A propos de

Emilia Testa – Siamo rimaste nude nello specchio

Scritto da Red

La musicalità della nuova antologia di racconti di Emilia Testa: “Siamo rimaste nude nello specchio”

La nuova opera di Emilia Testa, pubblicata per le Edizioni Giovane Holden, è un connubio di musica e letteratura, dove la prima si rivela un ottimo supporto per rappresentare i pensieri delle protagoniste dei cinque racconti che compongono “Siamo rimaste nude nello specchio”.
L’intento specifico dell’autrice è quello di raccontare il mondo femminile in tutte le sue sfaccettature – ma in particolare, quello delle donne che, condannate dall’amore che provano per altre donne, cercano nei loro sentimenti e nei propri pensieri la via di salvezza da un mondo che non le accetta (e, purtroppo, non le narra) come dovrebbe.
Lonely woman, della cantante Ornette Coleman, è la canzone che apre il primo racconto di “Siamo rimaste nude nello specchio”. Pubblicata nel 1959 all’interno del disco “The Shape of Jazz to Come”, un pezzo fortemente intriso di lirismo dove il sassofono di Ornette e la batteria di Higgins si fondono in un inno per la libertà. Non a caso – come anche poi accade nei racconti di Testa – le frasi creano una sequenza libera, rifiutando una qualsiasi struttura simmetrica; ma libera è anche la pulsazione ritmica che accompagna il brano.
Il brano, proposto a partire dal racconto che mette in comunicazione Nina e Roberta – due donne giovanissime che, tutte le mattine, prendono lo stesso treno e si spiano e scrutano in silenzio – è una canzone che la prima ha sentito provenire dalle cuffie della seconda. Qui la musica diventa motivo di unione, di riconoscimento, spazio in cui Nina sente di poter conoscere Roberta più a fondo, anche se non si sono mai parlate e forse non lo faranno mai realmente.
La musica, per Emilia Testa, diventa un ulteriore strumento per rappresentare nel modo più efficace possibile ciò che l’autrice vuole trasmettere ai propri lettori.
In tutti i casi è rifugio, riparo dalla realtà, luogo dove vige la libertà totalizzante.
È rifugio quando nel racconto intitolato “Il caso Valeria M.” copre i rumori dell’amore delle due donne protagoniste della storia; è accompagnamento e supporto, come ne “Il sogno di Laura” quando “otto magnifiche creature, guidate dai rispettivi fantini, si esibirono, con grazia e leggiadria, nel cosiddetto balletto degli stalloni bianchi”. Ma ancora, è spazio in cui riconoscersi, quando la stessa Laura, si serve delle parole di “Fix You” dei Coldplay per trovare la pace di cui è in cerca. La musica che è sempre libertà, come quella che fa fluttuare Laura davanti allo specchio del suo armadio, che finalmente la fa sentire libera, che rispecchia i suoi sentimenti.
E insieme alla musica che accompagna con la poesia e la letteratura che guida le protagoniste dei racconti di Testa, libere sono anche le cinque storie delle donne portate sulla carta. Donne che trovano la forza di rompere le catene che le tengono legate; donne che cercano la forza di essere sé stesse. E anche laddove il coraggio non è abbastanza per completare la realizzazione del personaggio (quella che Field chiamava il viaggio dell’eroe), la libertà della musica si fa riscatto e assoluta, via di salvezza in un mondo in cui le donne sono costrette a essere ciò che non sono.

Titolo dell’opera: Siamo rimaste nude nello specchio
Autrice: Emilia Testa
Editore: Giovane Holden Edizioni
Genere: Antologia di racconti
Pagine: 184

 

About the author

Red

error: Sorry!! This Content is Protected !!

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Con questo sito acconsenti all’uso dei cookie, necessari per una migliore navigazione. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai su https://www.sound36.com/cookie-policy/

Chiudi