Interviste

Er Pinto, Intervista

Scritto da Claudia Leone

Cosa rimane: Il Tributo di Er Pinto ed Emilio Stella a Rino Gaetano

Due artisti di nicchia, il lockdown e “Fontana chiara”, una delle canzoni meno conosciute ma più ermetiche e inesplicabili di quel genio assoluto della musica italiana che è stato Rino Gaetano. Da questo incredibile connubio è nato “Cosa rimane”, il singolo, scritto in piena quarantena e uscito quest’estate, con cui il cantautore Emilio Stella e lo street poet Er Pinto rendono omaggio al loro celebre maestro.
A differenza della canzone che l’ha ispirata, in cui Gaetano ripete sempre e solo un’unica frase (Fontana chiara, un poco dolce un poco amara), “Cosa rimane” è una poesia musicata, un intreccio di parole e note che esprime con empatia i dubbi, le paure e le ansie che tutti noi abbiamo sperimentato in questi tempi di Covid, in cui il mondo si è cristallizzato. C’è da dire che se è vero che la pandemia ci ha imposto di spingere il tasto pausa sugli schermi delle nostre vite, ci ha anche concesso il tempo per riflettere.
“Cosa rimane di buono? Cosa vuol dire lontano?” si interrogano, non a caso, nel brano i due giovani artisti. E ancora: “Dimmi se la libertà è un fiume che scorre…dimmi se la libertà è un cerchio di fuoco in un cielo a metà”. Dal lavoro accurato sul testo all’attenzione per la melodia, “Cosa rimane” testimonia l’ottima sintonia che si è creata tra questi due caleidoscopici esponenti della scena indipendente romana. Per saperne di più sulla genesi del singolo, tra l’altro autoprodotto, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Er Pinto.

“Cosa rimane” è una canzone scritta a quattro mani da te ed Emilio Stella. Il lavoro di squadra spesso arricchisce, in qualche caso limita. Nel vostro caso, come è andata? Raccontaci di questa collaborazione: chi ha avuto la spinta creativa? Chi decide? Cosa vi accomuna e su cosa invece entrate in disaccordo?
Io e Emilio siamo ormai amici da un po’ di tempo. Oltre ad aver già fatto una collaborazione con “E io te amo”, una dedica a Roma che è una mia poesia da lui musicata nel 2015, siamo diventati molto amici. Durante il periodo di quarantena ci sentivamo spesso in videochiamata per scambiarci delle idee, delle riflessioni, anche semplicemente per confortarci a vicenda. Poi un giorno io gli ho detto che era un sacco di tempo che pensavo a come sarebbe stato bello scrivere sulla lunga parte musicale di “Fontana Chiara” di Rino Gaetano, che è un pezzo dove Rino dice soltanto una cosa: “Fontana Chiara un poco dolce e un poco amara”. Siamo partiti da qui come se fosse un oracolo per poi andare a scrivere un brano originale ispirato da questa canzone e dalla passione in comune per il cantautore più sincero di sempre.

“Cerco in tutte le canzoni…uno spunto per la rivoluzione” affermava il grande Rino Gaetano a cui avete dedicato “Cosa rimane”. Gaetano era un “menestrello scomodo”: ironico, dissacrante, anticonformista. Ha raccontato con leggerezza i retroscena di una società italiana piena di vizi e corruzione. Ritieni che gli artisti abbiano il compito di svegliare le coscienze, denunciando ciò che non va? Quali sono secondo te oggi le voci di dissenso della musica italiana?
Rino Gaetano è stato descritto come un menestrello ironico perché era necessario screditare i suoi temi che in alcuni casi erano delle vere e proprie rivelazioni. Gli dicevano che era “nonsense”; pensa allora le canzoni che sentiamo adesso in Radio cosa sono! La musica italiana di oggi è fatta per intrattenere non per far riflettere e non c’è niente di male se ci fosse anche una proposta per chi invece vorrebbe farsi svegliare la coscienza. Mi piace anche la musica molto pop o commerciale, ma a volte ho bisogno di una profondità diversa, di uno spessore che pochi riescono a mettere nelle canzoni.
Oltretutto quei pochi che dicono qualcosa di sociale, che spesso è molto retorico per chi è leggermente informato, vengono osannati dal mondo istituzionale. Ci stupiamo per delle cose che dovrebbero essere normali, è assurdo no? Gli unici che un pochino ancora denunciano qualcosa sono i rappers, ma non quelli che passano in radio! Fedez in Italia è considerato anticonformista, è la persona più omologata che mi viene in mente: è milionario, ha sposato una milionaria oltretutto potrebbe dire cose importanti e invece “ …come alle feste di Pablo”…e c’è ancora chi lo chiama rapper o chi pensa che il rap in Italia è quello! Faccio un esempio tra tanti, mi piacerebbe stare in macchina sul lungotevere o al ritorno dal mare, accendere una delle stazioni più famose italiane e invece di uno stupido tormentone estivo beccare gli Artificial Kid su RTL, ma come dice una delle loro canzoni “è UTOPIA”.

Avete scritto il brano durante il lockdown. “Cosa rimane” a te di questa esperienza? Sei un ottimista? Nonostante tutto, per te “il cielo è sempre più blu”?
Spero che non ci siano altri lockdown e che si ritorni prima possibile ai mesi a.C. avanti Covid!

“Chi ha fatto un bel quadro, chi scrive sui muri
Chi reagisce d’istinto, chi ha perso, chi ha vinto”
“…chi parte per Beirut e ha in tasca un miliardo”

Spero che il cielo sarà veramente sempre più Blu.

Musica, street art e poesia. Quale forma artistica ti è più congeniale? Ci sono artisti a cui ti senti vicino, percorsi artistici che trovi affini ai tuoi e che ti ispirano? 
Mi piace scrivere e provo a farlo in tutti i modi possibili e sono tutti congeniali allo stesso modo. Ognuno di questi ambiti richiede una scrittura diversa e questo per me è molto stimolante, ma cerco sempre di ragionare in maniera poetica soprattutto nel messaggio finale. Mi ispira tutto ciò che attira la mia attenzione, dal discorso ascoltato nel tavolo affianco in un bar alle letture dei grandi poeti del passato. Sicuramente i poeti romani mi hanno ispirato molto: Belli, Trilussa, Pascarella. Sulla musica spazio molto dall’hip hop italiano ai Pink Floyd a Manu Chao, ai grandi cantautori anche romani come Gabriella Ferri, Califano, Alvaro Amici, Lando Fiorini. Poi altre letture: Orwell, Alda Merini, Neruda, Apollinaire. Ma anche altri che iniziano quasi tutti con la B: il già citato Belli, Bukowski, Baudelaire, Banksy, Basquiat soprattutto quando per le strade di New York si firmava SAMO insieme al suo amico Al Diaz.
Insomma sono un curioso e sono bravo a fare le liste!

Che verrà dopo “Cosa rimane”? Ci sono nuovi progetti nell’aria, nuovi input…Qualche ispirazione?
Sto scrivendo altre canzoni con un altro artista a me caro ma non vorrei svelare il suo nome! Sto lavorando al mio nuovo libro e a una mostra personale.

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Claudia Leone

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