Giovanni Falzone, verrebbe da dire, ci ha abituato allo stupore ma, allo stupore, egli dimostra che non v’è mai fine.
Data questa premessa, lo stupefacente pomeriggio musicale comincia con l’ingresso presso il luogo designato da Alessandro Bottelli, ideatore e curatore del progetto affidato alla sapiente vena interpretativa di Falzone, che ha riadattato il capolavoro del Pergolesi per tromba, trombone e fisarmonica.
Ma torniamo al luogo che ci ospita: San Nicolò dei Celestini.
Confesso il fatto che è la prima volta che varco i cancelli del complesso conventuale del quale fa parte anche la chiesa che ci ospita, e devo riconoscere che il primo impatto è fortemente suggestivo.
La piccola navata centrale a tre campate è un piccolo gioiello architettonico, al quale nel XII secolo fu aggiunta, creando una nuova porzione di fabbricato, la composizione a croce greca che le dà l’aspetto odierno.
Scoprirò di lì a poco che, oltre ai pregevoli affreschi che abbelliscono e raccontano attraverso le opere del Maestro dell’albero della vita e del Ceareo, anche l’acustica è notevole!
Riadattare un’opera di questo genere richiede già di per sé un enorme lavoro di ricerca, studio e, nel nostro caso inventiva: Giovanni Falzone non solo ha in sé tutte queste qualità, ma aggiunge ad esse un amore sconfinato per la Musica. E, badate bene, non è cosa di poco conto.
Lo Stabat Mater di Pergolesi, dedicato alla Mater Dolorosa e commissionatogli probabilmente nel 1734, dalla “laica confraternita napoletana” dei “Cavalieri della Vergine dei Dolori di San Luigi al Palazzo”, per officiare alla liturgia della Settimana Santa, è stato d’ispirazione ai più grandi compositori del passato più recente (Bach, solo per citarne uno) e questo la dice lunga sul valore riconosciuto di questa opera meravigliosa.
Ora, sinceramente, conoscendola abbastanza bene nella sua forma originaria, il dubbio che il riadattamento di Giovanni, potesse avere qualche passaggio a vuoto, devo ammettere, mi ha sfiorato più volte. E mai pensiero fu più che sbagliato.
Giovanni ha fatto un notevole lavoro riscrivendo le parti di cantate per soprano e contralto sostituendole egregiamente con la tromba per quel che riguarda, naturalmente, il registro acuto, e con il trombone per quel che riguarda il registro grave, alla fisarmonica, meraviglioso strumento spesso sottovalutato, il compito di eseguire tutte le parti orchestrale ed il basso continuo.
Ove ciò non fosse sufficientemente esaustivo del Genio di Falzone, vorrei sottolineare la scelta dei compagni di viaggio di questa meravigliosa avventura musicale: Andrea Andreoli è sicuramente uno degli interpreti più moderni del trombone e Nadio Marenco può definirsi un un punto di riferimento per chiunque si approcci allo studio della fisarmonica. Due compagni d’eccezione quindi, non comprimari, ma assoluti protagonisti!
L’esecuzione di Around Stabat Mater non lascia dubbio alcuno sull’enorme cifra stilistica dei tre musici.
A far da sottofondo alla musica che, con perfezione celestiale si diffondeva nella piccola chiesa (tanto piccola da richiedere un secondo set serale), vi era il silenzio assoluto da parte dei presenti, assolutamente rapiti dalla composizione messa in scena. E questo è la migliore dimostrazione della bontà della proposta. Una rilettura, fresca nelle parti estrapolate dall’opera originale e, oserei quasi dire frizzante in quelle aggiunte con grande maestria da Giovanni atte a unire il Sacro al Profano, l’antico al contemporaneo.
Ancora una volta quindi, l’estro di Falzone ha colpito al centro, dimostrando ancora una volta le sue indubbie ed innate qualità di compositore ed interprete.
Ed io, ben felice, già so che al prossimo appuntamento riuscirà ancora a stupirmi.
16.04.2023.
Giovanni Falzone Trio
Around Stabat Mater di G. B. Pergolesi
Prima Nazionale.
Chiesa di San Nicolò ai Celestini, Bergamo.
Giovanni Falzone: tromba, effetti
Andrea Andreoli: trombone
Nadio Marenco: fisarmonica
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