Interviste Recensioni

API – Gretel

Gretel parla a noi di tutti noi

Il lavoro di esordio della band perugina API, acronimo di “Allarme Pensiero Indipendente” è un leggiadro grido di Amore e Libertà. Un groviglio di sogni ed esperienze vissute nel profondo, di mani intrecciate, sguardi furtivi, baci rubati, attese e assenza, di paesaggi che s’imprimono nell’anima. È anche un anestetico al dolore, è la volontà di “leggerezza” nel vivere come “un planare sopra le cose senza macigni sul cuore”. Le cinque tracce, (Baciami, Gatsby-penso solo all’amore, Gretel, Paradiso+Inferno, Tropea) inaugurate dal singolo Gretel uscito il 31 marzo, arrivano così sotto pelle dirette e sfacciate catturando l’orecchio dell’ascoltatore e la penna di chi ha provato a restituire al lettore ciò che è arrivato dentro. Ne ho parlato in un’intervista con l’autore Lorenzo Rocchi che è anche il batterista del gruppo.

Come è nato il progetto “API”?
Il progetto è sorto nella mia testa molti anni fa. È stato davvero un lungo parto, ma si vede che era questo il momento giusto per venire alla luce! Il mio desiderio era formare una band che fosse più di una band. Un gruppo di persone con cui condividere di più della musica, con cui avere una visione comune, un’idea di futuro e di come vorremmo sentirci e far percepire agli altri. Il nome del gruppo è un acronimo, viene da una puntata dei Simpson in cui il personaggio di Lisa inizia a porre delle domande sul perché delle cose, automaticamente scatta l’allarme e il sistema-scuola si attiva per neutralizzare questi dubbi. Mi aveva colpito e con gli altri componenti ci siamo ritrovati molto nel significato di quella scena.

Da cosa ti senti più ispirato per i tuoi testi? Quale il modo di comporre insieme alla band?
L’ispirazione a comporre arriva dalle emozioni che a loro volta scaturiscono da tanti aspetti della vita: amicizie, amore, letture, solitudine, natura, esperienze, eccessi, voglia di andare oltre, disagi. Le canzoni sono sorte dall’incastro delle parole che avevo io dentro alla musica creata dagli altri. Un processo che mi appariva complicato fino a quando abbiamo dato vita a questo gruppo. Speriamo che la naturalezza e l’equilibrio che abbiamo trovato facciano stare bene chi ci ascolta.

Quali sono le tue fonti letterarie di riferimento? E quelle musicali?
Ci sono autori da cui sono partito, come Grisham e Agatha Christie e altri che ho approfondito maggiormente leggendo buona parte della loro produzione: García Màrquez, Dostoevskij, Tolstoj, Kundera e Calvino. Musicalmente vengo dal rock anni ’90 e sono figlio di Kurt Cobain. Se ascolti “Gretel”, puoi domandarti cosa abbia in comune con il grunge, ma il mio legame con quel genere è più ai livelli emotivo, del messaggio e della rivoluzione culturale, che non sullo stile musicale in sé per sé.

Cosa significa per te scrivere i testi ed essere contemporaneamente membro della band come batterista? Con chi ti trovi più a tuo agio dei “due te”?
Sento una grande responsabilità che cerco di trasmettere alle persone che suonano con me. Ritengo che questo sia molto positivo perché tutti siamo responsabili allo stesso modo in una canzone. Senza uno di noi il pezzo non esiste. Abbiamo tutti il compito di veicolare il messaggio attraverso le parole, la musica e quello che di più imponderabile viene trasmesso attraverso di esse. Ho iniziato dalla batteria, ma benché mi sia piaciuto suonare, alla fine ero poco coinvolto emotivamente nei gruppi in cui ho suonato. Proponendomi come autore avevo il sogno di trovare, non solo chi mettesse in musica le parole ed eseguisse il pezzo, ma soprattutto chi le condividesse facendole proprie. La band è di tutti, di coloro che ho conosciuto, incontrato, di coloro che mi hanno incoraggiato e sopportato mentre facevo leggere i miei testi e condividevo le mie emozioni. Ora mi sento abbastanza completo nell’unione dei due ruoli e non voglio scegliere. Me la godo al 50% come autore e al 50% come batterista!

Quali sono i prossimi progetti di API?
Abbiamo in cantiere una serie di live nel mese di giugno e ne siamo molto felici. A luglio saremo a Firenze per la finale di Sanremo Rock (Hard Rock Café). Desideriamo far conoscere la nostra musica, divertirci a suonare, viaggiare davvero e metaforicamente, spingere più che possiamo e tornare in studio a registrare. Non vediamo l’ora di ascoltare e presentare i restanti pezzi dell’album a tutti coloro che ci apprezzano e che ci vorranno bene!

Il passato non esiste, del futuro non (m’) importa.
Il presente è
API!

Seguiamo la loro scia!

API sono:
Lorenzo Rocchi: autore e batteria.
Cristiano Cellini: voce e chitarra.
Donato Mancini: basso.
Federico Rossi: chitarra.
Luca Ramaioli: synth.

About the author

Annalisa Michelangeli

Mi chiamo Annalisa Michelangeli, nata a San Severino Marche nel 1982, ma cresciuta in un piccolo paese tra Marche e Umbria, sui Monti Sibillini. Vivo a Macerata. Amo la musica e ogni altra forma d’arte da sempre. Scrivo poesie e di recente ho pubblicato un saggio autobiografico su un mio personale percorso legato alla gestione della fibromialgia. Ho una formazione linguistica e letteraria, possiedo attestati per insegnare yoga per bambini e quello di assistente all’infanzia. Attualmente svolgo attività di docenza d’italiano per stranieri che è il mio ambito di specializzazione e mi appassiona molto. Da molti anni seguo concerti in tutta Italia, in passato con una frequenza maggiore essendo allora più libera da impegni lavorativi e famigliari: sono anche mamma di una bambina di otto anni. Nel 2007/2008 ho frequentato un corso di giornalismo musicale legato a una rivista che si occupava sia di jazz, che di rock. Ascolto soprattutto indie rock inglese e italiano, ma anche cantautori del passato, musica francese, sono curiosa di scoprire gruppi emergenti e nuove sperimentazioni nel panorama musicale.

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