“All’improvviso il ricordo è davanti a me. Il gusto era quello del pezzetto di maddalena che a Combray, la domenica mattina, quando andavo a darle il buongiorno in camera sua, zia Leonia mi offriva dopo averlo inzuppato nel suo infuso di tè o di tiglio….”. Il sapore della madeleine scatena nella mente del protagonista della Recherche di Proust un prodigio, che squarcia l’oblio e fa riaffiorare ricordi sommersi.
Anche sfogliare un vecchio album di famiglia, le cui foto in bianco e nero hanno catturato istanti di vita passata, può far erompere una ridda di emozioni che si affastellano, frammenti di reminiscenze che si ricompongono. È questa la genesi che ha portato alla realizzazione di Premilcuore, quinto album solista di Gabriele Bombardini, musicista ravennate dalle numerose collaborazioni, che può vantare maestri del calibro di John Scofield, John Abercrombie, Pat Metheny.
Album interamente strumentale, costituito da sedici pezzi in cui la chitarra elettrica, talvolta con la complicità di banjo, mandolino, pedal steel, disegna paesaggi sonori di grande e sincera bellezza.
Immagini forse sbiadite, ma ancora in grado di provocare sensazioni profonde nell’artista che, con note e accordi sapienti, le restituisce all’ascoltatore con pari intensità.
I titoli dei brani (Fotografie in bianco e nero, Aspettandoti, Sole tra le foglie, Colori sbiaditi, Sorrisi) sembrano dipanare una storia fatta di istanti, velati di malinconia per cose o persone perdute.
Le sonorità dell’album avvolgono con delicatezza, trasmettono un’ impalpabile e, altresì, persistente sensazione di mancanza, commuovono nell’intimo.
Gabriele Bombardini
Premilcuore
Blooms Recordings
Metaversus