoni fino alla ricezione emotiva della musica stessa, che risulta stranamente piatta e bidimensionale.
Il libro comincia con la storia di Tony Cicoria, un chirurgo americano, che durante una telefonata in una cabina telefonica è colpito da un fulmine. Da lì in poi la sua vita cambierà totalmente perché nasce in lui un desiderio improvviso e irresistibile di comporre e sentire musica, soprattutto quella di Chopin. Tra le varie storie di amusia troviamo quella di Nabokov che sentiva i suoni come qualcosa di irritante e quella di un neurologo francese che sapeva dire di un brano solo se era la Marsigliese o no, senza riuscire mai a capire che pezzo stessero suonando.
Sacks procede nel racconto di un vero e proprio genio musicale: un uomo ritardato colpito da piccolo da encefalite ma che sapeva a memoria quasi duemila (!) opere musicali; descrive poi varie esperienze di allucinazioni sonore, in cui i protagonisti sono intrappolati nel ritmo di canzoni suonate da un’orchestra nel cervello in maniera continua, come Schumann, torturato da una singola nota prolungata. L’atto di ascoltare la musica è un’esperienza complessa non solo uditiva ed emozionale ma anche motoria come dimostrano anche gli studi di musicoterapia. La musicoterapia ha effetti positivi su soggetti afasici, autistici, malati di depressione o affetti da demenza ma anche in pazienti con il morbo di Alzheimer (riescono ad agire se trasformano i compiti in canzoni), con la sindrome di Tourette (i loro molteplici tic spariscono mentre suonano) e con il morbo di Parkinson (con la musica riescono a muoversi “con una spontaneità e un’eleganza che parevano smentire il loro parkinsonismo”).
Per Sacks la musicofilia, l’inclinazione alla musica, è “un dato di fatto della natura umana”, è presente in ognuno di noi. Spesso, però, non riusciamo a capire il vero dono della musica e ne banalizziamo il significato “accendiamo la radio, la spegniamo, canticchiamo un motivetto, battiamo il ritmo con i piedi…e non le diamo importanza”, ma ci sono tante altre persone per cui la musica “non è un lusso, ma una necessità, e può avere un potere superiore a qualsiasi altra cosa nel restituirli, seppure soltanto se per poco, a se stessi e agli altri”.
Annalisa Nicastro
Oliver Sacks
Musicofilia
Adelphi
pp. 434
trad. Isabella Blum
€ 23,00