“Canzoni” , il terzo lavoro in studio di Giovanni Luca Valea, che affianca alla musica la docenza e l’attività di scrittore e poeta, è un album dalla forte tempra poetica. Introspezione e denuncia sociale, disperata speranza, amore e rabbia percorrono un lavoro sanguigno, che ha il coraggio di toccare anche temi scomodi, come quello- spesso scotomizzato- della vendetta personale.
Scritto a quattro mani, in modo magistrale, con il compositore Nuccio Corallo, “Canzoni” si avvale degli arrangiamenti del musicista e produttore Salvatore Papotto, capace di regalare una veste contemporanea ad architetture di stampo prettamente classico. Ecco che l’elettropop colto italiano, mediante un impiego poderoso dei synth e di linee di basso “nevrotiche”, irrompe nel lavoro, regalandogli soluzioni assolutamente inedite, talvolta stranianti.
Punto di forza del lavoro sono i testi da antologia letteraria, con un’impronta che ricorda, qua e là, quella del “padrino del buio”, Leonard Cohen.
Applausi a scena aperta, in particolare per “I Mulini del Signore” (forse l’episodio più complesso e riuscito dell’intero album) e per “Le navi al tramontare”, che ha il phisique du role del classico, nel senso più nobile del termine.
Giovanni Luca Valea – Canzoni
Un album dalla forte tempra poetica