Interviste

Giuliano Dottori

Ho voluto portare dentro le canzoni una riflessione sulla velocità dei nostri tempi e sulla (frequente) scarsa consapevolezza di questo aspetto delle nostre vite

Giuliano Dottori è un musicista poliedrico: cantautore, polistrumentista e produttore discografico. L’esordio avviene nel 2007 con l’album Lucida che riscuote molte approvazioni tra gli addetti ai lavori e il pubblico e in quello stesso anno suona la chitarra nei live della band Amor Fou in cui poi entra come membro fisso insieme ad Alessandro Raina, Paolo Perego e Leziero Rescigno. Seguono altri dischi e varie collaborazioni. Nel 2023 l’artista pubblica La vita nel frattempo, dapprima solo in vinile, da marzo 2024 disponibile su tutte le piattaforme digitali. Lascio ai lettori di SOund36 le sue parole.

Circa un anno fa è uscito il tuo disco La vita nel frattempo. Cosa lo differenzia dai tuoi album precedenti e quali tematiche hai voluto portare alla luce attraverso i brani che lo compongono?
Otto anni sono davvero tanti e nel mio caso sono stati davvero molto ricchi. Ho fatto i conti con porte che si sono chiuse e finestre che si sono aperte. In generale ho voluto portare dentro le canzoni una riflessione sulla velocità dei nostri tempi e sulla (frequente) scarsa consapevolezza di questo aspetto delle nostre vite. 

E “nel frattempo” cosa è successo da un anno a questa parte? Puoi darci delle anticipazioni sui tuoi prossimi progetti?
Ho qualche nuova canzone, ma ormai sono estremamente rigido sulla mia attività di cantautore: pubblico solo quando sono certo di avere materiale valido ed è dunque una perenne guerra civile fra me e me. Una brutta situazione che però mi fa risparmiare molti soldi che dovrei spendere per una sana e forse necessaria terapia psicologica… in ogni caso, forse, la cosa più importante è che a distanza di un anno esatto dall’uscita in vinile il disco è uscito su tutte le piattaforme di streaming il 29 marzo 2024. 

Quali sono le tue principali fonti d’ispirazione musicale e quali letture prediligi?
Adoro la canzone, ancora oggi. Mi piacciono i classici che continuo a studiare con la lente di ingrandimento, Beatles e compagnia, ma mi piacciono moltissimo anche le nuove leve, Phoebe Bridgers, Adrianne Lenker, Julien Baker, Bon Iver. In generale, come puoi immaginare, è raro che un artista italiano mi faccia innamorare. Forse l’unica nei tempi recenti è stata Emma Nolde. Sul fronte letterario adoro il romanzo americano, ma purtroppo questi maledetti telefoni di cui sono schiavo mi hanno un po’ tolto il gusto della lettura. Provo a forzarmi, ma non è facile. Reputo Jennifer Egan straordinaria. Ed è bellissimo quando, forzandomi non poco, riesco a immergermi nella lettura o nell’ascolto attivo e attento della musica. 

Nel corso della tua carriera musicale hai composto diverse musiche per film. Come è stata questa esperienza? Produco moltissima musica per altri artisti da diverso tempo e nell’ultimo periodo in particolare ho scritto un paio di colonne sonore e devo dire che è un ambito che mi sta molto appassionando. Questo è senza dubbio l’ambito che più di ogni altro avrei voglia di esplorare, nonostante le mille difficoltà di inserirsi in un ambiente differente. La musica applicata è molto affascinante e ormai quasi vent’anni fa ebbi la fortuna di studiarla un po’ con il compianto maestro Ezio Bosso. Ho finito di realizzare una colonna sonora per un bellissimo documentario di Paolo Boriani sulla vita del fotografo Renzo Chiesa e sto iniziando proprio in questi giorni un nuovo progetto. 

Molto bello e interessante è il festival che organizzi nell’agriturismo di famiglia a Cupramontana nelle Marche. È in programma anche per l’estate 2024?
Musica Distesa
è un pezzo molto importante della mia vita. Un luogo di famiglia e di amici carissimi che dal 2007, d’estate, si anima di musica e altre sciocchezze che ci aiutano a vivere meglio. Nel 2024 purtroppo abbiamo deciso di non organizzare nulla, poiché – devo confessare – è tutto estremamente faticoso. Non è pigrizia, intendiamoci, è che post covid l’offerta si è moltiplicata anche nei piccoli comuni ed è molto difficile portare gente agli eventi a meno di avere grandi nomi o un’offerta gastronomica importante. È triste ma il pubblico vuole questo, mangiare bene, spendere poco ed eventualmente avere un nome “famoso” da ascoltare e nella maggior parte dei casi da “instagrammare”. Ovviamente c’è anche una piccola nicchia che abbiamo coccolato e coltivato in questi anni, persone che vogliono scoprire cose nuove, persone che si fidano del mio gusto e delle mie scelte, ma non è facile far quadrare i conti e mettere in piedi un’esperienza che sia gradevole per tutti. Dunque ci prendiamo questo 2024 per riflettere, pensare. C’è una bella rete di persone sensibili con cui fare questa riflessione. Non vogliamo mollare, vogliamo solo fare le cose per bene, in linea con il nostro tempo, ma senza tradire la nostra voglia di proporre un’alternativa, qualcosa che non sia per forza dentro un grande circuito. E senza sentire l’obbligo di portare le anziane del paese a preparare gli gnocchi. Che ovviamente adoriamo e che per forza di cose tendono a portarsi via la scena! 

www.giulianodottori.it

 

 

 

About the author

Annalisa Michelangeli

Mi chiamo Annalisa Michelangeli, nata a San Severino Marche nel 1982, ma cresciuta in un piccolo paese tra Marche e Umbria, sui Monti Sibillini. Vivo a Macerata. Amo la musica e ogni altra forma d’arte da sempre. Scrivo poesie e di recente ho pubblicato un saggio autobiografico su un mio personale percorso legato alla gestione della fibromialgia. Ho una formazione linguistica e letteraria, possiedo attestati per insegnare yoga per bambini e quello di assistente all’infanzia. Attualmente svolgo attività di docenza d’italiano per stranieri che è il mio ambito di specializzazione e mi appassiona molto. Da molti anni seguo concerti in tutta Italia, in passato con una frequenza maggiore essendo allora più libera da impegni lavorativi e famigliari: sono anche mamma di una bambina di otto anni. Nel 2007/2008 ho frequentato un corso di giornalismo musicale legato a una rivista che si occupava sia di jazz, che di rock. Ascolto soprattutto indie rock inglese e italiano, ma anche cantautori del passato, musica francese, sono curiosa di scoprire gruppi emergenti e nuove sperimentazioni nel panorama musicale.

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