Lucciole D’Inverno (Curcio Editore) è l’ultimo libro della scrittrice e giornalista Elena Rossi con la prefazione di Anna Fendi e le storie di tante donne famose che si sono contraddistinte nei loro ambiti con storie di straordinaria generosità. Alcune testimonianze sono state raccolte in collaborazione con Donne for Peace, Associazione che lavora in Italia per favorire l’integrazione di donne rifugiate dai diversi paesi dell’Est. Il libro è un messaggio di speranza rivolto alle giovani e alle donne italiane.
E’ una metafora. Ho immaginato le mie protagoniste, che sono donne di diversi paesi, di diverse culture, età e generazioni, come delle “lucciole” speciali, delle creature che brillano di luce propria e oltre le stagioni. Questa luce è un sentimento di solidarietà che si portano dentro e che riescono a trasmettere anche ad altre persone generando un alimentatore di forza e speranza.
Da dove è nata la tua urgenza di scrivere queste storie di donne forti?
La scrittura nasce sempre spontaneamente e prepotentemente dentro di me. Poi, proprio come un quadro con la cornice trova una forma e viene fuori. Penso questo libro in particolare come un continuum, un filo rosso che unisce il mio percorso come giornalista, quello di scrittrice e, infine, quello del mio impegno nel sociale. Naturalmente, sono una donna e mi sta molto a cuore esplorare la condizione femminile. Da sempre mi sono impegnata nella difesa dei diritti umani, lavorando per università, istituti di ricerca, e NGOs. Credo profondamente nel lavoro che conduco con un team al femminile per la Universities Network for Children in Armed Conflict, Associazione Interuniversitaria Internazionale che lavora per proteggere i bambini in conflitto armato. Molte esperienze di vita ma anche professionali si riversano nella scrittura. Nel mio primo libro “Onda e Altri Racconti” erano protagoniste donne diverse che spesso erano vittime di una sfida che la vita le aveva posto davanti inizialmente insormontabile ma alla fine le protagoniste trovavano comunque la forza di reagire. Ma si trattava di personaggi inventati. Con Lucciole d’Inverno le testimonianze sono reali, in questo senso si tratta di un testo realizzato insieme alle mie protagoniste, donne che avevo davvero conosciuto. Ho sentito il bisogno di dialogare con loro, scoprendo e costruendo con loro queste storie a metà tra il racconto e l’intervista.
Ringrazio Armando Curcio Editore e la Presidente Cristina Siciliano per aver creduto in questo progetto.
Immagino che tu sia legata ad ognuna delle storie che racconti, ce n’è una tra queste che ti ha colpito più delle altre e perché?
È molto difficile sceglierne una in particolare, ho provato sempre la stessa emozione tutte le volte che sono entrata in contatto con le protagoniste. L’ultima testimonianza, quella di Halyna Khrystiushina è estremamente attuale. Halyna mi ha consegnato la sua lettera in mano tradotta dall’ucraino. Ho deciso di lasciarla così come era per tutto quello che significava. Mi trovavo in mano la storia di una donna ucraina scampata alla guerra. Quella di una imprenditrice coraggiosa, di una moglie e una mamma che lotta per la nuova vita della sua fabbrica tessile che era andata distrutta in Ucraina. Questa donna è grata all’Italia e a tutti coloro che l’hanno aiutata incondizionatamente. Sogna la pace per un popolo lacerato dalla guerra…
Alcune di queste sono state raccolte anche grazie all’Associazione Donne for Peace…
Esatto, la testimonianza di Halyna appunto e quella di Yuliya Hramyka, pittrice bielorussa che ha espresso il suo sogno di pace in un dipinto. La collaborazione con Donne for Peace è stato un dono per la mia vita. Con la Presidente Volha Marozava c’è stata da subito una speciale simbiosi, immediatamente mi sono trovata in linea con la mission di questa associazione che lavora per la pace oltre le diversità culturali, linguistiche e religiose. Mi ha fatto davvero piacere aver realizzato con Donne For Peace il progetto audiovisivo “Madre Terra”, curato nella regia da Vittorio Pavoncello e realizzato in collaborazione con Anas Lazio, la Ragione Lazio, ECAD e Stati Generali della Memoria. Anche qui, è nato tutto spontaneamente, abbiamo tradotto in ucraino il brano poetico di una mia poesia vincitrice del Premio Capitolino D’Oro 2023 e lo abbiamo fatto recitare dalle attrici rifugiate protagoniste del laboratorio di teatro “UPE4INCLUSION”. Volevamo infondere un messaggio di speranza: un’emozione condivisa ha generato altre emozioni.
Le caratteristiche femminili e le donne tout court faticano spesso ad emergere nel tipo di società come la nostra, anche oggi. Molti passi in avanti sono stati fatti in tal senso ma cosa si può fare ancora per superare certe discriminazioni?
Continuare ad affermarci per quello che siamo, senza sentirci una specie protetta. Impegnarci nelle nostre attività con serietà e impegno senza scendere a compromessi alcuni. Ho la fortuna di collaborare con manager culturali, imprenditrici e professioniste di diversi settori che insegnano che ciò è possibile.
Il libro ha l’introduzione firmata da un’altra donna straordinaria, Anna Fendi. Come ha accolto questo progetto?
Con grande entusiasmo, Anna è una donna di successo di grande raffinatezza e insieme di grande cuore, sempre pronta a sostenere e valorizzare l’arte e la cultura. Pronta ad aiutare i giovani. Sono fiera che abbia voluto scrivere questa prefazione. Penso che anche lei sia una “lucciola”: brilla della stessa solidarietà delle mie protagoniste.
Le illustrazioni invece sono affidate a Alessia Coppola. Come si integrano nello stile del tuo libro?
“Alla perfezione, le ho trovate bellissime. Quando ho visto il PDF del libro per la prima volta ne ho amato immediatamente lo stile elegante eppure schietto. In particolare, ho amo le lucciole stilizzate che si posano su ogni protagonista. L’illustratrice non poteva fare un lavoro migliore!”