Pop Corn

FACCIAMO LUCE SU JOHN MAYER

Scritto da Annalisa Nicastro

La faccia di John Mayer sembra uscita dalla serie Dawson’s Creek: insomma da prendere a schiaffi. Ma invece di essere uno yankee, bello e tonto, Jonh Mayer è un musicista talentuoso yankee, bello (se tonto o no non ha più importanza a questo punto). Il 31enne di Bridgeport si è fatto notare nel 99 con il brano Your Body Is Wonderland, suoni acustici, una bella voce e una canzone facile (vincitrice di un Grammy). Ma poi il ragazzo è cresciuto, ha spezzato cuori (l’ultimo di Jennifer Aniston via sms: “è finita”, che classe!) e ha inciso nuovi album. In America è un nome in Italia rimane sconosciuto.
Ha tre anime questo artista, tutte e tre in equilibrio su generi differenti. Ne è la prova quest’ultima produzione live, Where The Light Is – live in Los Angeles. Il live audio/video è composto da tre set, quello acustico che inizia con il brano Neon (una delle sue prime composizioni) dalle sfumature jazzy per passare all’immancabile Daughters (che ha portato il secondo Grammy in casa Majer) fino alla morbida versione di Free Fallin’ che per quanto fragile e tenue diventa il migliore omaggio mai fatto a Tom Petty. Il secondo set è il mio preferito dacchè conosco John Mayer, è composto dal Jonh Mayer Trio, che con l’album dal vivo Try! (2005) aveva dato prova della straordinaria alchimia creata da questi tre artisti, John Mayer, Pino Palladino al basso e Steve Jordan alla batteria.
John abbraccia la chitarra elettrica con un profondo rispetto per la tradizione di questo strumento: il blues di Come When I Call, le cover delle heandrixiane Wait Untill Tomorrow e Bold As Love (dalla morte di Stevie Ray Vaughan non sentivo un tale amore così sincero e onesto per questo artista ) ne sono testimoni. E sa scrivere, scrivere bene, Who Did You Think I Was è un brano con il riff migliore degli ultimi anni. Mayer è un chitarrista virtuoso e con la grande e rara capacità di creare fraseggi dolci alla Slowhand alternati a momenti più veloci e ricchi di originalità.
Il terzo set è quello dove prevalgono gli ultimi successi dell’album Continuum, il Rythm’n blues di Waiting On The World To Change (più di una citazione di Otis Redding), Gravity il pop-rock di Belief. Questa sezione più orecchiabile ha il dono di illuminare brani che avrei ritenuto non degni di nota, come Slow Dancing In A Burning Room cantata con calore e suonata come potrebbe fare solo Prince.
John Mayer è un vero artista, non il più originale ma il meno corrotto dal successo, non riuscirà a cambiare il mondo della musica ma ci proverà. Con quella faccia un pò così…

Massimo Bomprezzi (6.9.08)

Where The Light Is:

Acoustic Set:
1. Neon
2. Stop This Train
3. L.A. Song
4. Daughters
5. Free Fallin’

Trio Set:
6. Everyday I Have The Blues
7. Wait Until Tomorrow
8. Who Did You Think I Was
9. Come When I Call
10. Good Love Is On The Way
11. Out Of My Mind
12. Vultures
13. Bold As Love

Band Set:
14. Waiting On The World To Change
15. Slow Dancing In A Burning Room
16. Why Georgia
17. The Heart Of Life
18. I Don’t Need No Doctor
19. Gravity
20. I Don’t Trust Myself (With Loving You)
21. Belief
22. I’m Gonna Find Another You

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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