All’inizio della mia collaborazione con SOund36, scrissi la recensione del primo house concert dell’americana Havilah Rand organizzato nella mia casa a Bruxelles. Domenica 13 maggio, a distanza di un anno e mezzo – aumentato sempre più il numero degli amici e conoscenti interessati ad ascoltare in una dimensione molto intima artisti provenienti un po’ da ogni dove – è stata la volta di Giulia Millanta e Gabriel Rhodes. Giulia è fiorentina, ma ormai da sei anni risiede a Austin (Texas) dove ha allargato la base di fan fedeli ed il suo giro di collaborazioni con musicisti folk/blues di alto livello (fra i quali Charlie Sexton chitarrista di Bob Dylan, Marc Ribot della band di Tom Waits). Gabriel invece è un talentuoso polistrumentisa, nonché figlio d’arte, visto che la mamma Kimmie Rhodes è una delle cantanti country più celebri inserita nella Country Hall of Fame.
Il concerto inizia puntuale alle 15,30 con una splendida cover di Tom Waits (Jockey Full Of Bourbon, da Rain Dogs) e sin da subito Giulia Millanta stabilisce col pubblico, curioso di ascoltarla, il giusto feeling che mi piace definire “Give & Take”. In altre parole un mutuo scambio fatto, da una parte, dei racconti quasi magici che stanno dietro alle proprie canzoni condite da suoni unplugged e, dall’altra, le emozioni di chi non vive di frequente momenti così forti.
Le voci dei due protagonisti si mescolano, così come i suoni delle due chitarre acustiche: quella di Rhodes ricama sognanti arpeggi, mentre quella della cantautrice definisce la melodia principale del brano di turno.
In Shaky legs (tratta da Moonbeam Parade del 2016), storia dal mood fra il dark e l’ironico di una donna che entra in un bar pieno di pericoli, Giulia chiede l’aiuto dei presenti per cantare in coro un pezzo del refrain e così facendo si stabilisce ancor di più un’intesa fra le due parti.
Fra gli episodi più intriganti certamente da citare la ballata Expiration date, tratta dall’ultima album (Conversation with a ghost) che parla un po’malinconicamente di come tutto in fondo abbia un’inevitabile “data di scadenza”, compreso l’amore, nei confronti della quale la protagonista del brano ha un atteggiamento fra il romantico e il fatalista: “hold me til the end of time…just let the morning wait…we can pretend this love won’t have an expiration date”.
Notevole anche il nuovo singolo Blinded by the sun nel cui video, racconta Giulia, è stata pesantemente truccata nonostante lei usualmente usi poco make up. Il pezzo è stato scritto da lei e Rhodes in una delle ultime assolate vacanze. C’è spazio anche per un pezzo low-tempo di Gabe Rhodes intitolato Further to fall (tratto dal suo bellissimo album d’esordio Time-Lapse, in uscita) e nel viso dei presenti si intuisce subito un evidente apprezzamento. Voce davvero emozionate.
Dopo un’ora e mezzo di canzoni cantate anche in italiano (Via con me di Paolo Conte), in spagnolo (Paloma) e perfino qualche accenno in francese (La Voix), oso chiedere come bis la morbida Carry the Cross (dall’album The Funambolist) della quale avevo già parlato a Giulia qualche tempo prima. Si tratta di una splendida melodia accompagnata da un testo che ruota intorno alla necessità di liberarsi dal peso delle colpe altrui (You can’t carry the weight, carry the cross of someone else’s fault) per riuscire ad uscire dal pantano in cui a volte si infila la vita di alcune persone.
Un pomeriggio certamente memorabile che lascia nei presenti il desiderio di vivere nuovamente momenti così esclusivi e negli artisti la consapevolezza di aver trasmesso con successo una parte importante di sé stessi: la propria arte.
Giulia Millanta & Gabriel Rhodes Live @ Hamme Mille
Giulia Millanta e Gabriel Rhodes ospiti di un House Concert memorabile ad Hamme Mille a Bruxelles